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Cosa leggere a Natale, ecco i consigli di lettura di Antonio Calabrò

I pensieri, la musica, la cucina. Riflessioni di fine d’anno e convivialità. C’è aria di feste. I buoni libri ne fanno parte. Quali? “I Vangeli” di Pietro Citati, Mondadori, per esempio: un attento cammino di ricostruzione del senso profondo di quei libri,...

I pensieri, la musica, la cucina. Riflessioni di fine d’anno e convivialità. C’è aria di feste. I buoni libri ne fanno parte. Quali? “I Vangeli” di Pietro Citati, Mondadori, per esempio: un attento cammino di ricostruzione del senso profondo di quei libri, andando in cerca dei loro primi lettori, con le inquietudini, i dubbi e la speranza nel futuro. Oppure “Ciò che inferno non è”, di Alessandro D’Avenia, Mondadori, la storia di padre Pino Puglisi assassinato dalla mafia nel 1993, perché troppo impegnato a rivendicare, proprio nel nome del Vangelo, la dignità e la libertà dei bambini, degli uomini e delle donne del suo quartiere, Brancaccio, alla periferia di Palermo: “Il sacrificio di don Pino non è la sua morte, quella ne è la conseguenza. Il suo sacrificio è ciò che la parola sacrificio dice: fare sacre le cose”.

 

Già, come è chiaro al buon lettore, che sa vedere con il cuore la verità preclusa agli occhi e che potrebbe leggere e (ci si augura) soprattutto rileggere “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry che molto opportunamente Bompiani rimanda in libreria (come sta facendo con tutte le altre opere di Saint-Exupéry: brava, Elisabetta Sgarbi), con le illustrazioni dell’autore e la nuova traduzione di Beatrice Masini: “E’ il tempo che hai perso con la tua rosa che rende la tua rosa così importante”.

 

Le parole hanno un’anima e, in questo caso, le ali: sanno far volare emozioni, malinconie, buone intenzioni, memorie. Ecco, le memorie. Quelle, dense, del Novecento italiano, con le pagine di “La guerra dei nostri nonni” di Aldo Cazzullo, Mondadori: “1915-1918, storie di uomini, donne, famiglie”. Non ci sono solo generali, politici, poeti retorici, battaglie ma soprattutto il tessuto quotidiano delle sofferenze e dell’impegno di milioni di persone, cui dedicare ricordo e rispetto. “La storia siamo noi” e i nostri antenati, appunto.

 

Memorie, ancora, con “Dormono sulla collina” di Giacomo Di Girolamo, Il Saggiatore: una Spoon River italiana 1969-2014, civile, ironica, struggente, severa, per ricordare un migliaio di nomi, uomini di potere e poveri cristi finiti sulle pagine di cronaca come vittime di violenza (la mafia, il terrorismo, i cattivi parenti…), gente di spettacolo e campioni sportivi, banchieri e generali, scrittori e musicisti, come Claudio Abbado: “Divoravo il silenzio. E’ il silenzio al termine di una sinfonia a dare senso alla sinfonia stessa, così è la morte che dà senso alla vita”.

 

Musica, una trama esistenziale? Certo, come spiega Pietro Leveratto nelle pagine di “Con la musica”, Sellerio, un “catalogo” di “note e storie per la vita quotidiana, giocando con musica classica, jazz e rock.

 

E leggere di cucina e di cibo? Tra i mille titoli pubblicati anche quest’anno, ne abbiamo scelti tre: “Perfino Catone scriveva ricette” di Eva Cantarella, Feltrinelli (cucina e civiltà, “i greci, i romani e noi”), “I racconti della tavola” di Massimo Montanari, Laterza (da Carlo Magno a Dante, da Bertoldo al “paese della cuccagna”) e “Vini, amori” di Camilla Baresani e Gelasio Gaetani d’Aragona, Bompiani: racconti di vita e squisite bottiglie, amarcord d’emozioni e giochi del gusto. Pagine sapide.     

Antonio Calabrò

15 dicembre 2014

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