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Fondazione Casa del Giovane ”La Madonnina”, un segnalibro per ”guidare” i giovani immigrati verso l’integrazione sociale

I libri sono lo strumento per entrare in contatto con la cultura. Parola di Elena Crestani, direttore educativo ed amministrativo della Fondazione Casa del Giovane ''La Madonnina''...

Il direttore educativo ed amministrativo Elena Crestani ci racconta i progetti della fondazione,  sottolineando l’importanza della lettura nella crescita

MILANO – I libri sono lo strumento per entrare in contatto con la cultura. Parola di Elena Crestani, direttore educativo ed amministrativo della Fondazione Casa del Giovane “La Madonnina”. Istituita il 22 settembre 1965 dall’allora Arcivescovo di Milano, il Card. Giovanni Colombo, oggi la Fondazione è convenzionata con il Settore Politiche della Famiglia del  Comune di Milano per l’accoglienza di minori maschi dai 14 ai 18 anni nelle   proprie comunità educative. Elena Crestani ci racconta i progetti della fondazione,  sottolineando l’importanza della lettura nella crescita.

Come si  è sviluppata la fondazione, dalle origini ad oggi?
La fondazione ha più di 50 anni di esistenza, e accoglie principalmente minori. All’inizio accolti nella struttura erano immigrati dal sud che cercavano lavoro al nord, poi con il tempo si è occupata soprattutto dei minorenni, provvedendo ad inserirli all’interno del territorio sociale. Negli ultimi 10 anni la fondazione si è occupata di minori stranieri non accompagnati, privi di un’assistenza parentale, per inserirli all’interno della società. La struttura oggi vede impegnati 36 professionisti come educatori, uno psicologo, un capo settore e del personale amministrativo. I minori accolti sono 82.

Tra le attività per l’integrazione, che peso ha l’istruzione e la lettura?
Per far diventare questi ragazzi minorenni partecipi della cultura italiana, si parte innanzi tutto da un processo di alfabetizzazione.  Lo strumento principe è il racconto orale, quindi  segue l’accesso alla nostra piccola libreria, che serve per conoscere e imparare anche storie della loro tradizione culturale. Proprio per questo motivo, all’interno della biblioteca è possibile consultare anche fiabe che abbracciano la cultura islamica.

Uno dei simboli della vostra attività è il segnalibro. Cosa rappresenta?
Il segnalibro solitamente serve a non perdere il segno. E’ un po’ uno strumento di orientamento nel procedere nella lettura di un racconto. Ognuno dei nostri ragazzi è un “racconto”, perché la loro vita è densa di avventure ed emozioni, e speriamo che per ognuno di loro ci sia un lieto fine.

Quali sono le vostre prossime iniziative?
Abbiamo una scuola interna che educa e favorisce l’alfabetizzazione dei nostri ragazzi. Abbiamo l’interesse di sviluppare una scuola di arabo, non solo di italiano, in quanto molti ragazzi arrivano da noi  già analfabeti nei confronti della propria lingua d’origine. Per poter apprendere una seconda lingua come l’italiano, i ragazzi devono prima avere una buona padronanza della propria lingua madre. Questo è uno dei progetti che abbiamo intenzione di sviluppare a breve termine.

23 aprile 2014

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