C’è un libro che porta un nome impegnativo in copertina, Marx, ma che sorprende per la sua forza attuale, la sua chiarezza, e la sua modernità politica e intellettuale. Si tratta di “La questione femminile” di Eleanor Marx ed Edward Aveling, edito in Italia da Bordeaux con la traduzione di Sara Grosoli e una prefazione di Michela Becchis.
Un volume che ci restituisce la voce dimenticata di una delle figure più affascinanti del femminismo socialista: Eleanor Marx, figlia minore di Karl Marx. Ma Eleanor non fu solo “la figlia di”. Fu una donna colta, militante, appassionata di teatro, impegnata nella divulgazione del pensiero marxista, e profondamente convinta che la questione femminile fosse, prima di tutto, una questione sociale. E non a caso, uno dei testi contenuti nel volume è proprio “Una casa di bambola riparata”, pamphlet in cui Eleanor prende posizione contro la lettura borghese del dramma ibseniano e propone invece una visione più politica, più radicale, più collettiva.
Eleanor Marx e La questione femminile
Il testo principale del volume, “La questione femminile”, è una riflessione lucidissima sulla condizione della donna nel capitalismo vittoriano. Scritto con Edward Aveling, compagno di vita e di lotte di Eleanor, il saggio smonta con intelligenza e ironia le argomentazioni degli uomini che considerano la donna “inferiore per natura” e denuncia con forza il doppio standard morale, giuridico ed economico a cui le donne sono sottoposte.
La tesi centrale è chiara: la liberazione della donna non può realizzarsi all’interno del sistema capitalistico. È necessaria una rivoluzione sociale che liberi uomini e donne insieme. Nel suo saggio Eleanor coniuga pensiero marxista, femminismo e analisi concreta della realtà, riflettendo sul lavoro domestico, sulla sessualità, sull’educazione, sul matrimonio e sulla maternità. Ma lo fa sempre con uno sguardo politico, mai riducendo la questione a un problema individuale. In questo senso, Eleanor anticipa molte delle battaglie che saranno riprese nel Novecento dal femminismo socialista e materialista.
E non è tutto. Eleanor Marx fu anche una traduttrice instancabile. Sua è la prima traduzione inglese del “Capitale” di Marx (curata con attenzione certosina e con grande padronanza teorica), ma anche la traduzione di opere teatrali, tra cui “Casa di bambola” di Ibsen e il “Madame Sans-Gêne” di Sardou. Il teatro, per lei, era uno strumento politico e culturale potentissimo: fondò compagnie amatoriali, recitò, scrisse saggi e promosse la diffusione del teatro sociale in Inghilterra. Ma la vita di Eleanor fu anche segnata da un grande dolore.
La sua relazione con Edward Aveling, brillante ma egocentrico e spesso infedele, fu lunga e tormentata. Nonostante ciò, Eleanor gli restò accanto, fino a quando, tradita, umiliata, sola, decise di togliersi la vita nel 1898, a soli 43 anni. La sua morte fu un colpo per i movimenti operai europei, ma anche l’inizio di una lunga rimozione.
Per decenni, Eleanor è rimasta ai margini della storiografia ufficiale, oscurata dal padre e trascurata dal canone. Oggi, libri come quello pubblicato da Bordeaux restituiscono finalmente voce a questa figura straordinaria. “La questione femminile” non è solo un documento storico, ma un testo ancora capace di interrogare il nostro presente. Perché molte delle ingiustizie che Eleanor denunciava sono ancora vive: la disparità salariale, la violenza di genere, la subordinazione economica, il moralismo sui corpi e sulla sessualità delle donne.
Riscoprire Eleanor Marx significa, dunque, anche ripensare il femminismo in chiave politica e collettiva. Significa ritornare all’idea che l’emancipazione non può essere solo individuale, e che la trasformazione sociale passa per un cambiamento radicale delle strutture economiche e culturali.
Il libro, curato con attenzione editoriale da Bordeaux, si inserisce in una linea preziosa di recupero del pensiero femminista d’altri tempi. Con una copertina incisiva, una traduzione limpida e una prefazione colta e appassionata, questa edizione italiana è perfetta per chi vuole scoprire o approfondire una figura ancora troppo poco conosciuta in Italia.
Eleanor Marx ci ricorda che la battaglia per i diritti delle donne è inseparabile da quella per la giustizia sociale. Il suo messaggio attraversa il tempo e ci arriva oggi con forza intatta. E se è vero che la storia è fatta anche di genealogie invisibili, Eleanor Marx è un’antenata potente a cui vale la pena guardare. Non solo come “la figlia di Karl”, ma come una pensatrice autonoma, una militante appassionata, una donna che ha scelto di vivere (e scrivere) per cambiare il mondo.