Che cos’è la climate fiction un nuovo genere letterario molto apprezzato

31 Luglio 2025

Scopri il significato e l'importanza della climate fiction, un nuovo genere letterario che sta guadagnando sempre più popolarità.

Che cos'è la climate fiction un nuovo genere letterario molto apprezzato

Nel silenzio delle biblioteche, tra le pagine di romanzi e racconti, si combatte una delle battaglie più urgenti della nostra epoca: quella contro il cambiamento climatico.

Non solo nelle piazze o nei vertici internazionali, ma anche nella narrativa contemporanea si diffonde un genere sempre più rilevante: la climate fiction, spesso abbreviata in cli-fi. Ma cos’è davvero la climate fiction? E quale ruolo può avere nella comprensione, e forse nella trasformazione, del nostro presente ecologico?

A rispondere è un volume agile ma denso pubblicato da Carocci Editore, “Climate Fiction“, che con chiarezza e rigore analizza la diffusione della climate fiction in Italia, delineando il profilo di un genere letterario che è insieme racconto, allarme, mappa simbolica e strumento conoscitivo.

Un testo pensato per studenti, insegnanti e appassionati, ma capace di parlare a chiunque voglia capire come la letteratura possa aiutarci a immaginare nuovi futuri.

Climate Fiction: quando la letteratura combatte la crisi climatica

In un tempo in cui la crisi climatica non è più minaccia, ma realtà, la letteratura può aiutarci a pensare, sentire e agire. La climate fiction ci offre mappe per orientarci, lenti per osservare, scenari per discutere.

È un genere che ci invita non solo a immaginare futuri alternativi, ma a sentirli sulla pelle, ad abitarli emotivamente, per prepararci ad affrontarli nel reale. E in questo, la scrittura,  come sempre, resta una delle nostre forme più alte di resistenza e di speranza.

 

Cos’è la climate fiction?

La climate fiction è un filone della narrativa contemporanea che affronta la crisi ambientale e i mutamenti climatici su scala globale. È un genere fluido, trasversale, che non coincide con il fantasy o la fantascienza, ma li attraversa, li contamina, spesso li riformula.

Nei romanzi cli-fi, il clima è protagonista: cambia i paesaggi, trasforma le relazioni, mette in discussione le nostre strutture sociali, politiche, culturali e persino esistenziali. Non è narrativa “di catastrofe” in senso stretto, anche se può contenere disastri naturali.

È piuttosto letteratura dell’urgenza e della possibilità, che racconta ciò che potrebbe accadere, o che sta già accadendo, se l’umanità non affronta le conseguenze delle proprie azioni.

 

Il potere delle storie nella crisi climatica

Come spiega il libro edito da Carocci, politici, attivisti e scienziati hanno ormai riconosciuto che le storie hanno un potere straordinario. I dati, per quanto fondamentali, spesso non bastano. A colpirci sono le narrazioni: le emozioni, le vite immaginarie, le domande che ci restano addosso dopo aver chiuso un libro.

Ecco perché la climate fiction è così importante: trasforma numeri in carne, teoria in esperienza, paura in immaginazione. Chi legge cli-fi non solo apprende, ma vive.

Vive in mondi alternativi, in città allagate, in deserti urbani, in comunità post-catastrofe, in foreste dove la natura si vendica o si ribella. Vive le emozioni di chi perde la propria casa, la propria terra, la propria lingua, a causa di un mondo che cambia troppo in fretta. E si interroga su cosa sia possibile fare.

 

Una geografia narrativa italiana

Il volume indaga con precisione la presenza della climate fiction nel panorama letterario italiano, ancora meno esplorata rispetto ai contesti anglosassoni. In Italia, la cli-fi si manifesta soprattutto come ibridazione di forme e generi: dal romanzo psicologico al noir, dal racconto fiabesco al memoir ecologico, dalla narrativa distopica alla favola filosofica.

Sono testi che parlano di zone costiere che scompaiono, di migranti climatici, di specie animali in via d’estinzione, di memorie dell’ambiente. Ma anche di resilienza, trasformazione, comunità.

Autori e autrici italiane si confrontano con temi globali, ma mantengono radici locali: la cli-fi diventa allora anche un discorso sull’Italia che cambia, sulle sue fragilità idrogeologiche, sul rapporto millenario tra uomo e territorio.

 

Mitologia, fiaba e Weltliteratur

Uno degli aspetti più affascinanti messi in luce dal saggio della Carocci è la riemersione di forme narrative arcaiche all’interno della cli-fi contemporanea. Favola, mito, epica, fiaba, saggio, strutture antiche, quasi primordiali, vengono riprese e reinventate.

Perché? Perché quando il futuro appare incerto e minaccioso, la letteratura torna alle origini. Il mito, ad esempio, non è solo evasione, ma modo simbolico per dare senso all’incomprensibile.

Le fiabe ci insegnano da secoli a riconoscere i pericoli, a superare prove, a cercare l’equilibrio tra umano e non umano. L’epica racconta il rapporto tra individuo e destino collettivo.

In questo senso, la climate fiction si presenta come un genere “neo-antico” , capace di guardare avanti riprendendo le forme che l’umanità ha sempre usato per raccontarsi.

Non a caso, il libro riprende anche il concetto di Weltliteratur, ovvero di letteratura del mondo: la crisi climatica è globale, e la letteratura che la racconta non può che esserlo. Le storie italiane dialogano con quelle africane, sudamericane, asiatiche, nordeuropee. L’immaginazione ecologica, come l’ambiente, è interconnessa.

 

Perché leggere cli-fi oggi?

La climate fiction non è solo un genere da leggere: è un esercizio di immaginazione etica. I romanzi cli-fi ci pongono davanti al nostro presente e ci costringono a scegliere: quale futuro vogliamo? Siamo pronti a cambiare abitudini, linguaggi, priorità?

Possiamo imparare dalla letteratura a guardare il mondo in modo diverso? Il volume pubblicato da Carocci si rivolge in particolare a docenti e studenti, ma può essere una lettura illuminante anche per chi è semplicemente curioso, o spaventato, o stanco della retorica catastrofista e cerca una narrazione che unisca bellezza e verità.

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