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”Dove comincia l’Abruzzo”, il libro che racconta il viaggio on the road di Maurizio Silvestri e Paolo Merlini

Viaggiano insieme dai tempi del liceo. E, oggi, che sono diventati due adulti e due professionisti, non riescono a stare lontani delle valigie e dalle loro avventure. I protagonisti di questo ''amore per il viaggio'' sono Paolo Merlini e Maurizio Silvestri...

Paolo Merlini e Daniele Silvestri: quattro mani per dare vita ad un unico e straordinario libro che racconta l’Abruzzo come, probabilmente, non l’avete mai visto. Nessun viaggio organizzato, solo voglia di partire. All’avventura, slow, on the road. In un’intervista doppia i due autori ci raccontano come è nato ”Dove comincia l’Abruzzo”

MILANO – Viaggiano insieme dai tempi del liceo. E, oggi, che sono diventati due adulti e due professionisti, non riescono a stare lontani delle valigie e dalle loro avventure. I protagonisti di questo ”amore per il viaggio” sono Paolo Merlini e Maurizio Silvestri che, da poco, hanno dato vita al loro ultimo romanzo ‘Dove comincia l’Abruzzo’, un viaggio slow, on the road, per riscoprire tutto il bello di questa regione italiana, duramente colpita dal sisma, andando a scovare gli angoli più sperduti e meno turistici. Paolo Merlini e Maruzio Silvestri, ancora una volta si sono messi in viaggio. E dopo l’esperienza nella Marche e in Abruzzo ora, forse, si preparano per un altro tour on the road alla scoperta della Sicilia. Ecco come è nata la loro passione per i viaggi e per la scrittura.

Tutto si evolve alla velocità della luce. Le persone vivono perennemente di corsa. Voi mettete uno ‘stop’ a tutto questo, con il libro ‘Dove comincia l’Abruzzo’ nato da un viaggio slow, on the road. Perché questa scelta?

Paolo Merlini: Di fatto ho orrore della fugacità della vita ed allora l’unica è rallentare a più non posso. Così, quando sento traboccare ‘il logorio della vita moderna’, io come Ernesto Calindri nello spot d’antan di un liquore a base di carciofo, urlo ‘fermate il mondo, voglio scendere’ e poi salgo su una corriera per un nessun dove.

Maurizio Silvestri: Il viaggio di scoperta, il vero viaggio oserei dire, non può essere che lento. Gli altri sono solo trasferimenti, sono lavoro, nel senso peggiore del termine, cioè travaglio. La scoperta di una terra, l’Abruzzo in questo caso, passa quindi necessariamente attraverso il tempo lento, quello dedicato a odorare le vie, osservare i paesaggi, ascoltare le persone. In questo senso la corriera è un mezzo privilegiato ma ci si può spostare anche in auto volendo, la cosa fondamentale è lo spirito con cui si affronta il viaggio.

 

Un libro scritto a quattro mani: uno esperto di trasporto pubblico e l’altro di enogastronomia. Come nasce la voglia di scrivere insieme? E quali sono le difficoltà nello scrivere un libro a quattro mani?

Paolo Merlini: Siamo amici da tutta la vita e forse la ‘voglia di scrivere insieme’ è figlia della gioia che proviamo nel viaggiare insieme. Viaggiamo insieme dai tempi del liceo e da sempre ‘nell’economia della coppia’ abbiamo ruoli bene definiti: io sono quello razionale, organizzatore minuzioso, puntuale e preciso, il Mau è l’estro, la fantasia, la follia… in una parola il Genio! Però, inspiegabilmente i ruoli si invertono quando scriviamo perchè lui ha uno stile più giornalistico, rigoroso e misurato, io sono barocco, ombelicale, diaristico e spesso marcatamente onirico.

Maurizio Silvestri: Non c’è alcuna difficoltà perché ognuno scrive per sé e alla fine, come in un uvaggio perfetto, si assemblano le uve delle due vigne e viene fuori un vino espressione di entrambi. Il viaggio è sempre individuale, così anche la scrittura e il fatto che siamo esperti in due ambiti differenti arricchisce la narrazione. Inoltre viaggi e vini si sposano benissimo. Siamo compagni di banco al liceo, viaggiamo insieme da una vita, in viaggio passiamo insieme 24ore al giorno però siamo molto diversi, anzi quasi antitetici e ognuno di noi “sente” e guarda e quindi scrive cose molto diverse.

 

Grazie al vostro libro è possibile visitare con la fantasia zone dell’Abruzzo magari meno conosciute, perché meno turistiche. La stessa esperienza l’avete già fatta nelle Marche. Prossima tappa?

Paolo Merlini: Come ci ricorda Shalev ‘gli uomini fanno progetti e gli Dei sorridono’ e allora, a Dio piacendo, partiremo presto per l’isola del tesoro: la Sicilia.

Maurizio Silvestri: Potrebbe essere la Sicilia, ma nel lungo periodo ci farebbe piacere scrivere della strada per Teheran e magari nel 2019, dopo sessanta anni, ripercorrere il viaggio lungo le coste italiane di Pasolini, ovviamente in corriera invece che in Fiat 1100.

 

L’Abruzzo è una regione italiana ricordata spesso a causa del terribile sisma del 2009. Che ruolo ha, o ha avuto, il terremoto nel vostro libro ‘Dove comincia l’Abruzzo’?

Paolo Merlini: L’Aquila è una città che amo molto e soffro nel vederla così malconcia. Non posso che fare il tifo per gli aquilani ed aiutarli a ricordare la città com’era prima del 2009. I cantieri per la ricostruzione del centro storico sono partiti da tempo e L’Aquila tornerà ad essere più bella di prima, ne sono certo.

Maurizio Silvestri: Il terremoto, chi non è abruzzese non lo ha percepito, ha colpito duramente L’Aquila, il resto della regione non è stato di fatto coinvolto. Quindi nel libro il terremoto entra in scena solo al nostro arrivo nel capoluogo con tutto il dramma della città ferita e abbandonata dai suoi abitanti. Ma raccontare il terremoto era doveroso e il libro inizialmente doveva intitolarsi “Appuntamento a L’Aquila” poi lo abbiamo cambiato perché non sarebbe stato coerente con il viaggio che ha coinvolto invece tutta la regione.

Qual è l’obiettivo che sperate di ottenere con la pubblicazione di questo libro? Quale reazione vi aspettate dai lettori?

Paolo Merlini: L’obiettivo è quello di far scoprire questa regione magnifica che ‘gli italiani moderni spesso conoscono meno degli antichi romani’, per rubare le parole ad Anne Mcdonnell che un secolo fa, viaggiò in Abruzzo regalandoci un lungo e interessante resoconto. Altro importantissimo obiettivo è quello di raccogliere fondi per l’associazione Bibliobus di l’Aquila alla quale sono devoluti i diritti del libro. Fatte queste premesse, ci aspettiamo di vendere tante copie e di essere emulati da un’infinità di viaggiatori lenti in Abruzzo.

Maurizio Silvestri: La cosa più importante è che abbiamo deciso di devolvere tutti i nostri diritti d’autore a Bibliobus, una benemerita associazione aquilana che dopo il terremoto ha svolto la funzione di biblioteca ambulante a bordo di una corriera. È la quadratura del cerchio.

30 maggio 2014
 
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