Cinque racconti. Cinque protagonisti che, se non fossero stati illuminati dalla scrittura, sarebbero stati dimenticati. Con questa curiosa antologia Francesco Guccini si racconta e ci racconta l’Italia del passato. Il libro si intitola “Così eravamo. Giornalisti, orchestrali, ragazze allegre e altri persi per strada”, ed è arrivato da pochissimo nelle librerie italiane edito da Giunti.
“Così eravamo” di Francesco Guccini
La sinossi del libro
L’andare a piedi, da casa a scuola, di un bambino alle medie, dove un tuo compagno, quello che portava la giacca color senape e di cui ricordi a stento il sorriso, muore all’improvviso e non vedrà nulla di tutto quanto è venuto dopo: la televisione, la città che cambia, la musica che farà venire voglia a tutti di ballare.
L’andare, in un giornale di provincia, di un giovane montanaro in cerca di lavoro, con una fame nera e un cinico capocronaca che ti scoraggia. L’andare notturno, alla stazione, di un redattore e di un pittore in cerca di una generosa prostituta da assoldare per sfidarsi in una gara di resistenza, che però è un cattivo scherzo che ti porti impresso nella mente.
L’andare, in tutte le balere, di un orchestrale a suonare fino all’alba, con un giornalista che ti tempesta di domande e vuole episodi piccanti da te che, ora, fai altro. L’andare in gita, alla domenica, di te giovane sottotenente in pausa dalle manovre di due capitani che simulano un rifugio antiatomico, senza accorgerti di un grande disastro che poteva cambiare un destino, anzi due.
Francesco Guccini scrive con impietosa ironia cinque racconti che sono la Spoon River in prosa di una intera giovinezza, un romanzo di formazione scandito per quadri, come nel breve spazio di una canzone.
Sono piccole storie sullo sfondo della grande Storia, importanti proprio perché non illustri: ciascuna di esse illumina un volto, un’atmosfera, un oggetto – come il portacenere rosso, gadget di una famosa bibita pop, che il giovane sottotenente Guccini riceve in dono da una ragazza veneta – che grazie alla scrittura diventano prodigiose madeleines per raccontare ciò che non è più.
E ci riportano intatte le emozioni di una vita vissuta fra la guerra e il dopoguerra, fra l’Appennino e Modena, a cui oggi guardare con malinconia ma anche con la struggente consapevolezza di aver vissuto stagioni felici.
Gli affreschi di Guccini
Chi fa la storia? Non è soltanto il grande, il potente, colui per cui vengono redatti gli annali. Sono anche, e forse soprattutto, gli uomini e le donne comuni che, come piccoli ingranaggi di un meccanismo complesso, mandano avanti il sistema, lo bloccano, lo aggiustano, lo ripensano inconsapevoli, lo fanno ripartire, silenziosamente, con tacita dedizione.
In “Così eravamo”, i protagonisti sono proprio gli ingranaggi. Con il suo nuovo libro, Francesco Guccini ha raccontato il suo passato mettendo al centro della narrazione chi non siamo abituati a vedere con occhi attenti. I cinque racconti che compongono “Così eravamo” si configurano come brevi quadri, affreschi che cristallizzano un tempo passato rimasto prezioso agli occhi dell’autore.
Un libro da leggere se ami Francesco Guccini, ma anche più semplicemente se vuoi fare un tuffo nel passato attraverso una voce originale.
Francesco Guccini
Cantautore, poeta e scrittore, Francesco Guccini è uno degli artisti contemporanei più amati d’Italia. È nato a Modena nel 1940. Da sempre appassionato di arte e letteratura, ha insegnato per molto tempo lingua italiana in un College bolognese collegato alla Pennsylvania University.
Il suo esordio in narrativa, passione coltivata parallelamente a quella per la musica, risale al 1989. Da allora, Guccini ha dedicato molto del suo impegno alla scrittura, dando vita a romanzi e racconti molto apprezzati in Italia e all’estero, approcciandosi perfino al genere del giallo.
Nel 2018 Bompiani ha pubblicato il volume “Canzoni”, che raccoglie l’opera musicale del cantautore insieme a un ricco apparato filologico. Oggi, Francesco Guccini vive sull’Appennino Tosco-Emiliano e da qui si dedica al suo amore per le arti e per la musica.