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“Cuore nero” di Silvia Avallone, un romanzo sulle seconde possibilità

“Cuore nero” è l’ultimo romanzo di Silvia Avallone. I due protagonisti, Emilia e Bruno, scappano da sé stessi e dal mondo e si trovano miracolosamente nel minuscolo borgo di Sassaia.

Bruno ha 37 anni e tante ferite che faticano a risanarsi. Emilia, che di anni ne ha 31, le ferite le ha inferte, e involontariamente ne è rimasta traumatizzata anche lei. Comincia con due anime sole e infrante “Cuore nero”, il nuovo romanzo di Silvia Avallone che sin dall’uscita in libreria si è attestato fra i titoli più venduti in Italia.

“Cuore nero”

La sinossi

L’unico modo per raggiungere Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, è una strada sterrata, ripidissima, nascosta tra i faggi. È da lì che un giorno compare Emilia, capelli rossi e crespi, magra come uno stecco, un’adolescente di trent’anni con gli anfibi viola e il giaccone verde fluo.

Dalla casa accanto, Bruno assiste al suo arrivo come si assiste a un’invasione. Quella donna ha l’accento “foresto” e un mucchio di borse e valigie: cosa ci fa lassù, lontana dal resto del mondo?

Quando finalmente s’incontrano, ciascuno con la propria solitudine, negli occhi di Emilia – “privi di luce, come due stelle morte” – Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto.

Entrambi hanno conosciuto il male: lui perché l’ha subito, lei perché l’ha compiuto – un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si può riparare.

Sassaia è il loro punto di fuga, l’unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciò che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani.

Con l’amore che solo i grandi autori sanno dedicare ai propri personaggi, Silvia Avallone ha scritto il suo romanzo più maturo, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce.

Il male nella letteratura

Anche leggendo soltanto la sinossi, è chiaro come “Cuore nero” abbia, insieme ai due protagonisti che rispondono al nome di Bruno ed Emilia, un altro ingombrante personaggio principale: il male.

In un’intervista a Chora Media, Silvia Avallone ha raccontato la genesi di “Cuore nero”, definito dalla critica come il romanzo più profondo e maturo dell’autrice.

Avallone ha rivelato di essere sempre stata affascinata dall’argomento del male trattato in letteratura, e di essersi ispirata a capolavori del calibro di “Delitto e castigo” e “I Promessi Sposi” per indagare il tema.

Come spiega la stessa autrice, il male in letteratura è caratterizzato da tratti molto diversi rispetto al male che permea ogni angolo del reale, dalla cronaca ai social, dalla vita vissuta di ogni giorno a quella immaginata nelle serie tv. La differenza sta nei tempi e nelle modalità.

In letteratura, il male è affrontato nel tentativo di curarlo, di risanare le ferite e salvare l’umanità. Così, Manzoni plasma il personaggio di Fra’ Cristoforo.

Così, Dostoevkij ci illumina con le vicende di Raskol’nikov. Il male, cioè, non viene trattato con superficialità e sensazionalismo, bensì viene analizzato, dipanato, metabolizzato e trasformato. Con tale intento è nato “Cuore nero”, che racconta il male subito e quello inferto.

Sassaia, il luogo in cui perdersi e ritrovarsi

“Tutto passa e, se non può passare, cambia”.

“Cuore nero”

Bruno, la voce narrante di “Cuore nero”, è chi ha subito il male e adesso ha paura di soffrire di nuovo. Emilia è chi il male lo ha inferto, e adesso ha bisogno di sapere che è lontana dal giudizio degli altri.

Entrambi hanno il disperato bisogno di andare via, di trovare un rifugio che sia distante dalle persone, dai giudizi e, un po’, anche da loro stessi. Perciò giungono a Sassaia, borgo immerso nelle Alpi – nonché luogo del cuore di Silvia Avallone – in cui non c’è anima viva e si respira soltanto l’eterno afflato della natura. Non immaginano che, invece di perdersi, si ritroveranno.

Non sanno che le loro ferite si trasformeranno, né che il male muterà forma, lasciandoli liberi di essere se stessi, di amare e di amarsi.

Silvia Avallone

L’autrice di “Cuore nero” è una scrittrice e poetessa biellese. Ha conseguito una laurea in Filosofia e si è specializzata in Filologia Moderna con una tesi su “La Storia” di Elsa Morante. Vive a Bologna. Collabora con diverse testate giornalistiche di fama nazionale. Fra esse, il Corriere della Sera e La lettura.

Ha esordito in narrativa nel 2010 con “Acciaio”, un libro pubblicato da Bompiani che ha ottenuto il Premio Campiello Opera Prima e diversi altri riconoscimenti. Al momento ha all’attivo cinque romanzi e una raccolta di poesie.

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