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Cosa leggere in estate, i libri consigliati da Luigi Mascheroni

Due settimane di vacanza? Prendiamola larga, facciamo tre. E facciamo che in queste tre settimane si scelga di dedicare un po’ di tempo alla lettura. Facciamo due-tre libri a settimana? Allora diciamo che si possono leggere almeno sette-otto libri… Bene. Ma quali?

Due settimane di vacanza? Prendiamola larga, facciamo tre. E facciamo che in queste tre settimane si scelga di dedicare un po’ di  tempo alla lettura. Facciamo due-tre libri a settimana? Allora diciamo che si possono leggere almeno sette-otto libri… Bene. Ma quali?

Ecco qualche consiglio di lettura, tra i libri usciti negli ultimi mesi, giusto per stare sulla notizia. Tra i tanti buoni libri di racconti appena arrivati in libreria, mi sento di consigliare la raccolta di short stories di Tobias Wolff, “La nostra storia comincia(Einaudi): storie meravigliose, bugiarde, gelide, essenziali. Lui è un gigante della narrativa breve americana e la sua scrittura è pulitissima. Le trame affilate e le sfumature dei sentimenti messi in pagina infinite. Il livello altissimo del libro è dato anche dal fatto che si tratta di un’auto-antologia: Wolff ha scelto il meglio tra centinaia di suoi racconti, dagli anni Ottanta a oggi. Anche a leggerne uno solo, non si sbaglia.

E sempre per stare nel campo della narrativa breve, perfetti per un’estate di pensieri e silenzi sono i racconti del messicano José  Pacheco (nato nel 1939, morto il 26 gennaio di quest’anno), del quale è appena uscita la raccolta Il vento distante” (Sur): 14 storie veloci, leggere, reali, mosse ora dalla tristezza ora dall’ironia. Sempre eleganti. Non deludono mai.

Irresistibili e scomodi, invece, e siamo nell’umorismo allo stato puro, quasi surreale, sono i racconti del comico Maurizio Milani “Saltar per terra causa vino” (Wingsbert House): brevi storie che parlano di un sacco di cose scorrettissime: raptus anti-animalisti, battute di frodo, di uno zio che fa il vino peggiore del mondo per truffare i turisti… Fare ridere, come è noto, è difficilissimo. Milani lo sa fare.  

A proposito di short stories. William Faulkner diceva che la prova più difficile in assoluto, per uno scrittore, è la poesia. E infatti tutti iniziano da lì, per rendersi presto conto che non sono all’altezza. Poi vengono i racconti: il secondo livello di difficoltà. Riservato a pochi. E quando lo scrittore si accorge che non è in grado di scrivere né poesie né racconti decenti, allora si dà al romanzo… E questa cosa Faulkner la dice in un bellissimo libro, edito da poco, dal titolo Il gioco dell’apprendista‘ (Medusa) che raccoglie dieci interviste, quasi tutte inedite in Italia, al grande romanziere americano. Dentro, c’è tutto: i suoi gusti e disgusti letterari, consigli di scrittura, consigli di lettura, riflessioni sulla società americana (ad esempio sui diritti civili dei neri, a proposito dei quali Faulkner è molto conservatore…), sull’America e sull’Europa, e micidiali giudizi sui colleghi…

A proposito. Per stare in tema di “segreti” della scrittura, un libro meraviglioso è il saggio di Jonathan Gottschall “L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani” (Bollati Boringhieri): dai racconti attorno al fuoco nelle tribù primitive ai poemi epici, dal romanzo al cinema, dalle soap ai videogiochi di ultima generazione, l’autore spiega meravigliosamente a cosa serve la finzione narrativa; perché nel corso delle civiltà l’uomo ha sviluppato un desiderio fortissimo, irreprimibile, per le storie; e perché raccontare e raccontarsi storie ci aiuta a vivere meglio…

E una storia che ci aiuta a capire qualcosa in più sulla vita, e sull’arte, e sulla scrittura, è Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler  (Mondadori) di Massimiliano Parente, forse il migliore tra i romanzi italiani di quest’anno (anche se l’autore toglierebbe il “forse”). Comunque è una storia assoluta, che svela tutte le facce – genialità, ferocia,  paranoia, falsificazione – della creatività umana.  Un libro necessario.

Come sono a loro modo necessari i titoli, gli scrittori, i classici, gli autori di nicchia che costituiscono la personalissima biblioteca raccolta da Henry Miller nel suo memoire-confessione I libri della mia vita” (ora ripubblicato da Adelphi):  uno splendido libro che contiene cento libri. C’è solo l’imbarazzo della scelta… Come c’è l’imbarazzo nella scelta – almeno da dove iniziare a leggere –  se si hanno fra le mani i “Ritratti italiani” di Alberto Arbasino (sempre Adelphi): 93 incontri (esclusivi) con scrittori, registi, attrici, cantanti, architetti, capitani d’industria, re, dame e “cavalieri”… Dentro, c’è, appunto tutta l’Italia, e non solo di ieri.   

Luigi Mascheroni

6 luglio 2014

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