A destra o a sinistra? Reazionario o rivoluzionario? Conservatore dello Stato o ispiratore di Marx? A quasi due secoli dalla sua morte, Georg Wilhelm Friedrich Hegel continua a dividere come nessun altro pensatore nella storia della filosofia occidentale.
È uno dei pochissimi filosofi capace di ispirare, con la stessa intensità, ammirazione e ostilità. E proprio questa polarizzazione fa di lui, probabilmente, il filosofo più discusso di sempre.
Lo dimostra il volume “Introduzione a Hegel”. di Giovanni Bonacina (Il mulino), che torna alle opere originali per restituirci un Hegel storicizzato, vivo, ambiguo, problematico, ma mai riducibile a uno slogan ideologico.
Curiosità su Hegel: Lo sapevi che…
Era un fanatico della meteorologia. Teneva un diario del tempo atmosferico ogni giorno: amava i dati, anche se credeva che solo lo Spirito potesse unificarli.
Scriveva le sue lezioni con un linguaggio quasi oracolare. I suoi studenti prendevano appunti come se decifrassero enigmi, e molti suoi testi derivano da questi appunti.
Era un sostenitore del progresso, ma non del cambiamento radicale. Credeva che ogni trasformazione dovesse essere il frutto di un processo storico interno.
Non amava Kant. Pur riconoscendone la grandezza, lo accusava di aver spezzato il legame tra pensiero e realtà.
Marx ha detto: “Stavo con Hegel sulla testa, ma ho dovuto rimetterlo coi piedi per terra”. È l’immagine più celebre del rapporto tra i due: Marx capovolge il suo maestro.
Hegel: il grande filosofo, il più controverso di tutti
Oggi più che mai, in un mondo diviso da ideologie, conflitti e crisi globali, Hegel ci ricorda che il pensiero non è mai neutro, ma nemmeno dogmatico. È un processo continuo di confronto, superamento e comprensione.
Leggerlo, anche attraverso un volume divulgativo ma rigoroso come quello di Giovanni Bonacina, significa imparare a pensare nel conflitto, dentro la contraddizione, senza rifugiarsi nella semplificazione.
Forse è proprio questo il motivo per cui resta il filosofo più discusso: perché nessuno è mai riuscito a mettergli davvero la parola fine.
Un pensatore perennemente “conteso”
Da un lato è stato accusato di essere il filosofo della Restaurazione, del potere costituito, dello Stato come espressione della Ragione.
Dall’altro, è stato letto come il pensatore dialettico per eccellenza, colui che ha aperto la strada a Marx, all’idealismo tedesco rivoluzionario, perfino all’utopia socialista.
Ma allora, chi era davvero ? La risposta, come spesso accade nella grande filosofia, non è univoca. Ed è proprio in questa ambivalenza che si nasconde la sua forza.
La sua Fenomenologia dello spirito, la Scienza della logica, i Lineamenti di filosofia del diritto e l’Enciclopedia delle scienze filosofiche sono testi che non si prestano a interpretazioni semplicistiche.
Il sistema e la dialettica
Bonacina, filosofo e storico del pensiero di lunga esperienza, guida il lettore attraverso la costruzione del “sistema” hegeliano, l’ultimo davvero universale nella storia della filosofia occidentale.
In un’epoca in cui ogni disciplina tende a frammentarsi, tenta ancora l’impresa titanica di tenere insieme logica, natura, spirito, diritto, storia, arte e religione.
Il cuore della sua filosofia è la dialettica, un processo che si articola in tre momenti: tesi, antitesi, sintesi. Ma attenzione: non è uno schema rigido. È un movimento interno al reale, che cerca di cogliere le contraddizioni insite in ogni forma di vita e di pensiero, per poi superarle senza cancellarle.
È una filosofia che accoglie il conflitto come motore del cambiamento.
Lo Stato come realizzazione della libertà
Uno dei nodi più controversi del pensiero hegeliano riguarda il ruolo dello Stato. Nella Filosofia del diritto, Hegel lo definisce come “l’incarnazione della libertà”, un’affermazione che ha fatto storcere il naso a molti.
Il rischio, secondo i critici, è di giustificare ogni potere in quanto espressione dello Spirito assoluto. Ma il libro di Bonacina chiarisce bene che per Hegel, lo Stato, non è autorità cieca, bensì l’esito di un lungo processo di maturazione etica della società.
La libertà individuale non si realizza contro lo Stato, ma in esso, nel momento in cui l’individuo riconosce sé stesso nella comunità.
Marx, la sinistra hegeliana e l’ombra lunga del maestro
Proprio qui nasce il grande equivoco politico: Hegel come pensatore conservatore. Ma a partire dalla sua dialettica, numerosi autori daranno origine a quella che viene chiamata la “sinistra hegeliana”, con figure come Feuerbach, Marx, Engels, e in parte Lukács.
Per questi autori, la storia hegeliana non si ferma allo Stato, ma prosegue verso l’emancipazione. La lotta di classe diventa, per Marx, una forma di dialettica storica non più idealistica ma materialistica.
È curioso che molti dei filosofi più critici verso Hegel debbano in realtà a lui la propria struttura di pensiero. E che anche pensatori della destra conservatrice tedesca (e in tempi più recenti anche il pensiero reazionario) abbiano cercato in Hegel la giustificazione dei propri sistemi.
Forse il filosofo divide tanto perché parla a tutti. O perché nessuno può davvero dirsi al sicuro dalla sua filosofia.