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Francesca Barra, ”Le donne occupano già un ruolo nella società, non devono concedercelo”

DONNE E LIBRI, SPECIALE 8 MARZO - ''Non sono molto legata ai giorni di commemorazione. Credo che la donna vada valorizzata ogni giorno, non solo l'8 marzo''. Parola della giornalista Francesca Barra, conduttrice e autrice di diversi libri...

La giornalista e scrittrice parla di come la lettura e i libri siano stati fondamentali nel corso della sua carriera e sottolinea l’importanza della figura femminile nella società

MILANO – “Non sono molto legata ai giorni di commemorazione. Credo che la donna vada valorizzata ogni giorno, non solo l’8 marzo”. Parola della giornalista Francesca Barra, conduttrice su Radio 1 del programma “La bellezza contro le mafie” e autrice di diversi libri in cui si è occupata di mafia e di donne. Protagonista a teatro con lo spettacolo “Storie di donne non ordinarie”, Francesca Barra parla di come la lettura e i libri siano stati fondamentali nel corso della sua carriera e sottolinea l’importanza della figura femminile nella società.

Qual è il personaggio letterario femminile che preferisce?
Tra i personaggi letterari che amo di più, la maggioranza è rappresentata da donne. Non solo perché mi ritrovo nel genere, ma perché hanno una predisposizione e determinazione, dovuta al fatto che in molti esse spesso si trovano in una condizione più difficile rispetto agli uomini.
Amo molto Matilde Serao, una scrittrice generalista  italiana e co-direttrice de “Il Mattino”. E’ stata una donna con molti figli, autrice di 70 opere, ed ha saputo conciliare la famiglia ed il suo lavoro. E’ morta scrivendo, una cosa che mi ha profondamente colpito, una via di mezzo tra il poetico ed il simbolico, che facapire quanto fosse fondamentale per lei la scrittura. Ci sono stati anche tanti altri personaggi come Tina Modotti, una fotografa di grande rottura e rinnovamento, e molte altre scrittrici. Il riferimento per resta comunque la donna scrittrice, perché credo abbia una sensibilità, una capacità di organizzazione del proprio tempo molto simile al mio.


Oltre a scrivere e condurre programmi radio e tv, lei è protagonista a teatro con lo spettacolo “Storie di donne non ordinarie”, in cui sottolinea l’importanza della figura femminile. Ce ne può parlare?

Purtroppo le donne vengono sempre ricordate post mortem per ciò che hanno fatto: un libro, un opera, un dipinto. Questo è il concept dello spettacolo teatrale. La stessa Frida Kahlo, una pittrice straordinaria ed una donna che ha sofferto moltissimo, era già nota alla casta di intenditori ma che non avrebbe avuto la stessa forza se fosse stata ancora viva. Questo mi è sempre un po’ dispiaciuto. In realtà ci sono tantissime donne, la cui vita “non ordinaria” varrebbe la pena considerarla giorno dopo giorno. Questo è anche il motivo per cui sono contraria alle “quote rosa”. Credo che noi un posto nel mondo ce l’abbiamo già, non devono concedercelo. Occorrea raccontare la storia di tutte le donne nella loro straordinaria quotidianità, dalla senzatetto che riesce a riprendersi una casa alla scrittrice-premio nobel. Credo che in questo modo riusciremmo anche a riacquistare credibilità e autorevolezza nei confronti di quegli uomini che oggi ci concedono delle quote, quando invece noi ne abbiamo egual diritto.


Per raggiungere i suoi obiettivi, che ruolo hanno avuto la lettura e i libri?

La cultura mi ha salvato dalla noia. Sono cresciuta in un piccolo paese della Basilicata, che non offriva pochi stimoli. I miei genitori mi hanno messo un libro in mano fin da quando ero piccola. Il mio primo regalo è stata una macchina da scrivere, e il primo romanzo, si chiamava “Il desiderio di Lorin”, lo scrissi alle elementari. Sono cresciuta con il mito di Jo March di Piccole Donne. Per poter avere la capacità di organizzare una storia e immaginarla, ho letto moltissimo. Leggero fin da ragazzina Emily Dickinson, i grandi drammi, perché mi piacevano molto. I grandi classici mi hanno aiutato tanto, poi crescendo sono passata alla letteratura sudamericana. La scrittura non è solo ispirazione, ma è  allenamento, studio, cultura. Non è solo talento, ispirazione, i quali vanno educati e fatti crescere con un organizzazione.
Tutto ciò mi ha salvata, facendomi capire presto cosa non volevo diventare e cosa avrei volevo essere. La cultura, i libri, questa formazione mi hanno reso una donna molto libera. Io rispondo sempre che voglio fare quello che faccio: ogni giorno scelgo cosa fare, svolgendo la mia professione in totale libertà ed indipendenza intellettuale. Questo non è una scelta facile, ma vuol dire anni di sacrifici e rinunce. Sono scelte di vita, motivate dal raggiungimento di un sogno.

 

 7 marzo 2013

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