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”Dieci donne” di Marcela Serrano, la sfaccettata bellezza dell’universo femminile

Non leggo i libri di racconti. Non รจ una questione di principio, รจ che proprio non ci riesco. Mi sembra di leggere qualcosa di incompleto, qualcosa che mi lascia a corto di emozioni. Quando inizio a sfogliare 'Dieci donne' non mi accorgo che...

Non leggo i libri di racconti. Non è una questione di principio, è che proprio non ci riesco. Mi sembra di leggere qualcosa di incompleto, qualcosa che mi lascia a corto di emozioni.

 

Quando inizio a sfogliare ‘Dieci donne‘ non mi accorgo che, in effetti, potrebbe configurarsi come un romanzo fatto di racconti. Dieci di preciso. Perché ogni capitolo racconta di una donna che va in terapia, nove in totale. L’ultimo parla di Natasha, la psicoterapeuta. Le prime pagine sono degne di una sceneggiatura da film: Marcela Serrano, con la sua maestria, con l’accuratezza che ha nel descrivere particolari, racconta l’arrivo delle donne presso la struttura che ospiterà le nove donne più una.

Ma a dire il vero, tutto il romanzo emoziona. Ogni donna con la propria storia, con la propria tristezza. Francisca perde sua madre e suo fratello e definisce ‘paralizzante’ la vita quotidiana, Manè che affronta la sua vecchiaia e combatte il mostro della solitudine, Juana e il suo Flaco sposato, Simona con la sua avversione per gli uomini, Layla vittima di violenza che cresce il figlio di questa violenza, Luisa che aspetta il suo Carlos desaparecido, Guadalupe che vive il suo orientamento sessuale come motivo di dissidio interiore, Andrea finita nel vortice del suo lavoro di giornalista.

E infine, Natasha. La sua storia, con una tristezza particolare, è raccontata dalla sua assistente, come una voce fuori campo. E ciò che colpisce è proprio questo punto più di tutto il romanzo: difatti, penso che nessun lettore avrebbe mai immaginato di trovare anche la storia personale della stessa psicoterapeuta. Perché, spesso, nell’immaginario collettivo il medico non sembra avere bisogni, non sembra avere vuoti da colmare. Qui invece si scopre anche la vita drammatica della stessa psicoterapeuta, che si racconta attraverso la voce commossa della sua assistente. La scrittura può essere vista come la stessa terapia, cura dell’anima? A questo interrogativo, può risponderci solo questa meravigliosa scrittrice cilena. 

 

Olga Aloise

 

 

12 aprile 2015

 
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