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Conversazione con Damiano Sofo, autore di un romanzo satirico incentrato su una geniale e misteriosa riforma della pubblica amministrazione

Damiano Sofo ha esordito nella narrativa con il romanzo La razza eletta (Valletta 2015)...

Damiano Sofo ha esordito nella narrativa con il romanzo La razza eletta (Valletta 2015)

  

Damiano, lascio subito a te la parola. Una tua breve e succosa biografia, con particolare attenzione alla nascita della vocazione letteraria.

 Intanto grazie per l’opportunità che mi dai e un saluto a te e ai tuoi lettori. Per quanto riguarda la mia biografia, mi rifaccio un po’ a quella che è riportata nel libro appena pubblicato. Sono nato nel 1966, esattamente il 30 aprile, mi sono laureato in Economia e Commercio nel 1992, e subito dopo la laurea ho cominciato un tour de force tra concorsi e viaggi per poter lavorare nella p.a., mio vero sogno. Grazie soprattutto ai miei genitori che avranno speso milioni (in lire) per consentirmi di studiare e affrontare i viaggi per sostenere i concorsi, nel 1996 riesco a realizzare il mio “sogno”.  La mia vocazione letteraria forse è genetica, dato che mio padre si dilettava a scrivere poesie. Nello specifico la mia è nata proprio dall’esperienza lavorativa negli uffici giudiziari. Le discrasie e le profonde incongruenze, per non parlare di vere e proprie follie che ho riscontrato nella mia attività lavorativa sono state lo spunto per cominciare a scrivere una sorta di romanzo autobiografico, idea subito accantonata, perché mi convinsi che non sarebbe stata un’opera interessante. In seguito ho cominciato a frequentare corsi di scrittura, on line e non, grazie ai quali ho potuto conoscere persone splendide. Ho cominciato così a scrivere racconti di vario genere, alcuni dei quali pubblicati in antologie con altri autori. In seguito, dopo essermi cimentato con la scrittura di un romanzo, non pubblicato e di diverso genere rispetto al romanzo d’esordio, ho riaffrontato l’idea di scrivere un romanzo che parlasse, anche se in maniera fantasiosa e ironica, della pubblica amministrazione, appunto La Razza Eletta.

 

La razza eletta è un romanzo satirico. Da cosa è nato lo spunto iniziale per raccontare una storia in cui sono riconoscibilissimi, nonostante i nomi deformati, alcuni personaggi pubblici?

Ho voluto dare al romanzo un tono ironico e scanzonato, per evitare che la lettura risultasse pesante. Lo spunto iniziale su cui ho lavorato è stata  l’idea di un programma di riforma della pubblica amministrazione geniale e allo stesso tempo misterioso, un po’ come il contenuto della valigetta di Pulp Fiction. Però avevo la necessità di ancorare questo tema alla realtà dei nostri tempi, per puntare l’attenzione sull’incapacità della nostra classe politica di realizzare e mettere in atto un vero e utile progetto di riforma della pubblica amministrazione. Per fare questo era necessario inventare dei personaggi riconoscibili, attuali, ma allo stesso tempo fantasiosi, anche per evitare querele.

 

Hai scelto la pubblicazione cartacea. Non lo dico con stupore, siamo tutti tenacemente attaccati al libro di carta. Cosa pensi dell’editoria digitale? Immagini un futuro senza librerie?

Sì, ho scelto, peraltro con ferma convinzione, la pubblicazione cartacea. Devo dire che sono stato fortunato però. Chi come me è un illustre sconosciuto e tenta di pubblicare un proprio lavoro, cozza giornalmente contro la furberia di moltissime case editrici a pagamento che, senza alcuna forma di pudore, ti fanno proposte editoriali in cui devi pagare tutto tu. Io, grazie anche ad alcuni siti on line, ho orientato la mia ricerca su case editrici non a pagamento. Ho avuto così l’opportunità di conoscere Claudia Valletta e la sua casa editrice, con la quale c’è stato subito un ottimo rapporto di stima e fiducia reciproca, che si è rafforzato nelle varie fasi della pubblicazione, fino alla stampa e alla successiva distribuzione del libro. Ritengo doveroso un sentito ringraziamento a Claudia. In questa giungla non è facile investire in cultura e sono molto soddisfatto dell’incontro con un’editrice che ha creduto in me e nel mio lavoro. Per quanto riguarda l’editoria digitale, ne penso assolutamente bene, credo che sarà il futuro, anche se non molto prossimo. Il mio “esordio” con opere monografiche è avvenuto infatti su Amazon dove ho pubblicato quattro raccolte di racconti. In questo sono stato aiutato dal prezioso amico e scrittore di Reggio Calabria, Luigi Manglaviti, che ha curato tutte la fasi, correzione, editing, impaginazione e pubblicazione. Il mio sogno, tuttavia, era e resta di carta, e spero che le librerie non spariscano, non riesco a immaginare un futuro senza.

  

A proposito di futuro: scriverai ancora? Stai già scrivendo un’altra opera?

Assolutamente sì. Scriverò ancora perché ne sento la necessità quasi fisica. Anche in totale assenza di idee, periodicamente devo avvicinarmi a una tastiera e cominciare a scrivere. Qualcosa vien fuori, quasi sempre. Come ho già detto in precedenza, La Razza Eletta non è il mio primo romanzo, lo è da punto di vista della pubblicazione. Spero di  riuscire a pubblicare l’altro romanzo che è pronto e, ovviamente per non farci mancare nulla, ho cominciato a scrivere il terzo romanzo, che spero di finire entro quest’anno.

 

Cosa ami leggere? E cosa stai leggendo in questo momento?

Amo leggere di tutto, ultimamente mi sto dedicando alla lettura di libri di autori emergenti come me, o già navigati come  Luigi Manglaviti: il suo La memoria e il dubbio è un noir assolutamente fantastico, ed è il libro che sto leggendo in questo momento. Inutile dire che ho letto i classici  come Hesse, Dostoevskij, Bulgakov, Fitzgerald, Svevo, ma anche autori contemporanei come De Carlo, Tabucchi, De Silva, Benni e Pennac. Ho lasciato volutamente per ultimi Benni e Pennac, che sono fra i miei preferiti, Benni lo ritengo assolutamente un genio.

 

Grazie, Damiano, per il tuo tempo e le tue risposte.

Grazie a te.

 

Rosalia Messina

 
8 agosto 2015

 

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