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Ettore Randazzo, ”Prendo atto dello sviluppo del digitale, ma sfogliare un libro cartaceo rimane un’esperienza irripetibile”

SPECIALE LIBRI E DIGITALE - Valorizzare le nuove opportunità offerte dal digitale, senza dimenticare l'emozione di leggere un libro cartaceo e cercando di abbattere le problematiche dovute alla pirateria. E' questo il parere dello scrittore e avvocato penalista siracusano Ettore Randazzo in merito allo sviluppo del digitale in ambito editoriale...

Lo scrittore ed avvocato penalista siracusano interviene sull’implementazione del digitale, un fenomeno che può aiutare editori e scrittori ma che non può sostituire l’emozione e la bellezza di sfogliare un libro cartaceo

MILANO – Valorizzare le nuove opportunità offerte dal digitale, senza dimenticare l’emozione di leggere un libro cartaceo e cercando di abbattere le problematiche dovute alla pirateria. E’ questo il parere dello scrittore e avvocato penalista siracusano Ettore Randazzo in merito allo sviluppo del digitale in ambito editoriale. Secondo l’autore del libro “E forse una condanna al silenzio” la digitalizzazione è un fenomeno che può aiutare editori e scrittori ma che non può sostituire la bellezza di sfogliare i classici libri di carta.

Cosa rappresenta secondo lei il digitale applicato in ambito editoriale?
Io credo che, tra qualche anno, una domanda del genere sarebbe arcaica. La digitalizzazione è un processo inevitabile, stiamo andando in quella direzione. La bellezza di sfogliare le pagine di un libro rimarrà soprattutto tra le persone più grandi, mentre tra i giovanissimi quest’abitudine verrà inevitabilmente sostituita. Francamente, credo che dopo ci avremo fatto l’abitudine, la gente guarderà con meno diffidenza al mercato degli ebook, e vedrà il digitale come un mezzo che rende possibile una maggior diffusione della cultura e della letteratura. L’ebook può rappresentare una svolta per aumentare la vendita dei libri.

Come successo per la musica e per il cinema, teme che l’introduzione del digitale possa compromettere la proprietà intellettuale?
Questo non lo so. Che il digitale possa favorire la pirateria è un problema che ritengo vada affrontato, visto che la questione in ambito digitale esiste in diversi campi. Dico soltanto che l’implementazione del digitale non è una scelta che dipende da qualcuno, ma un fenomeno che sta andando avanti inesorabilmente e che comporta al suo interno dei rischi  di contorno.

Come reagiranno le case editrici all’introduzione sempre più frequente dei supporti ebook?
Se fossi un editore, mi porrei seriamente questo problema, e cercherei di essere al passo dei tempi, tenendo conto delle novità tecnologiche.

L’avvento del digitale, secondo lei, comporta anche dei cambiamenti per gli autori per quanto riguarda l’approccio alla scrittura?
Credi di si. Occorrerà entrare in questo ordine di idee e non rifiutare quello che oggi a molti può sembrare un modernismo eccessivo, come già avvenuto in precedenza con il passaggio dal pennino con l’inchiostro alla macchina da scrivere. Era bello vedere la calligrafia di chi scriveva lettere, mentre oggi siamo abituati a mandare mail e d sms molto meno entusiasmanti e romantici. Siamo di fronte ad un fenomeno irreversibile; oggi è necessario utilizzare gli strumenti digitali per la loro capacità di raggiungere velocemente il destinatario.

 

16 ottobre 2012

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