Claudia Cardinale ci lascia per intraprendere il viaggio più importante della sua vita. L’attrice è morta il 23 settembre 2025, all’età di 87 anni, circondata dalla sua famiglia nella residenza di Nemours, vicino Parigi. La sua bellezza luminosa, la voce roca e magnetica, il carisma che ha attraversato generazioni restano intatti nelle pellicole che l’hanno resa immortale.
E restano soprattutto nelle sue stesse parole, affidate a due libri che oggi risuonano come un’eredità preziosa: Io Claudia, tu Claudia (Sperling & Kupfer, 1995) e Le stelle della mia vita (Piemme, 2006). In quelle pagine l’attrice racconta se stessa senza veli, tra le ferite intime e i trionfi sul set, lasciando un autoritratto sincero e potente.
Ora, alla luce della sua scomparsa, queste due autobiografie diventano la chiave per continuare ad ascoltarla e sentirla viva accanto a noi, insieme alle immagini eterne dei suoi film. Immaginiamo che i libri andranno in ristampa.
Due libri autobiografici di Claudia Cardinale
Io, Claudia, tu Claudia (1995)
Il primo memoir di Claudia Cardinale, scritto con la giornalista Anna Maria Mori, è un vero e proprio “romanzo di una vita”. Non si limita a ricostruire i fatti, ma spalanca per la prima volta il sipario sui segreti più custoditi dell’attrice.
C’è il trauma della violenza subita in gioventù a Tunisi, la scelta di non abortire e di crescere il figlio Patrick come “fratello minore” fino alla rivelazione pubblica nel 1967. Un episodio che fece scandalo e rischiò di travolgere la sua carriera, costruita da Franco Cristaldi, produttore e poi marito, che l’aveva trasformata nella “fidanzata d’Italia”.
Ma il libro è anche una raccolta di aneddoti che intrecciano vita privata e set cinematografici. Cardinale racconta come fosse sorvegliata 24 ore su 24 da press agent e collaboratori, al punto da sentirsi “una principessa in gabbia”, e di come riuscisse a recitare scene intensissime proprio perché attingeva a un dolore reale. Emblematico il parallelismo con il film La ragazza con la valigia (1961), dove la protagonista Aida confessa di avere un figlio nascosto e Claudia, nel raccontare quella scena, ammette che non stava recitando, ma rivivendo la sua stessa vita.
È un libro che sorprende perché accanto al mito appare la donna, fragile, ribelle, a tratti smarrita, ma sempre determinata a non lasciarsi piegare.
Le stelle della mia vita (2006)
Dieci anni dopo, con Le stelle della mia vita, Cardinale cambia registro. Questa volta la scrittura è più serena, quasi grata. Il libro, edizione italiana di Mes étoiles, scritto con Danièle Georget, diventa un mosaico di ricordi e omaggi.
Le “stelle” non sono solo i successi al botteghino, ma le persone che hanno illuminato la sua carriera. Luchino Visconti, maestro severo e geniale, Federico Fellini, che le regalò uno dei ruoli più iconici in 8½, o ancora Alain Delon e Burt Lancaster, compagni di set e di vita mondana. Ci sono storie di corteggiamenti insistenti rifiutati con ironia, di registi che la volevano più docile e di attrici rivali che finivano sempre per diventarle amiche.
Nel racconto del libro non manca l’ironia. Claudia ricorda il consiglio di Mario Monicelli, “Al cinema si fa sempre finta, che la aiutò a superare l’insicurezza cronica di sentirsi inadatta al mestiere di attrice. Oppure le volte in cui fingeva di non sapere ballare o cantare, per poi sorprendere tutti con il suo talento nascosto.
Se il primo libro è segnato dalla rivelazione e dal dolore, questo secondo è attraversato da un senso di pacificazione: Cardinale non deve più giustificarsi, ma solo ringraziare. È un atto d’amore verso il cinema e verso le persone che hanno reso la sua vita straordinaria.
Un dittico unico
Letti insieme, i due libri formano un dittico sorprendente. Il primo è la confessione di una donna che rompe i silenzi e rivendica la sua verità. Il secondo è il bilancio sereno di un’artista che guarda al passato con gratitudine. Entrambi, però, hanno un filo conduttore: la volontà di restare se stessa, senza mai cedere alle maschere imposte dallo star system.
Per chi ama il cinema e le biografie, Io, Claudia, tu Claudia e Le stelle della mia vita sono due chiavi preziose per scoprire la vera Claudia Cardinale: una donna che ha saputo trasformare il dolore in forza, e il successo in memoria eterna.
Chi è Claudia Cardinale
Claudia Cardinale, nome d’arte di Claude Joséphine Rose Cardinale, è stata una delle attrici più celebri e amate del cinema italiano, icona riconosciuta a livello internazionale. Si è spenta martedì 23 settembre 2025, all’età di 87 anni, nella sua casa di Nemours, vicino a Parigi. La sua scomparsa segna la fine di un’epoca, ma la sua immagine resta intatta nella memoria collettiva.
Nata il 15 aprile 1938 a Tunisi da una famiglia di emigranti siciliani, la sua bellezza mediterranea e il suo talento versatile la imposero come protagonista assoluta a partire dagli anni Sessanta.
Una carriera tra maestri e capolavori
Claudia Cardinale fu musa di registi come Luchino Visconti, che la diresse in Rocco e i suoi fratelli (1960) e in Il Gattopardo (1963), dove rese indimenticabile il personaggio di Angelica. Con Federico Fellini entrò nella leggenda grazie al ruolo iconico di sé stessa in 8½ (1963).
Tra i suoi film più amati, segnaliamo La ragazza con la valigia (1961) di Valerio Zurlini, C’era una volta il West (1968) di Sergio Leone, Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani. Parallelamente costruì una solida carriera internazionale, dividendo il set con star come John Wayne, Sean Connery e Henry Fonda.
Vita privata
La sua vita personale fu intensa e segnata da momenti difficili. Dopo il legame con il produttore Franco Cristaldi, che la lanciò nel cinema, visse una lunga relazione con il regista Pasquale Squitieri, da cui ebbe la figlia Claudia. Squitieri è stato come più volte ha riferito Claudia Cardinale il grande amore della sua vita.
In gioventù subì una violenza che segnò profondamente il suo destino: da quell’evento nacque il figlio Patrick, una verità dolorosa che Cardinale ebbe il coraggio di raccontare solo anni dopo nelle sue autobiografie.
Riconoscimenti e eredità
Nel corso della carriera ricevette i massimi riconoscimenti, dal Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia (1993) all’Orso d’Oro alla carriera al Festival di Berlino (2002). Ambasciatrice UNESCO, attivista per i diritti delle donne, simbolo di eleganza e indipendenza, Claudia Cardinale ha incarnato un nuovo modello femminile libero e battagliero.
La sua eredità vive oggi nei suoi oltre 150 film e nei suoi libri autobiografici, Io, Claudia, tu Claudia e Le stelle della mia vita, due ritratti complementari di una donna che non ha mai smesso di lottare per la verità e per se stessa.
Claudia Cardinale, una donna con più anime
Claudia Cardinale non è stata soltanto una grande attrice. Nell’immaginario collettivo resta come la rappresentazione di una femminilità complessa, capace di unire forza e vulnerabilità, dolcezza e ribellione. Non era la donna-oggetto delle prime dive da rotocalco, ma nemmeno l’intellettuale distaccata che rifiutava il divismo. Era qualcosa di diverso, un modello di autenticità che ha attraversato le generazioni.
Nei suoi personaggi c’era sempre una doppia verità. La luce magnetica della bellezza e l’ombra di un dolore privato, trasformato in energia scenica. È forse per questo che le sue interpretazioni restano vive, perché in Angelica de Il Gattopardo, nella Claudia di 8½, nella Aida de La ragazza con la valigia non c’era solo l’attrice, ma la donna che aveva conosciuto la fragilità, la violenza, la solitudine.
Il suo lascito, dunque, non è solo cinematografico, ma culturale. Claudia Cardinale ha incarnato un’idea di donna libera, indipendente, capace di scegliere, di cadere e di rialzarsi. Un’icona che non ha mai accettato di essere definita da altri, e che ha saputo tenere insieme diva e persona, mito e verità.
Nell’immaginario collettivo rimane la donna che ha mostrato che la bellezza può convivere con la forza, che la fragilità può essere un motore di resistenza, che la libertà è una conquista quotidiana. Una donna che, anche oltre la vita, continua a insegnare come si può restare sé stessi davanti al mondo.