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Francesca Muci, ”Nel mio libro racconto l’amore, senza distinzione di genere”

Una storia che dà voce al desiderio di libertà di ognuno di noi. ''L'amore è imperfetto'', libro d'esordio della sceneggiatrice e regista Francesca Muci da cui è stato tratto l'omonimo film, racconta l'autentico sentimento che Elena nutre nei confronti di Ettore, ma anche nei confronti di Elena...
“L’amore è imperfetto” parla dell’amore sincero, adulto, sicuro. Ma anche dell’amore ossessione, passione, desiderio

MILANO – Una storia che dà voce al desiderio di libertà di ognuno di noi. “L’amore è imperfetto”, libro d’esordio della sceneggiatrice e regista Francesca Muci da cui è stato tratto l’omonimo film, racconta l’autentico sentimento che Elena nutre nei confronti di Ettore, ma anche nei confronti di Elena. L’autrice, alle soglie di San Valentino, ci presenta il libro e riflette sulla profondità di un sentimento che non conosce distinzioni di genere.

Com’è venuta l’idea di questo libro?
Da un sms, semplicemente, come accade nel libro (ride). È nata da una serie di pensieri e di esperienze che mi hanno portata a scrivere. Queste esperienze e le riflessioni che ne sono conseguite sono state il “la” pratico che mi ha indotto a raccontare, divertendomi, la storia d’amore di una donna moderna.

In “L’amore è imperfetto” esplora il sentimento in tutte le sue sfumature, come forza che non accetta limiti e si contrappone alle convenzioni sociali. Lei crede che sia questa forza a renderci veramente noi stessi, contro le imposizioni della società?
Assolutamente si. C’è sempre un’età per ogni donna, anche per ogni uomo, ma questa è soprattutto una storia femminile, un momento in cui una donna deve sentirsi libera. Ho ribadito più volte che la mia non è storia di trasgressione ma di libertà, ho colto infatti il punto in cui si avverte la bellezza insita nella possibilità di dire: “voglio vivere questa esperienza e la vivo”. Non tanto come ribellione, quanto come libertà individuale che vive in ognuno di noi.

Nel libro affronta il tema dell’amore omosessuale, che per molti versi è ancora un tabù: quali aspetti del rapporto tra Elena e Adriana ha voluto che emergessero maggiormente? Quali reticenze ha voluto far cadere riguardo alle relazioni tra persone dello stesso sesso?
Anche qui ha prevalso un senso di libertà. Non mi piace l’idea di dividere l’amore per genere. La distinzione è ancora molto netta da noi rispetto a molti altri Paesi: l’Italia tende ancora a sottolineare e dividere il genere che anima il rapporto. Mi piaceva invece far emergere da parte della protagonista il senso di amore profondo sia nei confronti di Adriana sia nei confronti di Ettore. L’amore si prova per una persona, indipendentemente dal suo sesso: mi interessava capire questo. Per me indagare il sentimento che si prova è sufficiente, è assolutamente inifluente se verso un uomo o una donna.

Lei è sceneggiatrice e regista: ha diretto diversi documentari e da questo suo romanzo d’esordio ha tratto anche il suo primo lungometraggio, uscito lo scorso novembre. Come si trasforma una storia quando passa dalla pagina scritta al grande schermo? Quali aspetti della storia il film le ha consentito di approfondire?
Si è trattato infatti di una scelta piuttosto problematica. Da autrice del romanzo è stato difficile decidere cosa tagliare e cosa approfondire nel passaggio dalla carta stampata al film . Diciamo che alla fine siamo approdati, attraverso un dialogo con l’altro sceneggiatore e i produttori, alla scelta di mettere da parte il libro e decidere cosa raccontare. Ad esempio, nel film è molto forte la vicenda di Marco, una figura di “principe azzurro”, interpretato nel film da Giulio Bellutti, che nel libro è più marginale. Questo perché la sua storia racconta la caduta del sogno di ciascuna donna, che cresce con l’idea dell’amore perfetto e che poi invece vede infrangersi in maniera piuttosto tumultuosa. Nel film e nel romanzo il filo rosso che lega tutta la vicenda è sempre la storia della figlia, che è rimasta inalterata. Il libro invece, rispetto al film, è un po’ più accesso sui toni dell’amore omosessuale, che sono stati leggermente smorzati nel film, anche se tengo a precisare che non ci sono state particolari imposizioni in questo senso. Eccezion fatta per le scene dell’amore omosessuale tra uomini, che ho tolto e messo nei contenuti speciali, ma questo, ripeto, dipende dal fatto che ancora non siamo proprio abituati a considerare normale un amore tra persone delle stesso sesso.

A San Valentino di solito si regalano fiori e cioccolatini. Consiglierebbe invece un libro d’amore, come il suo? Perché?  
Certamente, è sempre bello scambiarsi libri. Un libro è lo scambio di una storia, di un contenuto di pensiero che può legare due persone. Veicola un desiderio che forse non si ha il coraggio di dire con le proprie parole, in questo modo lo si può affidare alle parole di qualcun altro. È un regalo che esprime secondo me una condivisione molto intima e profonda. È anche un dono antico, a San Valentino si regala Prevert, perché non regalare “L’amore è imperfetto”?

13 febbraio 2013

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