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Della Passarelli, ”Bambini, i libri vi danno una marcia in più”

Pubblicare libri per bambini e ragazzi che lascino il ''segno''. Con questo obiettivo Della Passarelli fonda nel 1990 insieme ad Antonio Spinelli la casa editrice Sinnos, che in più di 20 anni ha pubblicato storie della nostra e di altre culture, libri che raccontano punti di vista diversi della realtà, capaci di mostrare come temi importanti quali partecipazione, rispetto dell'altro, regole condivise, siano fondamentali per vivere più felici e per costruire una società democratica...

La responsabile della casa editrice Sinnos illustra i progetti e analizza la situazione dell’editoria rivolta ai ragazzi

MILANO – Pubblicare libri per bambini e ragazzi che lascino il “segno”. Con questo obiettivo Della Passarelli fonda nel 1990 insieme ad Antonio Spinelli la casa editrice Sinnos, che in più di 20 anni ha pubblicato storie della nostra e di altre culture, libri che raccontano punti di vista diversi della realtà, capaci di mostrare come temi importanti quali partecipazione, rispetto dell’altro, regole condivise, siano fondamentali per vivere più felici e per costruire una società democratica. Tra le protagoniste questo fine settimana a Gavoi del Festival Letterario della Sardegna, Della Passarelli racconta i progetti della sua casa editrice ed analizza la situazione dell’editoria rivolta ai ragazzi.

 

Quali sono le caratteristiche della sua casa editrice?
Tutte le nostre pubblicazioni nascono da una considerazione: aiutare i bambini a diventare adulti consapevoli e lettori è un investimento su cui vale la pena lavorare. Siamo nati più di 20 anni fa nel carcere di Rebibbia. Il nome deriva dalla volontà di creare una casa editrice che lasciasse il segno, che fosse fatta di tanti segni. Da qui appunto la scelta del nome Sinnos, un nome evocativo.  E’ essenzialmente un progetto di educazione alla cittadinanza che poi si snoda nelle tante collane. La prima è “Mappamondi”, libri scritti da immigrati che raccontano in doppia lingua l’incontro fra le culture, e che ha permesso ai bambini italiani e stranieri delle scuole italiane di conoscersi. Curiamo la narrativa sia per piccoli che per  adolescenti. Abbiamo creato una font “Leggimi” anche per ragazzi dislessici o pigri, ai quali abbiamo dedicato un’intera collana narrativa. La collana giuridica “Nomos”, nata nel 1995 con Lorenzo e la Costituzione, si rivolge alla fascia elementare e anche agli adolescenti per spiegare a loro carte, statuti, normative.

 

Quali sono i vostri progetti per promuovere la lettura?
Sempre allo scopo di lasciare un segno, facciamo anche progetti di promozione alla lettura: “I libri? Spediamoli a scuola!”, che prevede un gemellaggio in tutta Italia tra librerie indipendenti e scuole, attraverso il quale i cittadini diventano azionisti di biblioteche scolastiche acquistando un libro. Un altro progetto nazionale per sostenere la lettura è “Le Biblioteche di Antonio”; voluta per ricordare il fondatore Antonio Spinelli, questa iniziativa consiste nel regalare ogni anno dei libri ad una biblioteca scolastica che dichiari di aver un bel progetto ma di non aver accesso ai libri per vari motivi.

 

Quali sono le differenze tra scrivere libri per adulti e realizzare opere rivolte ai ragazzi?
Non è vero che scrivere per ragazzi sia più facile rispetto allo scrivere libri per adulti. Chi scrive per ragazzi deve avere una cura, un’attenzione, non tanto dal punto di vista pedagogico, ma nella capacità di far passare  valori, messaggi attraverso storie che abbiano qualcosa da dire. Lo scrittore per ragazzi fa un lavoro più certosino, in quanto non può rischiare né di annoiare i lettori più piccoli, né di trasmettere a loro messaggi troppo semplificati. Come diceva Calvino, occorre mettere nella leggerezza senso e contenuto. In Italia siamo arrivati ad un ottimo livello d’illustrazione, ma dal punto di vista narrativo facciamo ancora molta fatica a trovare autori che sappiano effettivamente scrivere libri per bambini.

Per quanto riguarda la letteratura per ragazzi, come vedi il genere fantasy?
E’ un fenomeno, utile a trainare la lettura e portare in libreria i ragazzi. Non ci vedo nulla di male. Sono favorevole ai fenomeni commerciali, ma credo si debba creare all’interno delle scuole e delle biblioteche pubbliche un circuito  di attenzione a libri di qualità, che non abbiano solo uno spirito di vendita, ma che abbiano un progetto dietro. Mi guarderei da quegli autori che scrivono 4-5 titoli l’anno. Non si può scrivere un libro di qualità in 2 mesi.

In Italia si legge poco. Cosa si può fare per promuovere la lettura?
Siamo in periodo di grave crisi economica, quindi i fondi per la cultura sono pochi. Tutti noi lettori dobbiamo rimboccarci le maniche, e contagiare al piacere della lettura, sostenendo le biblioteche scolastiche e il lavoro degli insegnanti. Molto potrebbero farlo anche le tv, non tanto attraverso trasmissioni dedicate ai libri, che potrebbero risultare noiose, ma dando visibilità ai libri, ad esempio mettendo in mano a giornalisti ed attori i libri. Forse questo farebbe la differenza, dimostrare che avere un libro non è qualcosa da sfigati. Dico sempre ai bambini che, se diventate dei lettori, avrete una marcia in più, perché nei libri ci trovate le risposte, la consolazione. Un libro non si spegne all’improvviso, non c’è bisogno di metterlo in carica, ed è possibile portarlo dappertutto.

 

30 giugno 2012

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