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Elisabetta Sgarbi di Bompiani, ”Vogliamo trasmettere cultura in modo popolare salvaguardando la qualità”

Offrire esperienze condivisibili da lettori diversi, nel segno di una qualità che si deve ricreare ogni volta: questa è la grande idea che guida l'attività di Bompiani, come spiega la direttrice editoriale Elisabetta Sgarbi. La Dottoressa Sgarbi racconta la storia della casa editrice, nata dall'amore di Valentino Bompiani per la letteratura e i libri di qualità...

La direttrice editoriale parla della passione di Valentino Bompiani per il suo lavoro, della storia e dei principi che ancora oggi guidano l’attività della casa editrice

 

MILANO – Offrire esperienze condivisibili da lettori diversi, nel segno di una qualità che si deve ricreare ogni volta: questa è la grande idea che guida l’attività di Bompiani, come spiega la direttrice editoriale Elisabetta Sgarbi. La Dottoressa Sgarbi racconta la storia della casa editrice, nata dall’amore di Valentino Bompiani per la letteratura e i libri di qualità, i suoi successi e le personalità che hanno contribuito a definirne l’identità.

 

Quali intenti animavano Valentino Bompiani quando fondò la sua casa editrice nel 1929? Può raccontarci qualche aneddoto su questo grande personaggio della storia dell’editoria?
Penso che Valentino Bompiani abbia avuto l’eccezionale merito di combattere su due fronti: la narrativa italiana e quella straniera, senza pregiudizi ma con un entusiasmo che gli ha permesso di presentare ai lettori l’aristocrazia letteraria del nostro tempo: Moravia, Alvaro, Brancati, Savinio, Flaiano, Pirandello, Sciascia, Marotta, Piovene, Gadda, Bufalino, e per gli stranieri Eliot, Steinbeck, Gide, Caldwell, Cronin, Conrad, Camus, Yourcenar, Sartre, Waugh. La Bompiani ha sempre inteso proseguire questo cammino ideale, ma conservando il senso della tradizione. Posso ricordare senz’altro l’amore che Valentino Bompiani aveva per gli scrittori, che come ha affermato Umberto Eco diventavano “suoi amici”, i più cari. E degli amici ci si prende cura, come appunto faceva Valentino. Controllava tutto, testi, copertine, vendite, l’intero ciclo produttivo. Molti rammentano e citano spesso una sua frase emblematica, che rivolgeva ai redattori e ai grafici quando gli pareva che avessero sottovalutato qualche elemento del loro lavoro concernente uno scrittore.  Cito Eco : “Ricordo (avendo lavorato per una ventina d’anni con lui) certe scenate omeriche (Bompiani andava celebre per le sue scenate, che terrificavano anche chi vi assisteva senza essere coinvolto, anche chi sapeva che lui le costruiva a freddo) nei confronti di un tecnico che talora, avendo un titolo troppo lungo da mettere sul dorso del libro, decideva di risparmiare sull’autore mettendo solo le iniziali del nome di battesimo. Bompiani diventava rosso in viso e dava in escandescenza: non si scrive ‘A. Moravia’, come se fossimo in caserma o al municipio. O nome e cognome per intero o solo cognome: ‘Questo è un Autore, capisce?’, gridava, ‘non è un numero qualsiasi, è un Autore!’”(Panta Editoria, n19, 2001, pag 208, Bompiani) Una cosa del genere la può dire solo una persona che concepisce il proprio lavoro come una vocazione autentica.
 
Quali personalità – autori e collaboratori di Bompiani – hanno contribuito maggiormente a definire l’identità della casa editrice? 
Autori come Elio Vittorini, Umberto Eco, Alberto Moravia hanno definito e ancora definiscono l’identità ideale della Bompiani. Ma anche direttori editoriali come Oreste del Buono, Antonio Porta e Mario Andreose. Sono le colonne portanti dell’attività editoriale svolta dalla Bompiani per tutto il corso del secolo scorso; un’attività che continua nel nuovo millennio alla luce della medesima idea guida: trasmettere cultura ed esperienza in modo popolare salvando e incrementando in modo razionale la qualità.
 
La casa editrice ha pubblicato in Italia uno dei più grandi best seller mondiali di tutti i tempi, “Il Piccolo Principe”. Com’è avvenuta la scoperta di questo libro?
Il “Piccolo principe” si continua a ristampare dagli anni quaranta del XX secolo. E’ stata una grande scoperta di Valentino Bompiani, che amava molto le opere di Saint-Exupéry.
E quel capolavoro continua oggi a essere una punta di diamante della casa editrice Bompiani.
 
Ci può citare qualche altro grande successo che fatto la storia della casa editrice?
E’ facile dire “Il nome della rosa” di Umberto Eco, oppure “L’Alchimista” di Paulo Coelho. Libri che hanno da una parte dimostrato che qualità e popolarità non sono elementi opposti, tutt’altro, e dall’altra hanno inaugurato un modo diverso di fare letteratura. Sono libri per una “società aperta”, ed è appunto adesso che possiamo apprezzarli.
 
Quali sono i principi che animano il progetto editoriale Bompiani oggi e quale l’eredità raccolta dalla sua storia?
Come dicevo, c’è un’unica grande idea che ci sorregge: trasmettere, offrire esperienze condivisibili da lettori diversi, nel segno di una qualità che si deve alimentare e ricreare ogni volta.
Un editore vero fa questo, tutto il resto è chiacchiera.
 
Può anticiparci qualche titolo in uscita?
Sta per uscire, il 7 novembre, il nuovo libro di Andrea De Carlo. Si intitola “Villa Metaphora”, ed è un romanzo straordinario, il frutto della piena maturità espressiva di questo scrittore che da anni seguo, insieme ai lettori.

 

2 novembre 2012

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