Tra Süskind e Joël Dicker c’è Paul Richardot e il suo “Fragrancia”
Di cosa parla il romanzo?
Hélias è nato con un fiuto ben superiore alla media dell’essere umano, un dono capace di riconoscere e scompone qualsiasi odore, ma che per una vita lo ha tenuto lontano da tutti; tuttavia, ora può diventare lavoro.
La misteriosa società Fragrancia lo arruola come olfate. Qui, grazie a una strana sostanza capace di far riaffiorare ricordi — la SVM—, Hélias ricrea per i clienti l’“essenza” di momenti perduti. Ma quando attorno all’azienda spuntano circuiti illegali e una donna chiede aiuto, l’indagine entra in scena, perché “anche il crimine ha un odore”. Il romanzo mescola mistero, high-tech profumiero e un’idea-cardine: i profumi come archivio della memoria.
Il libro nasce in Francia e viene presentato come “thriller olfattivo”; i diritti esteri sono stati venduti prima ancora dell’uscita — nove Paesi secondo Livres Hebdo —, con un battage che ha coinvolto librerie e stampa popolare. In Italia “Fragrancia” è edito Garzanti, tradotto da Alessandro Mola.
L’autore e la “competenza” sensoriale
Paul Richardot non arriva alla narrativa per caso: ha studiato profumeria a Parigi e lavora nell’industria cosmetica. Conosce l’ambiente in cui affonda le radici del suo thriller olfattivo, e questo si sente nelle pagine: la parte tecnica di note, accordi, procedure, non è decorativa, ma sostanza di scena; e i veri intenditori di profumeria lo noteranno a loro volta.
Garzanti sintetizza: empatia ed esotismo dosati “con la sapienza” di chi conosce il mestiere.
Temi forti (e perché funzionano)
I temi principali di questo libro sono la memoria e l’identità. “Fragrancia” promette di far “rivivere” un attimo felice attraverso un profumo ed è qui che al lettore soggiunge una domanda: quanto è possibile lavorare sui ricordi senza tradirli?
La trama gialla acquisisce peso, s’infittisce nel libro, perché la stessa tecnologia che cura può anche ferire.
Diversità come talento
L’ipersensibilità olfattiva di Hélias è protagonista del romanzo e da stigma si trasforma in capitale. Ribalta un luogo comune del coming-of-age: il “difetto” diventa strumento di relazione — e anche di giustizia, quando l’indagine entra nel vivo.
L’olfatto
Il mistero “sensoriale” di questo nuovo thriller olfattivo è un’idea curiosa e affascinante; dopotutto lo dimostra anche il fatto che ben nove Paesi ci ha scommesso sopra a occhi chiusi. L’idea che una pista possa essere “annusata” dà al page-turner un’angolazione tutta nuova.
Ricordiamo quando le innovazioni tecnologiche facevano a gara nella telefonia: la fotocamera sul cellulare è stata il primo passo, poi sono venuti i pixel migliori, la fotocamera interna e dopo i video. Qualcuno ha ipotizzato una foto olfattiva che non è mai arrivata, ma le persone l’hanno sognata per mesi e ancora ricordano quel prototipo irrealizzabile. È logico che un mistero come questo abbia dettato tanto interesse dal pubblico.
Livres Hebdo parla di universo originale, taglio high-tech e “scrittura all’americana”; Harper’s Bazaar France definisce il libro “un ouvrage singulier” (un’opera singolare).
Cosa dicono all’estero
Ouest-France lo presenta come “l’autore fenomeno del momento”; La Tribune Dimanche fiuta “un profumo di successo” attorno all’esordio; testate femmes & lifestyle (Femme Actuelle, Version Femina, Prima) sottolineano originalità e personaggi. Anche i librai hanno spinto: in incontri pubblici, librai dell’area di Laval lo definiscono “molto avvincente” e ne lodano il protagonista.
Sul fronte internazionale (mercato ispanofono e USA retail) le schede promozionali insistono sul posizionamento: “tra Il profumo e Joël Dicker”, “fenomeno editoriale che viene dalla Francia”, e anticipano un filone investigativo legato a un caso di aggressione sessuale che coinvolge Hélias.
Il paragone inevitabile: “Fragrancia” e “Il profumo” di Patrick Süskind
La scia di confronto è comprensibile: olfatto, memoria, pericolo del desiderio. Ma la direzione etica è opposta.
In Süskind (1985), Jean-Baptiste Grenouille è un genio dell’olfatto nell’Europa del Settecento: la sua ossessione lo porta a uccidere giovani donne per distillarne l’essenza e creare il “profumo assoluto”. È un romanzo nero sul potere manipolatorio del profumo e sulla disumanità del protagonista.
In Richardot, l’olfatto è cura e indizio: i profumi ricuciono i ricordi e svelano crimini; la tecnologia SVM apre tanto il rischio (mercato nero) quanto la possibilità di restituire a qualcuno un frammento di felicità perduta.
“Il Profumo”: brevissima trama (e cosa cambia davvero)
“Il profumo” segue l’orco angelicato Grenouille, orfano dotato di un olfatto assoluto e incapace di provare empatia. Dalla bottega del profumiere Baldini a Grasse, la sua parabola diventa seriale: uccide per estrarre l’essenza delle vittime, fabbrica un elisir che rende chiunque succube, provoca una orgia collettiva, e si lascia infine divorare dalla folla dopo essersi cosparso di profumo. L’olfatto è hybris: il dono che devasta.
In “Fragrancia” il protagonista non è un predatore ma un mediatore: il fiuto speciale di Hélias è capitale umano che lo espone a rischi morali, ma lo lega, prima di tutto, alla cura delle persone.