Il debutto che il Library Journal definisce “profondamente avvolgente”: memoria, magia e donne coraggiose

5 Agosto 2025

Un debutto che parla di donne, magia ed ereditarietà intrecciata, che il Library Journal ha definito avvolgente: “Mille donne prima di noi” di Asha Thanki.

Il debutto che il Library Journal definisce "profondamente avvolgente": memoria, magia e donne coraggiose

Oggi siamo qui per parlarvi di un libro che parla di donne, di generazioni, di amore e sacrificio, un tema che va a intrecciarsi — letteralmente — nella memoria dei personaggi creati da Asha Thanki. Un libro ricco di simbologia, pregno del peso ereditario, costruito con uno stile narrativo maturo narrativo maturo e privo di orpelli.

“Mille donne prima di noi”, un debutto eccezionale

Mille donne prima di noi”, il romanzo d’esordio di Asha Thanki, pubblicato da Einaudi nella traduzione di Federica Oddera, non è solo una saga familiare ma un’opera capace di attraversare decenni e confini, unendo storie d’amore, traumi storici e memorie antiche.

Non stupisce che abbia ottenuto riconoscimento sulle riviste letterarie statunitensi più autorevoli.

Una narrazione che viaggia tra continenti e generazioni

Al centro del romanzo c’è Ayukta, artista queer di Brooklyn, che decide di condividere con sua moglie Nadya un segreto ereditato da generazioni: un drappo ricamato che permette alle donne della sua famiglia di intraprendere un viaggio sensoriale nel passato, modellando la realtà attraverso i ricordi e desideri.

Il racconto si dipana a partire dalla vita della nonna Amla, nata a Karachi e sopravvissuta alla dolorosa Partition tra India e Pakistan. Poi si sposta su Arni, figlia di Amla, in lotta per i diritti delle donne in Gujarat negli anni Settanta, fino alla stessa Ayukta, chiamata a scegliere se tramandare o modificare l’eredità che pesa sulle spalle di ogni donna.

Come sintetizza con delicatezza Library Journal: “Thanki costruisce un racconto avvincente e spesso straziante […] tocca temi come uguaglianza di genere, casta, famiglia, amicizia e amore”, citando anche il tessuto magico come potente metafora dei vincoli che le donne portano con sé.

La critica negli USA

Sebbene Asha Thanki sia ancora una giovane voce, il suo debutto ha catalizzato l’attenzione dei critici statunitensi. La recensione del Minnesota Star Tribune di Kevin Canfield descrive il libro come “epopea emotiva ambientata in uno scenario di tensioni geopolitiche… una trama fondata su un drappo ereditato, metafora dei pesi spesso posto sulle donne”.

Shelf Awareness lo definisce un romanzo “evocativo, coinvolgente e intimo”, capace di intrecciare vicende familiari con grandi drammi storici, mantenendo l’empatia come guida emotiva principale.

Il sito BookBrowse parla di “debutto tanto poetico quanto propulsivo, indagando l’eredità, il potere dell’arte e la possibilità di riscrivere il futuro”.

Kirkus Reviews apprezza la prosa lirica e l’ambizione narrativa, sottolineando come il romanzo riesca a mescolare realismo magico e temi femministi con sapienza.

Secondo queste fonti, il romanzo si colloca come un esordio da seguire, con una capacità narrativa che unisce emozione e simbolismo in modo davvero efficace.

Un debutto che lascia il segno

Asha Thanki è riconosciuta — come nota Library Journal — come “una nuova voce da tenere d’occhio”. Il suo romanzo è stato salutato come un ponte tra generazioni, tra passato e presente, tra arte e memoria. Non sorprende che BookMarks , il sito che raccoglie recensioni da fonti letterarie professionali, valuti il romanzo con giudizi complessivamente positivi su cinque fonti, classificandolo come “Rave” / “Positive”.

Non si tratta solo di un romanzo sulla diaspora, sulle dinastie femminili o sul potere dell’arte. È una riflessione sul testimone che ogni donna porta, consapevole o meno, nella sua vita quotidiana.

L’autrice

Asha Thanki è una saggista, scrittrice di narrativa che vive attualmente a Minneapolis. Le sue opere sono apparse su prestigiose riviste come The Southern Review, Platypus Press’ wildness, The Common, Catapult, Hyphen e altre ancora, spiccando per la profondità tematica e qualità stilistica.

Risulta tra le voci emergenti più interessanti del panorama letterario nordamericano e ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua scrittura, tra cui il 2019 Arkansas International Emerging Writers Prize (giudicato da Sigrid Nunez) e il quarto posto nel Zoetrope: All Story’s 2020 Short Fiction Competition.

È stata finalista per il Best of the Net 2020 e nominata per l’antologia Best American di Houghton Mifflin Harcourt.

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