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Francesca Caferri, ”Sono passata dalla finanza alla scrittura sul Medio Oriente, perché sono le piccole storie a fare la grande storia”

DAL NOSTRO INVIATO A FERRARA - ''Sono passata dalla finanza ad occuparmi delle donne nel mondo arabo e a scrivere questo libro perché ritengo siano le piccole storie a fare la grande storia. Ad un certo punto della mia vita, ho avuto l'esigenza di trattarle perché sui giornali vengono sempre raccontate le stesse cose.'' Con questa introduzione Francesca Caferri, giornalista e scrittrice, spiega il motivo della nascita del suo libro ''Il paradiso ai piedi delle donne''...

Al Festival di Internazionale, la giornalista e scrittrice ha presentato il suo libro “Il Paradiso ai piedi delle donne”, fornendo un punto di vista diverso su quello che conosciamo della donna nel mondo arabo

FERRARA – “Sono passata dalla finanza ad occuparmi delle donne nel mondo arabo e a scrivere questo libro perché ritengo siano le piccole storie a fare la grande storia. Ad un certo punto della mia vita, ho avuto l’esigenza di trattarle perché sui giornali vengono sempre raccontate le stesse cose.” Con questa introduzione Francesca Caferri, giornalista e scrittrice, spiega il motivo della nascita del suo libro “Il paradiso ai piedi delle donne”.

 

CAMBIAMENTO E PREGIUDIZI – Nel libro è ben spiegato come il problema non riguardi solo le donne, ma è una questione molto più ampia; se la condizione della donna cambia, ė l’intera società a cambiare. Nell’opera viene riportata una discussione che Francesca ha avuto con una delle più grandi manager del Medio Oriente, la quale affermava che ė vero che ci possono essere molte cose che non possono fare, ma ci sono altrettante cose che fanno come le donne occidentali, come ad esempio truccarsi, andare dal parrucchiere, amare la mode, creare progetti, lavorare e fare impresa; come le donne occidentali, esse riescono anche a prepararsi per i figli ed i mariti. “Nonostante questo – affermava la manager – in Occidente ci sono ancora persone che ci credono delle poverette”.

 

LA GRANDE STORIA – Questo libro parla di storie di donne nel mondo arabo diverse da quelle trasmesse dai media occidentali tradizionali. “Per questo – afferma Francesca – sono passata dall’occuparmi di finanza al raccontare, in modo diverso, la situazione delle donne in Medio Oriente, perché credo che siano le piccole storie a fare la grande storia, quella con la "S" maiuscola”. Nel libro si parla delle donne della rivoluzione che non sono nate dal nulla nel 2011, quando sono scoppiate le rivolte, ma c’erano anche prima. “Erano lì che protestavano da anni, ma siamo noi occidentali che non le abbiamo viste”.

 

DONNE NORMALI – Il libro narra storie di donne yemenite che per la loro società, il loro modo di vivere, devono velarsi dalla testa ai piedi, che non possono parlare con il vicino di casa, ma che se hanno la fortuna di avere al proprio fianco delle famiglie che le sostengono, che le hanno fatte studiare, riescono con internet attraverso dei blog a fare sentire la propria voce così da poter raccontare quello che succede. Sono donne normali quelle che si raccontano in questo libro, perché secondo l’autrice sono le donne normali che portano avanti il mondo mussulmano, il mondo arabo. “Negli ultimi quarant’anni – afferma Francesca – le donne arabe hanno avuto un incremento nel mondo del lavoro di circa il 40%,sono passate de avere sette figli a testa a soltanto tre, la maggior parte degli studenti nel mondo arabo sono donne, e stanno preparando il mondo arabo a cambiare”.

 

LA TESTIMONIANZA – Nel corso dell’incontro è intervenuta anche Gameela Ismail, un’attivista e giornalista egiziana, alla quale gli è stato arrestato il marito. Gameela racconta di quando ha ricevuto minacce di morte mentre era candidata alle politiche nel suo paese, e che fu intimata di smettere, perché era contro il Presidente. “Durante questo periodo – dichiara la Ismail – ho ricevuto molestie da parte di donne che vengono usate dal regime per andare contro altre donne attiviste, ma non ho voluto denunciare l’accaduto alla polizia perché ho due figli e sono una donna. Ho cominciato la mia attività di attivista per difendere delle prigioniere politiche.

 

Marco Ruscetta

8 ottobre 2012

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