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Francesco Paolo Giordano, ”Nel mio libro rendo omaggio a Filippo Cordova, patriota del Risorgimento poco celebrato”

Una figura a torto posta in ombra, sia perché se scandagliata a dovere avrebbe turbato l'idea di un Risorgimento monumentale ed eroico, sia perché in qualche modo sopraffatta, nella storiografia prevalente, per rimanere in Sicilia, da icone come Crispi e La Farina...
Il procuratore capo della Repubblica di Caltagirone parla del suo ultimo libro, dedicato alla figura di uno dei patrioti del nostro Paese, posto in ombra dalla storiografia tradizionale

MILANO – Una figura a torto posta in ombra, sia perché se scandagliata a dovere avrebbe turbato l’idea di un Risorgimento monumentale ed eroico, sia perché in qualche modo sopraffatta, nella storiografia prevalente, per rimanere in Sicilia, da icone come Crispi e La Farina. E’ questo in sintesi il personaggio di Filippo Cordova, sapientemente ricostruito da Francesco Paolo Giordano all’interno del suo ultimo libro "Filippo Cordova. Il giurista, il patriota del Risorgimento, lo statista nell’Italia unita", da poco edito edito presso la Casa editrice Maimone di Catania. Il saggio illustra la figura di Cordova, il suo pensiero e l’azione politica attraverso lo studio e l’interconnessione delle più importanti lettere familiari, degli atti parlamentari, oltreché delle testimonianze contemporanee e si sofferma su episodi salienti. Dall’8 aprile 1993 fino al 15 dicembre 2003 procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta e componente della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, poi alla Direzione Nazionale Antimafia, l’attuale procuratore capo della Repubblica di Caltagirone Francesco Paolo Giordano ci presenta il suo ultimo libro.

Da cosa nasce l’idea di ripercorrere la vita di Filippo Cordova?

La ricerca è nata da due grandi spinte, che mi hanno portato a celebrare assieme ad altri la figura di Filippo Cordova in occasione del 150° anniversario dell’unita d’Italia. Nel 2011, inoltre, cadeva il 200simo anniversario dalla nascita del personaggio. Ho fatto alcune considerazioni approfondite, che mi hanno appassionato alla sua storia. La seconda spinta è stata la ventilata soppressione gli uffici giudiziari di Caltagirone, dove io svolgo attualmente le mie funzioni di procuratore. Filippo Cordova è stato il Ministro della Giustizia che dopo il 1861 ha firmato il decreto di conferma del Tribunale di Caltagirone. Da qui nasce la lunga e grande tradizione di questo tribunale, fondato dai Borboni nel 1819.

Quali sono le peculiarità di questo personaggio?
Filippo Cordova è stato un liberale illuminato, intellettuale umanista, e politico pragmatico, ha attraversato tutte le fasi dei cambiamenti epocali del XIX secolo. E’ stata una figura poliedrica, come preannuncio già dal sottotitolo del mio libro “Il giurista, il patriota del Risorgimento, lo statista nell’Italia unita”. Giurista perché si è occupato di diritto privato subito dopo la fine del feudalesimo, e poi di diritto amministrativo nel dibattito sull’abolizione del contenzioso amministrativo, patriota perché è stato protagonista dei moti rivoluzionari del 1848 e dell’annessione delle Regioni meridionali al Piemonte sabaudo, statista perché è stato deputato nell’Italia unità e più volte ministro. Credo di aver messo in luce questi tre aspetti. Filippo Cordova ha inoltre vissuto molteplici e significative esperienze: avvocato, magistrato amministrativo, consigliere di stato e magistrato requirente contabile, amministratore, deputato e ministro.
 
Perché Filippo Cordova rappresenta ancora oggi un esempio di comportamento?
Filippo Cordova è stato rappresentante della politica come servizio, contro i poteri forti dell’epoca, tanto che ha subito una sorta di “damnatio memoriae” perché ha avuto il coraggio di schierarsi contro i potentati dell’epoca. Uno spirito libero, che cercava di perseguire la politica come servizio alla collettività e ricerca del bene comune, attraverso la correttezza amministrativa. Per la stesura del mio libro, ho realizzato una ricerca storica, dalla quale emerge come la figura di Cordova abbia una sua attualità. Ancora oggi un personaggio dalle caratteristiche di Filippo Cordova avrebbe molto da dire al mondo moderno. Egli è stato presidente della commissione d’inchiesta sul corso forzoso, nel 1868, il corso forzoso era una sorta di strumento di acquisizione di denaro contante dai titoli e di inquinamento della vita pubblica.

In base alla sua esperienza da giurista, secondo lei si sono fatti passi in avanti per la lotta alla mafia?
Dopo le stragi del ‘92, si è dato un grande impulso nella lotta alla criminalità mafiosa, soprattutto contro la mafia militare. Sono state condotte una serie di operazioni contro gli appartenenti alle cosche. Si è, successivamente e progressivamente, cercato di colpire anche quanti avevano instaurato relazioni con la mafia sul piano amministrativo, politico, istituzionale, ed economico. In questi 20 anni, si sono fatti passi da gigante, e man mano è cresciuta la coscienza civile contro le estorsioni, il racket, la cultura mafiosa. In Sicilia, si sono svolte diverse indagini importanti per cercare di venire a capo di questo fenomeno. C’è stato un crescendo continuo, favorito anche dalle riforme nella legislazione antimafia, una su tutte, la stabilizzazione del 41bis. Rimane ancora molto da fare, sia sul piano normativo sia per quanto riguarda le indagini, però si è intrapreso un percorso virtuoso che lascia ben sperare.

18 aprile 2013

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