Sei qui: Home » Libri » ”Esistono più storie che libri”, parte con questa provocazione la VI edizione di IfBookThen

”Esistono più storie che libri”, parte con questa provocazione la VI edizione di IfBookThen

Dai libri alle storie, soprattutto quelle che stanno fuori dai libri. IfBookThen, la conferenza ideata e organizzata da Bookrepublic e ospitato nella sede di Intesa Sanpaolo Private Banking, giunge alla sua IV edizione e cambia focus...

La conferenza ideata e organizzata da Bookrepublic è ospitata nella sede di Intesa Sanpaolo Private Banking. L’idea di questo IfBookThen è che il futuro dei libri sia parte di un destino più ampio e complesso, quello, appunto, delle storie disseminate ovunque: tecnologia e rete, insieme per aprire nuove strade alla sperimentazion di nuove narrazioni. E’ possibile leggere una storia fuori da un libro?

MILANO – Dai libri alle storie, soprattutto quelle che stanno fuori dai libri. Parte oggi presso la sede di Intesa Sanpaolo Private Banking IfBookThen, la conferenza ideata e organizzata da Bookrepublic e ospitato nella sede di Intesa Sanpaolo Private Banking, giunge alla sua IV edizione e cambia focus. Un grande laboratorio a cielo aperto, nel quale la tecnologia e la rete hanno aperto molte strade alla sperimentazione di nuove narrazioni; una ricerca che coinvolge nello stesso tempo chi crea, confeziona e distribuisce i contenuti e chi si occupa di comunicazione;autori, produttori, editori insieme a direttori marketing e brand manager. L’idea di questo IfBookThen è che il futuro dei libri sia parte di un destino più ampio e complesso, quello, appunto, delle storie disseminate ovunque.

LA PROVOCAZIONE – Il programma – interamente in lingua inglese – parte di una provocazione: “There are more stories than books” infatti è il sottotitolo di questa edizione e incomincia a parlare di editoria post-editori: il libro converge e confluisce in un mare di storie più ampio, dove è complesso e difficile conquistare l’attenzione delle persone. Su queste premesse si muove l’intervento di Richard Nash intitolato “Scatter, adapt and remember: post-publisher publishing”, affrontando i confini del libro inteso in modo tradizionale e cercando un legame tra le “storie” e il mondo dell’editoria e della letteratura. Frank Rose approfondisce invece la differenza tra “essere immersi” ed “essere coinvolti” nella lettura di un testo (“Immersion, engagement and how to tell the difference”): le regole che governano l’arte della narrazione stanno cambiando, e la natura sociale e collaborativa della Rete contribuiscono alla ridefinizione del ruolo attivo dello spettatore/lettore. 

LO STORY-TELLING – Nella II parte – introdotta da Serena Danna (giornalista de Il Corriere della Sera) – vengono presentate 5 case history che esplorano aree e aspetti diversi dello story-telling: se è vero che si parla di ‘engagement’, di storie che si misurano per le interazioni che riescono a generare, è la qualità delle interazioni che conta sempre di più. L’intervento di Gianluigi Ricuperati, “Not a vandalisation, but the birth of an alternative nation”, è il racconto dell’esperienza di un progetto,  intitolato “Instawords/museum of words”, sviluppato da Domus Academy in collaborazione con l’Institute for Production of Wonder e l’MIT sullo sviluppo di narrazioni possibili e invenzioni formali su tre discipline vitali, cinema letteratura e arti visive. Dorothy Sanders è l’ideatrice di MAPTIA, una piattaforma in cui i viaggiatori possono mappare, condividere, tracciare e commentare i propri viaggi: con “Places are made of a thousands stories” ci racconta come i luoghi condivisi rappresentino una sorta di “diario di bordo” che lega chi li ha visitati, permettendo ai navigatori di condividere esperienze, sentimenti di luoghi visitati. Benjamin Wiederkehr si occupa di Data Visualisation e il titolo del suo intervento è “Telling data, driven stories”; la grande quantità di dati resa disponibile dalla rete è in realtà la sintesi di comportamenti individuali e collettivi, di azioni e interazioni, di contatti che possono essere raccontati attraverso la creazione di interfacce e visualizzazioni grafiche. L’aspetto di visual e transmedia storytelling è esposto da Michel Reilhac con “Real is a platform too”: quest’aspetto significa principalmente “storie interattive”, ma è attualmente una sorta di jungla per produttori televisivi e cinematografici che vogliono esplorala e cercare una vera opportunità economica.

COMMUNITY DI EMOZIONI – Shradha Sharma ha ideato in India la piattaforma YourStory.com: è un esempio della potenza delle storie vere, intorno alle quali si creano community di emozioni prima ancora che di interesse; anche se sono community legate al business. Nel raccontare l’ideazione e lo sviluppo del suo progetto, che conta ora oltre 13.000 storie, Sharma è affiancata da Alessio Pieroni, Ambassador per lo sviluppo di questa iniziativa in Europa. Per cercare di mettere dei punti fissi e dare delle indicazioni precise in questo continuo parlare di “storie”, interviene Gino Roncaglia con “From Homer to Homer Simpson”, dando una definizione su “cosa sia una storia” con una prospettiva storica e culturale. Le storie si raccontano anche attraverso la fotografia, con Davide Monteleone:  vincitore della quarta edizione del Carmignac Gestion Photojournalism Award, con “My Russia, picture storytelling personal and public” racconta del progetto fotografico Spasibo, il suo reportage in Cecenia.  Queste splendide fotografie sono già state presentate alla Chapelle des Beaux-Arts di Parigi nel novembre 2013 e sarà presentato a Milano, in una mostra (dal 24 maggio al 21 giugno 2014 allo Studio Museo Francesco Messina). Luca Scarlini invece ci accompagna nell’ultimo momento della giornata, con un percorso di racconto all’interno delle Gallerie d’Italia che gioca con sette possibili meccanismi narrativi legati ad altrettante opere. Il Museum Storytelling è un racconto di mezz’ora che prende in esame, senza percorso cronologico, opere di Gignous, Milesi, Morbelli, Sartorio, Boccioni, Carutti di Cantogno, e Zandomeneghi. Tra la ricostruzione di storie raffigurate e di vicende degli autori, un viaggio all’interno della collezione ottocentesca della Gallerie d’Italia.

I DESTINATARI – I destinatari di IBT in questa nuovo formato sono persone di diversa estrazione del mondo della comunicazione come autori, creativi, imprenditori e responsabili di business digitali e del Marketing. L’interazione tra speaker e pubblico è un punto fondamentale: esserci significa anche partecipare in modo interattivo, dall’inizio alla fine. I nomi degli speaker che intervengono e l’intero programma sono disponibili sul sito.

22 maggio 2014
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione Riservata