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Conte, rime, filastrocche. Giocare con il linguaggio aiuta i bambini a imparare a leggere

Coinvolgere i bambini a partire dai quattro anni in giochi divertenti, strutturati in modo da esercitare la loro capacità di manipolare il linguaggio orale, li aiuta a imparare a leggere più facilmente. È quanto scoperto da una recente ricerca dell'Università di Göteborg, in Svezia...

Una ricerca dell’Università di Göteborg rileva che allenare attraverso il gioco l’abilità di usare il linguaggio orale dei bambini a partire dall’età di quattro anni li prepara ad affrontare il passaggio alla lingua scritta

MILANO – Coinvolgere i bambini a partire dai quattro anni in giochi divertenti, strutturati in modo da esercitare la loro capacità di manipolare il linguaggio orale, li aiuta a imparare a leggere più facilmente. È quanto scoperto da una recente ricerca dell’Università di Göteborg, in Svezia, di cui dà notizia il Science Daily, rivista scientifica on line americana.

I GIOCHI PER ALLENARE LE COMPETENZE LINGUISTICHE – Recitare conte, rime, filastrocche, magari con cambio di vocale come nella canzone “La macchina del capo”, trovare catene di parole cha facciano rima tra loro, o che comincino allo stesso modo, o che comincino con la sillaba conclusiva della parola precedente: giochi di questo tipo aiutano a sviluppare le competenze linguistiche dei bambini. Precedenti ricerche avevano dimostrato che questi giochi migliorano le capacità di lettura dei bambini a partire dai sei anni. Ma in un recente studio, condotto nell’arco di tre anni, i ricercatori dell’Università di Göteborg hanno esaminato gli effetti ottenuti coinvolgendo in giochi del genere bambini più piccoli, dall’età di quattro anni.

CONSAPEVOLEZZA LINGUISTICA E FONOLOGICA  – L’ipotesi è che se si stimola lo sviluppo della consapevolezza linguistica e fonologica dei bambini piccoli, questi avranno minori difficoltà quando si troveranno ad avere a che fare con la lingua scritta. Per consapevolezza linguistica si intende la consapevolezza del bambino di essere in grado di comunicare, di possedere un linguaggio che ha un suono ed è costituito di frasi e parole. Per consapevolezza fonologica si intende invece la capacità del bambino di analizzare le unità interne che compongono le parole – le sillabe, i fonemi – e di manipolarle. Questa abilità è importante nei primi stadi di apprendimento della lettura, per riuscire a comprendere la connessione tra le singole lettere scritte e i suoni corrispettivi.

LA RICERCA SUI BAMBINI IN ETÀ PRESCOLARE – Lo studio ha coinvolto 370 bambini, con la collaborazione di varie scuole materne e insegnanti di sostegno in otto comuni. I bambini erano divisi in tre gruppi – uno veniva sottoposto quotidianamente a esercizi per allenare la capacità fonologica attraverso giochi come quelli elencati sopra, uno riceveva un tipo di training diverso e uno invece non riceveva nessun training particolare. Per tre anni, i bambini del primo gruppo sono stati coinvolti in sessioni quotidiane di gioco di 25 minuti, per un periodo di sei settimane consecutive: prima e dopo questo periodo venivano sottoposti a test di verifica delle loro abilità. Nel terzo e ultimo anno della ricerca, ai bambini di tutti e tre i gruppi è stato impartito lo stesso training, all’interno della regolare attività della scuola materna.

I RISULTATI – I primi risultati indicano che questo tipo di allenamento delle abilità fonologiche ha un effetto immediato e che questo effetto può essere osservato anche un anno più tardi. “I bambini del gruppo che riceveva il training avevano un maggior livello di consapevolezza fonologica rispetto agli altri ed erano in grado di individuare e manipolare i vari suoni del linguaggio. Erano capaci di fare delle rime per esempio. Ed è generalmente riconosciuto dai ricercatori che la capacità di riconoscere la struttura del linguaggio orale è importante per imparare a leggere”, afferma la professoressa Ulrika Wolff, che dirige il progetto di ricerca insieme al professore Jan-Eric Gustafsson.


I FUTURI SVILUPPI DELLO STUDIO
– Dato che i bambini presi in esame sono in età prescolare, non è ancora stato insegnato loro a leggere. I ricercatori stanno progettando di seguire lo stesso gruppo di bambini per qualche anno ancora dopo l’inizio della scuola, per indagare gli effetti più a lungo termini dell’intervento sullo sviluppo delle capacità di lettura e scrittura. In questo modo si verificherà se i bambini che non hanno ricevuto il training saranno capaci di mettersi al passo con quelli che l’hanno ricevuto.

 

15 febbraio 2013

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