Sei qui: Home » Libri » Ecco cosa impariamo veramente dai libri

Ecco cosa impariamo veramente dai libri

Chiedere a una persona cosa sta leggendo equivale a chiederle chi è e chi sarà in futuro. Ecco cosa impariamo veramente dai libri

MILANO – Tutto quello che abbiamo bisogno di sapere lo possiamo trovare nei libri. A lungo, però, si è erroneamente pensato che la fonte principale di ciò che sappiamo derivasse solo da alcune tipologie di libri, come quelli di saggistica e varia, ma le cose non stanno così, perché ogni libro porta con sé una certa saggezza che prontamente comunica al lettore. Di questo è convinto Will Schwalbe, autore di “Books For Living – A Reader’s Guide to Life“. “Se non avessi letto per esempio ‘Zona pericolosa‘ di Lee Child – scrive Schwalbe in un articolo sul Guardian – il grandioso romanzo del 1997 che ha presentato al mondo Jack Reacher (un ex militare diventato un vagabondo), non avrei mai imparato che la capacità di aspettare è un’arte come tutte le altre”.

TUTTI I LIBRI HANNO QUALCOSA DA DIRE – Cosa ancor più importante, Schwalbe non soltanto legittima la lettura di ogni tipo di libro (anche di quelli considerati di scarsa qualità), ma pensa che non esista libro che non sia in grado di comunicare qualcosa. Leggere fa bene sempre. Un pensiero che Schwalbe recupera da Plinio il Giovane e già ripreso in passato da Cervantes nel “Don Chisciotte”. Anche i libri più noiosi, sconclusionati, anche le storie che non funzionano, anche quelle che non stanno in piedi e cadono a ogni pagina, hanno qualcosa di interessante da dire – e soprattutto da dire su noi che li leggiamo e li facciamo vivere. Pensiamo, per esempio, alla diffusa abitudine di condividere aforismi e citazioni degli scrittori e di personaggi illustri: lo facciamo perché quelle poche parole sanno spiegare chi siamo e come ci sentiamo meglio di quanto saremmo capaci di fare noi.

DOVE SIAMO E DOVE STIAMO ANDANDO – Secondo Schwalbe, sbagliano tutti coloro che pensano che le frasi estrapolate dal loro contesto perdano di significato. Lo scrittore americano pensa infatti che il nostro cervello sia in grado di rintracciare significati in ogni cosa che passi a setaccio e di creare collegamenti tra le informazioni più disparate. Ma ciò che sta più a cuore a Schwalbe è mostrare che non abbiamo mai avuto tanto bisogno di leggere come in questo momento. Basta vedere alcuni atteggiamenti che accomunano molti di noi: sovraccarichiamo le nostre giornate e non smettiamo mai di lamentarci del fatto che siamo sempre troppo occupati; vediamo tantissimi conoscenti ma di rado parliamo con i nostri migliori amici; ci bombardiamo con videoclip, email e messaggi istantanei. In un mondo del genere l’unica speranza che abbiamo per salvarci è riappropriarci dei nostri tempi e rallentare il ritmo della nostra vita. I libri sono fondamentali per questa ragione: ci permettono di interrompere quel flusso senza fine di informazioni alle quali siamo soggetti. I libri ci chiedono di mettere da parte i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni e i nostri pregiudizi in modo da poter ascoltare la voce di qualcun altro. Ed è per questo che chiedere a qualcuno cosa sta leggendo significa anche chiedergli chi è e dove sta andando.

 

© Riproduzione Riservata