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Enrico Deaglio, ”Borsellino era un eroe italiano, e dopo 22 anni non si sa ancora chi l’ha ucciso”

Sono passati 22 anni dalla strage di via D'Amelio, ma la situazione รจ sempre peggiore. Sempre di meno si sร  sulla vicenda, non solo riguardo a chi l'ha ucciso...

Sono passati 22 anni dalla strage di via D’Amelio, ma la situazione è sempre peggiore. Sempre di meno si sà sulla vicenda, non solo riguardo a chi l’ha ucciso. Ciò è dovuto sorpattutto al fatto che il ventaglio dei possibili colpevoli è sempre più ampio: all’interno di Cosa Nostra ci sono diverse cosche indicate come possibili responsabili, poi si parla anche di esponenti dello Stato, quindi dell’assassinio di Borsellino conseguente alla trattativa Stato-Mafia.

Borsellino, come Falcone, è stata una persona straordinaria e unica. Entrambi Hanno coniugato un’onestà ed un coraggio incredibili, con dei risultati nei confronti della lotta alla mafia che nessuno mai aveva raggiunto prima e, aggiungo io, nessun altro ha ottenuto dopo. Erano due personalità diverse, ed è curioso che entrambi siano palermitani, coetanei, e che entrambi rappresentassero quella generazione di persone e magistrati, di cui erano l’espressione non media, ma unica. Sono state due persone isolate, prima di tutto dai loro colleghi, quindi dalla politica. Proprio a causa della loro azione, così incisiva ed epocale, sono stati uccisi.

Avendo seguito come giornalista tutto quel periodo a Palermo, conoscendo ed intervistando Borsellino di persona, ho avuto modo di apprezzare l’uomo più che il magistrato, diventato per me un vero e proprio eroe. Alcune sue caratteristiche umane, il suo senso della giustizia, il suo coraggio, la sua educazione familiare, non ipocrita e compromissoria, unita ad una grande onestà e sobrietà personale, me l’hanno sempre fatto apparire come una persona eccezionale. Per questi motivi, gli ho dedicato 20 anni dopo un libro, “Il vile agguato”, in cui non ho voluto solamente ricostruire quei giorni, ma focalizzare il fatto che sul suo omicidio sia stata costruita la più grande menzogna che la storia italiana e giudiziaria abbia mai riportato: è stato costruito un finto colpevole, Vincenzo Scarantino,  il quale per 17 anni ha fornito una versione totalmente falsa sulla strage di via D’Amelio, facendo mettere in galera e condannare all’ergastolo 7-8 persone, nel disinteresse di tutti, in particolare di una classe di magistrati che avrebbero dovuto essere gli allievi di Paolo Borsellino, che dicevano di non darsi pace finché la verità non fosse emersa, e invece hanno avallato la più disgustosa delle menzogne.

Quello di Borsellino è un caso più unico che raro. Il mistero diventa sempre più grande, insieme a tutto quello che di losco esiste intorno: informazioni pilotate, coincidenze strane, le Procure che se ne occupano in contatto tra di loro. La mobilitazione ultraradicale che ci sarà in occasione dell’anniversario non aiuterà di certo: mi riferisco in particolare a queste ‘agende rosse’ che vedono un enorme complotto dappertutto, e allo stesso tempo si fidano ciecamente di questa indagine condotta dalla Procura di Palermo sulla trattativa Stato-Mafia. Sono due cose che danno il senso di qualcosa che non va, qualcosa di incongruo rispetto alla figura di Paolo Borsellino. Il magistrato Borsellino era un eroe italiano, e dopo 22 anni non si sa chi l’ha ucciso. Questa è la triste verità.

Enrico Deaglio

 

19 luglio 2014

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