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“Fratellino”, il romanzo consigliato da Papa Francesco per capire il dramma delle migrazioni

Fra i libri più venduti del momento c'è "Fratellino", l'emozionante libro di Amets Arzallus Antia che racconta la storia vera e toccante di Ibrahima.

Fratellino” è un libro emozionante e profondo che tratta il tema delle migrazioni attraverso una toccante storia vera, raccontata a voce da Ibrahima Balde, a parole da Amets Arzallus Antia. Il libro è fra i più venduti in Italia da quando Papa Francesco lo ha regalato ai vescovi della Chiesa e lo ha consigliato agli italiani durante l’intervista a Che tempo che fa. 

Il libro amato da Papa Francesco

“Fratellino” è fra i libri più acquistati del momento in Italia. Ma come mai è diventato così gettonato a più di due anni dalla sua prima pubblicazione nel nostro paese?

Il merito è di Papa Francesco, che lo ha distribuito ai vescovi durante la Giornata Mondiale della Gioventù e che ne ha parlato, più di recente, in occasione dell’intervista condotta da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”.

Il Pontefice ha posto ancora una volta l’accento sulla tragedia delle migrazioni, ma lo ha fatto suggerendo la lettura di un libro che, tanto emozionante quanto vero, fa toccare con mano un dramma che troppo spesso giudichiamo lontano da noi.

Quello dell’immigrazione è un argomento caldo dei nostri tempi, anche piuttosto divisivo. Il tema è stato all’ordine del giorno, ultimamente, anche per via di Io Capitano, il film di Matteo Garrone in corsa per gli Oscar.

“Fratellino” racconta lo stesso spaccato di vita con potenza e trasporto tali da indurre importanti riflessioni nonostante le idee politiche, nonostante tutto.

Un libro che va letto per capire un fenomeno entrato nel nostro quotidiano e che, sebbene riteniamo ancora emergenziale, non lo è più.

La poesia che apre “Fratellino”

Non occorrono parole aggiuntive per raccontare la bellezza e il valore di “Fratellino”. La poesia che apre il libro parla da sé:

Adesso lo so, il mare non è un posto dove sedersi.
E tu, tante volte evocato, ti starai chiedendo chi sei.
Tu forse sei il poliziotto
che sta decidendo della mia domanda di asilo
dietro la scrivania di una questura.

Tu vedrai cosa fare con me.
Oppure tu, forse, sei mia madre, Fatimatu Diallo
ti ho rubato qualche parola
scusa, non ti avevo ancora raccontato tutto questo.
O forse tu sei Fatumata Binta / o Rouguiatou
vorrei che tu sapessi che Ibrahima non ti ha dimenticato.

Ma questo racconto ha altri tu,
tu sei Ismail, / tu sei Emi
ti chiedo se sei ancora vivo / e dove ti tiene la sorte.
O forse tu sei / quello che adesso sta attraversando il deserto,
o quello che sta nella foresta aspettando un programma,
tutta questa informazione è anche per te.

O tu sei quello che mi ha aiutato ad arrivare qui,
a Orano o a Irun, / quanti tu.
O semplicemente tu sei tu
quello che sta leggendo questa poesia.
Ti chiederai / quel tu sono io?

Sì, se vuoi, quel tu sei tu, / ma io no, io sono Ibrahima,
e questa è la mia vita.

“Fratellino”, la sinossi

È alla ricerca del fratello piccolo, partito con l’intenzione di raggiungere l’Europa e mai arrivato, che Ibrahima Balde lascia la Guinea e il lavoro di camionista, per intraprendere un viaggio che non voleva fare, ma che è comune a migliaia di africani.

Questo romanzo è la cronaca, lucida ed essenziale, della vita di Ibrahima Balde, da lui stesso raccontata, e trascritta dal poeta Amets Arzallus Antia. Una voce che ci fa capire, senza vittimismo ma in tutta la sua drammaticità, cosa sono la traversata del deserto, il traffico dei migranti, la prigionia, le torture, la violenza della polizia, il viaggio in mare, la morte.

Una voce ferma, così chiara e profonda da diventare a tratti poetica, che ci racconta cosa significa conoscere la sete, la fame, la sofferenza. Esistono mille motivi e storie che portano una persona ad attraversare il Mediterraneo per cercare di raggiungere l’Europa.

La disumanizzazione delle loro morti, le espulsioni, le vite illegali sembrano necessarie per alimentare la nostra indifferenza. In realtà ognuna di queste vite è unica e universale e questo racconto ne è la drammatica testimonianza.

Amets Arzallus Antia e Ibrahima Balde

Amets Arzallus Antia (9 novembre 1983) è un giornalista, poeta popolare e scrittore francese di lingua basca.

L’ispirazione per la scrittura di “Fratellino” arriva grazie all’incontro con Ibrahima Balde, giovane guineano che il giornalista e poeta incrocia attraverso l’associazione di assistenza per migranti con cui collabora.

Ibrahima Balde è un ragazzo nato nell’entroterra della Guinea, dove lavorava come camionista prima di tentare la traversata verso l’Europa. Oggi vive in un albergo gestito dalla Croce Rossa a Madrid, dove lavora come meccanico.

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