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Daniela Farnese, ”La scrittura e la lettura sono un momento di pausa dalla frenesia quotidiana”

La scrittura è un modo per lanciare un messaggio nella bottiglia, per comunicare e stringere relazioni. Così Daniele Farnese riassume il senso della sua esperienza d'autrice, dal blog Malafemmena, dove veste i panni della Dottoressa Dania, al suo primo romanzo, ''Via Chanel No 5''...

La giovane autrice racconta del suo primo romanzo, “Via Chanel No 5”, del suo blog e dei suoi gusti come lettrice

 

MILANO – La scrittura è un modo per lanciare un messaggio nella bottiglia, per comunicare e stringere relazioni. Così Daniele Farnese riassume il senso della sua esperienza d’autrice, dal blog Malafemmena, dove veste i panni della Dottoressa Dania, al suo primo romanzo, “Via Chanel No 5”,  storia di una giovane che, prendendo a modello di vita Coco Chanel, supera la rottura con il fidanzato e impara a cavarsela da sola in una città che non conosce, gettandosi a capofitto nella vita mondana milanese. La scrittrice racconta come nasce il suo libro, parla di lettura e del suo blog.

Lei ha lavorato in teatro come attrice, si occupa di organizzazione di eventi e collabora con agenzie di comunicazione, riviste, radio, TV. Com’è arrivata la scelta di scrivere un romanzo? Com’è nata l’idea di “Via Chanel No 5”?
L’esperienza della scrittura non è nuova per me. Avevo già pubblicato un manuale, e dal 2003 tengo un blog, Malafemmena, dove mi firmo come Dottoressa Dania. Dopo anni di scrittura schematica e veloce sul web, avevo voglia di una storia più elaborata. Non è stato facile all’inizio, perché i personaggi di un romanzo devono vivere a lungo, incarnare un’esperienza complessa. Superata la prima fase però è stato più semplice, le cose hanno iniziato ad andare da sé.
L’intento iniziale era quello di raccontare la precarietà sentimentale dei trentenni di oggi, una storia che mi rispecchiasse, che avesse un’ispirazione autobiografica. Poi però il libro ha preso un’altra strada e ha seguito il percorso di Rebecca. Mi piaceva l’idea che la mia protagonista avesse una musa ispiratrice, e Coco Chanel era perfetta, per la sua classe e la sua grinta.

Nella sua variegata esperienza lavorativa, cosa rappresenta per lei la scrittura?
La scrittura è per me un momento di pausa, una via di fuga, non una professione. Come la lettura – più che una scrittrice infatti, sono una grande lettrice – è un momento per staccare dalla frenesia quotidiana. E poi è un modo per lanciare una sorta di messaggio nella bottiglia: proprio per questo ho creato il blog. 

Quali sono le sue letture preferite?
Ho una grande passione per gli autori dell’Est, come Ágota Kristóf o Etgar Keret, scrittore israeliano di cui amo molto lo stile conciso e il sarcasmo. Ma leggo un po’ di tutto, mi piace anche la chick lit. Tra i giovani autori italiani apprezzo Chiara Gamberale. In generale la narrativa italiana ha conosciuto negli ultimi tempi un momento di crisi, ma ora qualcosa si sta muovendo.

 

Argomenti come amore, sesso, libertinaggio, su cui il suo blog è incentrato, stanno avendo un grande appeal sulle lettrici. Secondo lei il punto di vista delle donne su questi temi è abbastanza presente in letteratura o è un territorio nuovo, ancora da esplorare? Il successo del genere rosa è un fenomeno transitorio o è destinato a durare?
Il punto di vista femminile nella letteratura è abbastanza presente, ma ancora oggi quando questi temi vengono visti e trattati dagli occhi di una donna vengono conditi di scandalo e trasgressione, come se per noi non si trattasse di una dimensione naturale. Ci sono molte scrittrici erotiche, ma ancora non ci siamo abituati a quest’idea.
Il fenomeno del rosa non è nuovo, ma torna ciclicamente, perché c’è un ciclico bisogno di leggerezza che è più facile ottenere con il sesso piuttosto che con i sentimenti. Il mio libro però, in controcorrente rispetto alla tendenza del momento, è abbastanza pudico. 

Può raccontarci del blog? Quali potenzialità offre questa forma di comunicazione? Quali novità inaugura la rete?
L’intenzione, all’epoca in cui è nato il blog, era quella di comunicare, conoscere persone. Il bello del blog è che hai la possibilità di farti leggere da altri in tempo reale, e in questo modo allacci nuovi contatti e relazioni, utili anche per migliorare la propria vita professionale oltre che sociale. Il blog è stato inoltre un’ottima palestra di scrittura: grazie a questo ho imparato sintesi, velocità e incisività. È anche uno strumento valido per chi vuole scrivere e promuovere i suoi libri, con un’avvertenza però: se l’obiettivo è farsi conoscere e pubblicare da un editore bisogna avere pazienza e darsi tempo. I risultati non sempre sono immediati.

 

28 settembre 2012

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