Lo scrittore e disc-jockey ci parla del suo ultimo romanzo e spiega come la lettura può diventare un’abitudine più piacevole dell’ascoltare musica
MILANO – Una lettura divertente, d’evasione, ma al tempo stesso capaci di far riflettere un po’ il lettore. E’ questo “Diabolica celeste”, il nuovo romanzo di Enrico Violet, noto disc-jockey che per oltre 25 anni ha collaborato con le maggiori emittenti nazionali, con il nome d’arte di Claudio Manzoni. Protagonista del libro è Celeste Ardemagni, hacker per passione, ragazza solitaria e dallo humor tagliente. La sua vita scorre tranquilla fino al giorno in cui incontra Vitaliano Spatuzzo, un improbabile fotomodello che le suggerisce l’idea giusta per fare soldi a palate. L’autore ci parla dell’opera e spiega come, nel momento in cui si farà capire ai ragazzi che anche leggendo un libro si possono provare delle emozioni, anche più profonde della musica, molti prenderanno questa piacevole e importante abitudine.
Come nasce l’idea del libro?
L’idea di ‘Diabolica celeste’ nasce da una notizia che tempo fa avevo letto, riguardante una nota attrice di Hollywood, nella realtà esiste ed è Sharon Stone, che aveva dichiarato in una intervista di voler un figlio ma non l’uomo con cui l’avrebbe procreato. Anzi, stilava un profilo preciso di quest’uomo che doveva rispondere a determinati, precisi criteri. Mi sono immaginato cosa sarebbe successo se ad essere scelto fosse stato, invece di una persona con un quoziente intellettivo altissimo, il classico ‘aspirante famoso’ di questi ultimi anni: bello ma ignorante, convinto che l’apparenza sia la cosa più importante. Ovviamente per essere scelto, viste le sue scarse credenziali, ci voleva qualche ‘maneggio’ ed è così che è nato il personaggio della protagonista, Celeste, anch’essa un tipico personaggio dei giorni nostri: intelligente, un genio al computer, difatti è una hacker, ma sostanzialmente ‘disadattata’, vivendo in un mondo tutto suo, dove i rapporti sociali si limitano a internet. E via via che si dipanava il filo della storia, spuntavano altri tipici personaggi della nostra società. Intendiamoci ‘Una diabolica Celeste..’ vuole essere essenzialmente una lettura divertente, d’evasione, ma a me piace anche far riflettere un po’ il lettore. Dietro alcuni di questi personaggi c’è un autentico vuoto di valori, ed è purtroppo una cosa facilmente riscontrabile nella società d’oggi, basta accendere la tivù e fare un rapido zapping per rendersene conto. Ed è portando all’eccesso questi difetti che, con un sorriso, cerco di creare un piccolo spunto di riflessione.
Lei è un noto disk jockey, secondo lei perché i libri e la lettura non riscuoto lo stesso successo di dischi e musica?
Credo che sia un problema di comunicazione. Il messaggio letterario avrebbe bisogno di essere un po’ svecchiato. Per molti ragazzi d’oggi aprire un libro è l’equivalente di una cosa noiosa. A volte sono i contenuti, ma molto più spesso è l’immagine che si ha del libro che è sbagliata, per questo sono nati gli e book che in qualche modo hanno avvicinato un po’ i giovani, anche se con dati ancora non positivi.- La musica ha da sempre il potere di avvicinare i suoi fruitori con immediatezza e semplicità. Ciascuno di noi sceglie gli autori i cui suoni riescono ad entrare meglio in sintonia con il proprio modo di essere. Nella musica si è ‘passivi’ , ci si lascia coinvolgere dalle note, nella lettura invece si è ‘attivi’, la nostra mente elabora ciò che sta leggendo, lo filtra e lo trasforma nelle immagini che preferiamo e così si crea un mondo nuovo e ognuno si crea il suo grazie alla sua fantasia e immaginazione. Nel momento in cui si farà capire ai ragazzi che anche leggendo un libro si possono provare delle emozioni, anche più profonde della musica, credo che molti prenderanno questa piacevole e importante abitudine.
Conosce molto bene i giovani. Cosa si potrebbe fare per rilanciare la lettura, in particolare negli adolescenti?
Booksalad secondo me è un esempio da seguire in questa direzione: grafiche di copertina giovanili e accattivanti, scelta di trame di attualità ma anche divertenti. Gli adolescenti sono molto annoiati, grazie a internet non c’è nulla più che li stupisca o li diverta particolarmente. Possono avere tutto il mondo in casa loro con un clic. Occorre, secondo me, parlare il loro stesso linguaggio, creare storie coinvolgenti, ambientate nel mondo d’oggi, con i suoi problemi e le sue contraddizioni, cercando di farli riflettere divertendoli. Creare, in poche parole, consapevolezza. Molta letteratura adolescenziale di successo è Fantasy, il che dimostra la voglia di evadere dalla realtà. Però è anche vero che occorre ‘accorciare le distanze’. Non serve necessariamente trasportare i ragazzi in un mondo fantastico per farli evadere, bisogna far loro capire che il cervello che hanno è il miglior computer del mondo e che leggere, pensare, riflettere, fanno parte di un processo di miglioramento individuale. Bisogna comunicare con i loro mezzi, con internet ad esempio, e far arrivare un messaggio trasversale, il più possibile in linea con il loro modo di essere.
18 aprile 2014
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