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Da Jane Austen a Charlotte Brontë, i peggiori consigli in amore tratti dai grandi classici della letteratura

Jane Austen è stata sicuramente una delle autrici più importanti della storia delle letteratura romantic: i suoi romanzi hanno consegnato alle lettrici degli ultimi duecento anni personaggi indimenticabili...

Ecco i peggiori consigli tratti dai classici della letteratura romantica: modelli comportamentali validi per la loro epoca, ma che oggi hanno fatto il loro tempo

 

MILANO – Jane Austen è stata sicuramente una delle autrici più importanti della storia della letteratura romantica: i suoi romanzi hanno consegnato alle lettrici degli ultimi duecento anni personaggi indimenticabili, modelli cui ispirarsi e batticuori sconvolgenti. Però, ovviamente, sono molti gli aspetti della società che sono cambiati in maniera radicale in questi due secoli, soprattutto nel mondo delle relazioni tra uomini e donne. Molte delle situazioni rappresentate nei romanzi della Austen e delle sue “pari” (ribadiamo, pezzi di storia di letteratura) sono ancora molto attuali, altre invece hanno fatto il loro tempo e oggi i lettori le trovano datate e forse addirittura “negative” per insegnamenti ed esempi mostrati. Ecco quindi, selezionati dal sito popsugar.com, i peggiori consigli tratti dai grandi classici della letteratura romantica!

 

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO – Jane Austen

Tranquilli, ci sarà sempre un’altra occasione

Mentre tutti i lettori e le lettrici del mondo festeggiano l’unione tanto sospirata tra Elizabeth Bennet e Mr. Darcy, occorre soffermarsi un attimo su questo aspetto: la loro relazione è del tutto atipica e improbabile. L’eroina di “Orgoglio e pregiudizio” ha infatti rifiutato scenograficamente una precedente proposta di matrimonio da parte di Mr. Darcy, elencandogli peraltro tutti i motivi per i quali lei, mossa da repulsione, lo rifiutato. Nel finale della storia i due si ritrovano, si riconciliano e vivranno (forse) felici in sempiterno. Ma nella stragrande maggioranza dei casi questo non sarebbe mai successo. Occorre infatti ricordare che in amore non sempre vengono concesse seconde opportunità, che gli orgogli feriti difficilmente dimenticano e perdonano. Fai attenzione a quello che dici, e a cosa può significare per l’altro.

 

PICCOLE DONNE – Louisa May Alcott

Puoi essere felice con un uomo che ha chiesto la mano di tua sorella? Ne sei davvero convinta?

Alla fine di “Piccole donne”, Amy sposa un uomo che ha proposto a una delle sue sorelle di sposarlo, e che ha avuto una storia tormentata con un’altra sorella ancora. Se questo tipo di situazione poteva non destare particolare disappunto nell’anno 1868, sospettiamo che oggi molte donne avrebbero ben più di una perplessità nello stare insieme a un ex della propria sorella.

 

ANNA KARENINA – Lev Tolstoj

Le apparenze sono tutto

In “Anna Karenina”, il capolavoro di Tolstoj, il marito aristocratico della protagonista rifiuta di concederle il divorzio per salvaguardare il suo prestigio all’interno dell’élite dell’alta società russa. Per via della loro immagine pubblica, Anna e Aleksei rimangono intrappolati in una relazione senza amore ma con infedeltà a profusione. La società odierna è diversa, forse si divorzia addirittura con eccessiva facilità invece che impegnarsi ad affrontare le situazioni, ma di certo non si sacrifica la propria felicità sull’altare delle apparenze.

 

EMMA – Jane Austen

Comportati male e fai del tuo peggio, tanto alla fine tuttp si sistemerà come vuoi tu

Emma, la protagonista dell’omonimo romanzo di Jane Austen, tiene un comportamento negativo per l’intera vicenda: manipolatrice, si intromette nelle relazioni degli altri, risponde in maniera sconveniente e crudele ai suoi amici, rifiuta di ascoltare i rimproveri di chi l’accusa – giustamente – di comportarsi in maniera inappropriata. Tutto sembra far pensare che Emma non si meriti un lieto fine. E invece eccola trovare un marito bello e abbiente! In qualche modo riesce a far sì inoltre che la sua amica Harriet sposi un uomo generoso, del quale in realtà aveva già rifiutato una precedente proposta di matrimonio. Ma… indovina all’epoca chi l’aveva indotta a rifiutare? Un personaggio insopportabile e che si comporta malissimo. E come ricompensa, alla fine ottiene quello che vuole. Dov’è la giustizia?

 

JANE EYRE – Charlotte Brontë

L’amore e la memoria corta: come non tener conto di una vita di scelte sbagliate

In “Jane Eyre”, il personaggio di Edward Rochester si porta dietro una vita intera di cattive – pessime – decisioni, compresa quella di rinchiudere la moglie pazza e piromane in soffitta. Prosegue nel suo percorso di decisioni discutibili quando cerca di indurre la protagonista Jane Eyre a un matrimonio “bigamo” (a di lei insaputa, per giunta). Eppure, nel finale del romanzo, la ragazza torna da lui a braccia aperte, dimentica dei sotterfugi, delle menzogne e delle scelte non propriamente inattaccabili di Rochester nel corso della sua vita. E fa niente se non ha più un castello perché la moglie pazza gli ha dato fuoco e nell’incendio Rochester è rimasto cieco e mutilato. Un finale molto romantico, ma del tutto improbabile: una ragazza può davvero dimenticare tutto questo?

 

VIA COL VENTO – Margaret Mitchell

Sposarsi per le ragioni sbagliate? E che problema ci sarà mai?

Sposarsi per denaro o per vendetta. Rossella O’Hara lo ha fatto per ben tre volte e le è quasi andata bene! La protagonista di “Via col vento” si sposa tre volte: la prima per ripicca, la seconda per soldi, la terza… per ancora più soldi! Se questo comportamento era consentito (forse addirittura incoraggiato!) in passato, e sebbene molte donne lo adottino tuttora, nella società di oggi è comunque risaputo che l’unica ragione per cui ci si dovrebbe sposare è per amore.

 

IL GRANDE GATSBY – Francis Scott Fitzgerald

Il romanticismo dell’ossessione. Oppure semplice stalking?

Da un punto di vista letterario si può discutere sul fatto che “Il grande Gatsby” sia o non sia un romanzo assimilabile al genere della letteratura romantica. Ciò che tuttavia non si può negare è il fatto che racconti una grandiosa storia d’amore. Ma sarebbe anche il caso di dibattere se il l’innamoramento del protagonista non sia effettivamente un comportamento ossessivo, al limite (forse oltre?) dello stalking… è davvero consigliabile tenere il comportamente del misterioso Jay Gatsby, mosso dalla purezza del suo amore? Non è più una malattia?

 

RAGIONE E SENTIMENTO – Jane Austen

Essere onesti coi propri sentimenti? Cose da matti!

I personaggi centrali di “Ragione e sentimento”, le sorelle Elinor e Marianne, in teoria dovrebbero rappresentare il binomio del titolo: ragione (capacità di analisi e buone scelte) e sentimento (emotività e decisioni impulsive). La sensibilità di Marianna è dipinta dalla Austen come il suo peggior difetto fin da quando lei confessa apertamente il suo amore: la sua emotività genera diversi problemi alla sua relazione, ma nel mondo di oggi la si potrebbe vedere come una qualità. All’epoca della Austen, l’espressione pubblica e la discussione dei propri sentimenti venivano condannate, a differenza di oggi: solo il dialogo aperto e un confronto onesto permettono di risolvere i problemi.

 

13 marzo 2015

 

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