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Dimmi quanto leggi e ti dirò a quale classe sociale puoi appartenere

È vero che l'abito non fa il monaco, ma spesso dalla biblioteca di una persona si può intuire molto sul livello culturale e sociale a cui appartiene...

Una ricerca inglese mostra che chi appartiene a classi sociali più basse legge di meno e questo diventa un ostacolo alla possibilità di migliorare la propria condizione

MILANO – È vero che l’abito non fa il monaco, ma spesso dalla biblioteca di una persona si può intuire molto sul livello culturale e sociale a cui appartiene. Le nostre abitudini di lettura infatti, secondo un sondaggio condotto dall’Istituto DJS per Booktrust in Gran Bretagna, sarebbero fortemente influenzate dal nostro background. I dati, pubblicati da The Guardian, sono inequivocabili: più è alto lo status socio-economico di appartenenza, più spesso si legge. Bookstrust spera che i risultati di questa ricerca possano mettere in allarme sul divario culturale tra le classi, che si trasforma in un ostacolo, per chi ha una condizione sociale più bassa, alla possibilità di migliorare la propria condizione sociale.

PIÙ POVERI, MENO ISTRUITI – Dai dati si nota una divisione culturale significativa sulla lettura, con circa metà della popolazione che legge un libro almeno una volta a settimana e il 45% che alla lettura preferisce la televisione.
Lo studio ha evidenziato un collegamento tra la condizione di povertà e il non leggere libri: i soggetti che leggono di meno, infatti, in genere vivono in aree povere e in media sono uomoni sotto i trent’anni, con un basso livello di istruzione e poco soddisfatti della propria vita.
‘Siamo nel 2013, non più nel 1813 – ha commentato uno degli intervistati – Abbiamo l’elettricità, quindi possiamo comprare i DVD o guardare la televisione piuttosto che leggere libri’.

I GIOVANI LEGGONO SEMPRE MENO – Le percentuali rispecchiano in pieno lo scarso amore delle giovani generazioni verso i libri: circa un quinto degli adulti ha infatti rivelato di non leggere mai dei libri veri e propri e il 56% pensa che internet sostituirà interamente i libri nei prossimi 20 anni, percentuale che sale al 64% nella fascia 18-30 anni. Internet e social media sono preferiti dal 37%, ma questa stima sale al 56% tra gli under 30, mentre quasi tutti quelli che hanno risposto che leggere ha migliorato la propria vita apparteneva a una classe medio-alta.

L’AMORE PER LA LETTURA SI EREDITA DAI GENITORI – L’amore per la lettura dei propri genitori può poi contagiare anche i figli: la ricerca mostra anche un altro legame significativo, tra le abitudini di lettura del genitori e la predisposizione alla lettura dei bambini: l’89% degli intervistati ai quali i propri genitori hanno letto da piccoli, ora ripetono questo gesto d’amore ai propri figli. Secondo Booktrust, questo divario di lettura porta un gran numero di bambini a perdersi i grandi benefici che possono garantire i libri.

LA LOTTA ALLA POVERTÀ PASSA PER I LIBRI – Viv Bird, direttore esecutivo di Bootrust, sottolinea proprio come la ricerca indichi che i lettori più accaniti sono più’portati a essere soddisfatti della propria vita, più felici e di successo nelle professioni. Trovare un’unica soluzione al problema della mobilità sociale è impossibile, ma è sicuro che la lettura abbia un ruolo davvero importante’. Insomma, la lotta alla povertà passa anche tra le pagine di un libro.

Elena Chiara Liguori

3 aprile 2014

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