Fantasy o Fantascienza? Il dilemma sul BookTok spiegato bene

23 Settembre 2025

Scontro sul BookTok: fantasy o fantascienza? Scopri le definizioni, classici come “Dune” e “Il Signore degli Anelli” e le novità d’autunno.

Fantasy o Fantascienza? Il dilemma sul BookTok spiegato bene

Nel feed italiano di BookTok, negli ultimi anni, si è scatenata una discussione a metà tra meme e critica: da una parte i sostenitori della fantascienza, convinti che il genere alleni il pensiero critico, dall’altra i lettori di fantasy, fieri della potenza mitopoietica del loro immaginario. Alcuni creator molto seguiti hanno alimentato il dibattito parlando del pubblico storico della sci-fi e dei pregiudizi culturali attorno ai generi. Risultato: una vera e propria “civil war” letteraria, che più che sui libri sembra giocarsi sulle identità. Perché, in fondo, fantasy e fantascienza non sono soltanto scaffali in libreria: sono bandiere, appartenenze, modi diversi di raccontare chi siamo.

Che cosa distingue davvero fantasy e fantascienza

Possiamo dirlo molto brevemente: la fantascienza esplora il possibile, anche se improbabile, mentre il fantasy affronta e crea l’impossibile.

La fantascienza parte sempre da un “what if” (e se): cosa succederebbe se una scoperta scientifica, un’innovazione tecnologica o un cambiamento sociale si sviluppasse fino in fondo? Il patto con il lettore è la plausibilità, anche quando il quadro narrativo sembra remoto. Perciò, per sostenere la buona riuscita del libro, bisogna mantenere intatto il patto col lettore.

Il fantasy, al contrario, stabilisce alla base leggi impossibili: magie, divinità, creature, etc, ma pretende che siano coerenti all’interno del mondo costruito dettando così le basi di quello che viene chiamato world-building. Non chiede di credere, ma di accettare il mito.

Sottogeneri ed evoluzioni: quando i confini si toccano

Oggi i generi non sono più compartimenti stagni: la fantascienza ha ramificazioni che vanno dall’hard sci-fi alla space opera, dal cyberpunk al solarpunk. Il fantasy si divide in high fantasy, low fantasy, urban fantasy, grimdark, romantasy e molte altre declinazioni… Per tenere tutto insieme si usa sempre più spesso l’etichetta speculative fiction, che comprende l’intero arcipelago dell’immaginario.

Qual è “più difficile” da scrivere? Due fatiche diverse (e complementari)

Una delle provocazioni nate su BookTok è che la sci-fi sarebbe più complessa e “intelligente” del fantasy. In realtà, ognuna di esse detiene una difficoltà a sé: sono difficoltà diverse.

La Fantascienza sfida l’extrapolazione. Per riuscire a scriverla serve un pensiero rigoroso su cause ed effetti, un world-building causale, e conseguenze sociali o tecnologiche credibili. Il rischio? L’idea brillante senza personaggi vivi: la cosiddetta “tecnobolla”.

Il Fantasy richiede invece mitopoiesi. Non basta disegnare una mappa: servono genealogie, lingue, cosmologie, sistemi magici con limiti chiari. E anche questo genere comporta un rischio nella sua stesura: perdersi in saghe infinite senza un arco narrativo forte, colpa dell’eterno “spiegone” che serve a far comprendere il mondo al lettore, ma non la trama.

In entrambi i casi, la differenza la fanno i personaggi. Un lettore può perdonare un’invenzione poco originale, forse anche un infodump, ma non personaggi che non sono né carne, né pesce.

Due classici su cui fare riferimento

Fantascienza: “Dune” di Frank Herbert (1965)

Dune” è il grande romanzo eco-politico del Novecento. Frank Herbert immagina Arrakis, un pianeta deserto in cui la spezia è risorsa vitale e strumento di potere. Il libro fonde politica, ecologia e religione in un sistema coerente: non fantascienza di gadget, con le navicelle spaziali e gli alieni dal grosso testone grigio, ma fantascienza delle conseguenze.

Chi legge “Dune” capisce subito che la sci-fi non è evasione: è un laboratorio di pensiero.

Fantasy: “Il Signore degli Anelli” di J. R. R. Tolkien (1954–55)

Conosciuto da tutti, anche dal cane del vicino, “Il Signore degli Anelli” è la matrice del fantasy moderno.

Tolkien non ha creato solo una mappa, ma un cosmo intero, con lingue, genealogie e mitologia. Al centro, però, c’è un’etica chiara: il limite del potere, la tentazione e la rinuncia. Non è un caso che continui a essere il paradigma del fantasy classico: epico, ma anche intimo, capace di parlare di bene e male con semplicità e profondità.

Due uscite d’autunno

Fantasy: “Il crocevia dei corvi. The Witcher” di Andrzej Sapkowski (Nord)

Prima di diventare il celebre Lupo Bianco, temuto e rispettato in ogni angolo del Continente, Geralt di Rivia è un ragazzo inesperto appena uscito dall’addestramento a Kaer Morhen. In questo romanzo scopriamo le origini di una leggenda, quando lo strigo non è ancora il cacciatore di mostri che conosciamo, ma un giovane costretto a misurarsi con un mondo che non vuole né accettare né comprendere figure come la sua.

Un atto di ingenuo eroismo lo mette subito nei guai, trasformandolo in capro espiatorio di una folla che non conosce la pietà. A salvarlo dalla forca è Preston Holt, uno strigo burbero, sopravvissuto a un passato oscuro e violento. Ma dietro il gesto di apparente generosità si cela un calcolo personale: Holt vede in Geralt una pedina, un apprendista da piegare alle dure regole della sopravvivenza.

Sotto la guida del suo mentore, Geralt inizia a capire cosa significhi davvero essere uno strigo: proteggere chi lo teme, cacciare mostri che spesso hanno più umanità dei loro committenti, e vivere sul crinale tra il bene e il male.

Il romanzo esplora i primi dilemmi morali che segneranno per sempre il personaggio: restare fedele a sé stesso o cedere alla visione del mondo che lo dipinge come un mostro. “Il crocevia dei corvi” non è solo un prequel, ma un viaggio nel cuore delle leggende, dove ogni scelta ha un prezzo, e il mito si costruisce con sangue, errori e sacrificio. Un nuovo tassello per i fan della saga che ha ridefinito il dark fantasy moderno. Disponibile dal 30 settembre 2025.

Fantascienza/distopia: “Hunger Games. Ediz. illustrata” di Suzanne Collins, illustrazioni di Nicolas Delort (Mondadori)

Il grande classico distopico degli ultimi anni torna in una nuova veste, illustrata da Nicolas Delort. Katniss Everdeen ha sedici anni e vive nel Distretto 12 di Panem, uno dei più poveri e oppressi. In questa nuova edizione illustrata, Hunger Games torna con la forza visiva dei disegni di Nicolas Delort, che amplificano l’impatto della storia e restituiscono in modo potente le atmosfere cupe della saga.

Panem è governata con pugno di ferro da Capitol City, che controlla i distretti con un meccanismo spietato: gli Hunger Games.

Ogni anno durante la cerimonia della mietitura, ventiquattro ragazzi vengono estratti a sorte e costretti a combattersi fino alla morte in un’arena trasformata in spettacolo televisivo. È un reality show crudele che serve da monito per una guerra di cui nessuno sa nulla se non voci e racconti. Nell’occasione della mietitura, Katniss si offre volontaria al posto della sorella minore e inizia così la sua discesa in un incubo che è al tempo stesso spettacolo, strategia e sacrificio.

Il grande classico distopico degli ultimi anni torna in una nuova veste, illustrata da Nicolas Delort che, la forza visiva dei disegni, amplifica l’impatto della storia e restituisce in modo potente le atmosfere cupe della saga.

Katniss Everdeen affronta i Giochi in cui “non esistono affetti, non esiste amore, solo sopravvivenza”. Un romanzo che è riflessione su spettacolo, politica e violenza, che resta attuale per solidarietà e drammaticità, nonostante al tempo dovesse solo essere “uno scenario plausibile ma improbabile”. In uscita il 14 ottobre 2025.

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