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Enrico Tuccillo, ‘Nel mio libro ho voluto narrare la storia dell’uomo schiacciato dal potere”

Abbiamo intervistato lโ€™avvocato Enrico Tuccillo, autore del romanzo โ€œCrue โ€“ I Codici del Potereโ€, pubblicato da Edizioni Sabinae: una storia affascinante che affronta il tema del rapporto dellโ€™uomo con il potere...

L’avvocato Enrico Tuccillo segna il suo esordio di romanziere con ”Crue – I Codici del Potere”, un romanzo sulla civiltà mediterranea e sul rapporto dell’uomo con il potere

MILANO – Abbiamo intervistato l’avvocato Enrico Tuccillo, autore del romanzo “Crue – I Codici del Potere”, pubblicato da Edizioni Sabinae: una storia affascinante che affronta il tema del rapporto dell’uomo con il potere, il tema del tradimento e le aggressioni cui è sottoposta la civiltà mediterranea.

 

 
Come nasce l’idea del romanzo ‘Crue-i codici del potere’?
Il mito di Crue, volendo rivelare il potere che gestisce gli uomini e la società, delinea i suoi principali volti e le caratteristiche della sua riconoscibilità. Tutti i personaggi – la Madre, Irice, il Pirata, Vesco, Crue, gli Orfani, Lela, Buleo – sono gli stereotipi, protagonisti e vittime del potere nella storia degli uomini. Gii è l’essenza mostruosa priva della forma che, perfetta nel Pirata, uccide per il suo pregiudizio. Il racconto addolcisce e nasconde i codici, mentre la seconda parte del libro rappresenta l’esemplificazione e una testimonianza personale delle drammatiche operazioni del potere che aggredisce la nostra civiltà mediterranea.
 

 
Com’è stato per lei, avvocato penalista, cimentarsi con la narrativa?
La vocazione dell’“advocatus” è quella di dare voce a chi non ne ha. In “Crue” Ho voluto ‘narrare’ la storia dell’uomo schiacciato dal potere usando un metodo più confacente alla cultura mediatica, sintetica ed essenziale, provocando la fantasia creativa del lettore, evitando descrizioni inutili alla comunicazione. È un metodo assolutamente liberatorio ed ho attuarlo è stato un piacere sopraffino.
 

 
A quale tematica del romanzo è più legato?
Il condizionamento che ha subito e continua a subire l’Italia, Napoli in particolare, diretto a creare un’interruzione, uno iatus nella tradizione della civiltà mediterranea. Gli spiriti dei grandi uomini martirizzati e la visione degli italiani nel mondo è il punto più emozionante della narrazione, insieme a quello del tradimento che insegue gli uomini che scelgono il bene, offrendo la propria vita ai fratelli. La confessione della paternità spirituale nel capitolo ‘Tu eri la vita’ è secondo uno dei passaggi più belli di tutto il libro. Quando ho pensato il mito mi sono chiesto quante storie come quella di Lucia devono essere avvenute nel Golfo di Napoli e nel nostro Mediterraneo, così ho creato un ponte tra il mare slavo e il mare nostrano: il capo dei pirati rapisce un bimbo ischitano.
 

 
La narrativa troverà ancora posto nei suoi impegni futuri?
Lo spero proprio. L’immagine più bella della mia vita è quando i miei nipoti mi chiedono ‘Nonno, raccontaci.’
  

11 gennaio 2015

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