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Elvira Serra, ”Nel mio libro parlo della figura dell’amante, delle gioie e dei dolori nell’amare un uomo che non è libero”

Un buon libro, che unisce romanticismo a ironia e racconta una storia vera, non può che incoraggiarne la lettura. Parola di Elvira Serra, giornalista del Corriere della Sera e autrice del libro “L’altra. Storia di un amante”...

La giornalista e scrittrice ci parla così del suo nuovo libro L’altra. Storia di un amante” e analizza la situazione della lettura in Italia

MILANO – Un buon libro, che unisce romanticismo a ironia e racconta una storia vera, non può che incoraggiarne la lettura. Parola di Elvira Serra, giornalista del Corriere della Sera e autrice del libro “L’altra. Storia di un amante”, la storia di una donna che ama un uomo che non è libero, il resoconto di un anno pieno di amore, ma anche di dolore, di riflessioni scomode. Curatrice de La 27a Ora, il blog al femminile del Corriere della Sera, Elvira Serra ci parla così del suo nuovo libro e della situazione della lettura in Italia.

Come nasce la trama di questo tuo libro?
Il libro nasce dalla mia esperienza personale e dal bisogno di introdurre un punto di vista scomodo: di sicuro quello meno popolare o acclamato. Cosa prova l’Altra durante una relazione con un uomo impegnato? Tutti ci preoccupiamo della moglie, pochi si chiedono come si sente l’amante. Naturalmente l’ho scritto perché ho pensato che molte altre donne avrebbero potuto specchiarsi nella storia, non certo perché la mia fosse speciale rispetto alle altre!

Hai attinto dalla realtà per il personaggio di Darcy?
Certo, Darcy è un uomo in carne e ossa, cuore e debolezze.

Quali sono i parallelismi e le differenze sia nella storia sia nei personaggi rispetto alla trama di Orgoglio e Pregiudizio?
Beh, sono molte le differenze… Anzitutto sia Darcy sia Elizabeth erano entrambi liberi, e non è un dettaglio da poco… Il riferimento a Darcy, oltre a essere un omaggio a Jane Austen, è la sintesi dell’uomo ideale, quello che ti fa vivere un amore speciale, importante, quello che ti rimette in discussione e ti fa conoscere una nuova te stessa, come successe con Elizabeth Bennet. Dopo essermi innamorata di quello letterario, come ho avuto modo di raccontare in un articolo uscito sui Tempi liberi del Corriere della Sera, ho incontrato il mio Darcy reale. E lì è cominciata la mia storia…

Quante “Altre” pensi ci siano oggi in Italia?
Molte. Che lo sono, o lo sono state. Se non noi direttamente, le nostre amiche. Ci sono tanti tipi di Altre: quelle per scelta, perché così non si impegnano; quelle di passaggio, che lo diventano per un periodo della loro vita; quelle un po’ ingenue, che sperano di trasformare la relazione da clandestina a trasparente. Sono tutte donne che scelgono e la loro scelta è rispettabile.

Credi che il romanzo sentimentale sia ancora un genere forte in Italia, o ritieni negli ultimi tempi sia stato sorpassato da altri tipi di pubblicazioni?
Credo che in fondo tutte noi restiamo un po’ romantiche. Un buon libro, che unisce romanticismo a ironia e racconta una storia vera, non può che incoraggiarne la lettura. O no? Dopodiché oggi funzionano le storie avvincenti, che ti fanno evadere e disconnetterti dalla realtà. Ma su questo tema, i miei colleghi della redazione Cultura possono rispondere molto meglio di me.

In Italia si legge sempre meno. Cosa si può fare per rilanciare la lettura? Quali sono le responsabilità da parte di pubblici e privati?
Il prezzo dei libri un poco si è abbassato negli ultimi cinque anni, e questo aiuta. Le statistiche dicono che sono le donne ad acquistare più libri, e questo depone come al solito a nostro favore! La lettura andrebbe incoraggiata con interventi sui prezzi, come gli sconti, e con iniziative pubbliche: i festival e le rassegne letterari sono un ottimo strumento, per fortuna ben utilizzato.

28 aprile 2014

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