Alcuni sono piuttosto letti e conosciuti, studiati anche nelle scuole. Altri sono capolavori senza tempo che hanno attraversato le epoche impartendoci insegnamenti preziosi. Altri ancora, in Italia sono poco noti, gemme nascoste che meritano di ottenere uno spazio nelle nostre librerie. Ecco cinque classici della letteratura mondiale che parlano di primavera, di rinascita e di nuovi inizi.
Cinque classici da riscoprire in primavera
“Germinale” di Émile Zola
Questo è uno dei maggiori classici della letteratura francese. Con capolavori del calibro di “Germinale”, Zola è diventato un autore noto in tutto il mondo, e ha ispirato altri, che si sono avvicinati al suo Naturalismo. Basti pensare a Verga e al suo “Ciclo dei Vinti”: non sarebbe esistito senza le influenze dello scrittore francese.
Ma perché “Germinale” si può annoverare fra i “classici di primavera”? Quest’opera, dal forte intento sociale, non rinuncia a raccontare la meravigliosa rinascita della natura: la primavera ritorna a fiorire, infatti, nonostante tutto.
Il giovane Stefano Lantier va a cercare lavoro in una miniera e trova un mondo di sofferenza e di miseria, in cui tutti i valori della dignità umana sono calpestati: l’onesto Maheu, il volgare Chaval, il macchinista russo Suvarin, cupo e sognatore, la giovane e contesa Caterina e molti altri personaggi, buoni e malvagi, assurgono a simbolo di una società e di una condizione in cui il male sembra prevalere su tutto, anche sull’amore.
Il soffio epico che accompagna le fosche vicende di questa folla di “miserabili” travolge ogni pretesa oggettiva per trasformarsi in visione, incubo, allegoria: la rivolta è possibile, ma la corruzione dell’animo umano sembra compromettere il sogno di una definitiva redenzione.
“Camera con vista” di E.M. Forster
Questo, invece, è un classico meno noto in Italia, un’opera che emoziona per la bellezza e le sensazioni che infonde nel cuore. La primavera, la vivacità e il tepore della bella stagione sono presenti tanto nell’ambientazione quanto in senso figurato, nel racconto di una rinascita legata alle emozioni, all’amore, alla gioventù ritrovata.
Lucy Honeychurch, una giovane inglese attenta alle convenzioni sociali della borghesia vittoriana ma costretta a fare i conti con i propri sentimenti.
George Emerson, agnostico e anticonformista, capace di “vedere” attraverso le perplessità e di percepire la realtà nascosta dietro le apparenze. Raccontando la loro contrastata vicenda sentimentale, Forster affronta uno dei suoi temi preferiti: quello del “cuore non sviluppato” e della lacerazione tra perbenismo ed emotività.
È l’anima stessa dell’Inghilterra a essere sotto accusa: un’anima nordica, gotica, puritana, provocatoriamente contrapposta allo spirito mediterraneo, gioioso, pagano e “rinascimentale” che i due protagonisti respirano a Firenze.
“Resurrezione” di Lev Tolstoj
Anche i classici della letteratura russa possono parlare di primavera. È il caso di “Resurrezione”, romanzo meno conosciuto dei precedenti capolavori di Tolstoj, ma importantissimo: al suo interno, l’autore raccontala caduta libera di un essere umano, mostrando però che una via di uscita, una rinascita, può avvenire. In tal senso, la primavera è proprio un simbolo di cambiamento, di rinnovamento, morale e spirituale.
Il principe Nechljudov riconosce nella prostituta Ljubaša, accusata in un processo per omicidio, la contadina Katjuša Maslova, che egli aveva sedotto dieci anni prima, provocandone la rovina. Oppresso dai sensi di colpa, si adopera per salvare la donna e, con lei, la propria anima.
Da un «affare giudiziario» realmente avvenuto prende spunto l’ultimo grande romanzo di Tolstoj, che è soprattutto una riflessione sull’ineluttabilità del male, sull’ingiustizia universale della sofferenza, alla quale l’uomo può opporre solo la prospettiva di un riscatto individuale, come quello che troveranno, ciascuno a modo proprio, Katjuša e Nechljudov.
“Il grande Meaulnes” di Alain Fournier
Amori primaverili e leggerezza sono i protagonisti de “Il grande Maulnes”, un’educazione sentimentale che si dispiega fra boschi e feste misteriose.
Ormai adulto, François Seurel rievoca «i giorni più cari e più tormentati» dell’adolescenza quando, nella sua esistenza di quindicenne timido e malato, irruppe Augustin Meaulnes, di poco più vecchio: carismatico, travolgente, fu presto per tutti “il grande Meaulnes”.
Il momento cruciale del loro rapporto è la fuga di Augustin da scuola, in una fredda giornata invernale; smarritosi nel bosco, il ragazzo approda per caso a una tenuta misteriosa, nella quale si tiene una strana festa e dove conosce i figli del castellano, Frantz e Yvonne de Galais. E di lei si innamora perdutamente.
Tornato alla solita vita, Meaulnes ha ora un solo scopo: ritrovare quel luogo incantato e soprattutto la fanciulla.
“Un incantevole aprile” di Elizabeth von Arnim
Infine, uno dei maggiori classici della letteratura australiana. È “Un incantevole aprile”, un’opera in cui la primavera è presente nell’ambientazione, nei profumi e nei colori, ma anche nel nucleo simbolico della trama.
In un club della Londra anni Venti due signore inglesi scoprono di essere accomunate da una vita amorosa insoddisfacente, molto diversa da quella che avevano sognato il giorno del matrimonio.
Mrs Wilkins, timida e repressa, è sposata con un avvocato ambizioso che «lodava la parsimonia tranne quando si trattava del cibo che finiva nel suo piatto»; Mrs Arbuthnot, estremamente religiosa, è sposata a uno scrittore di biografie sulle amanti dei re: per una donna come lei, una cosa davvero sconveniente. Insieme decidono di rispondere a un annuncio per l’affitto di un castello a San Salvatore, piccola cittadina della Liguria, per tutto il mese di aprile.
A loro si uniscono Mrs Fisher, un’anziana signora che incarna appieno la morale vittoriana nel portamento, nelle amicizie e nella rigida etichetta che esige sia rispettata, e Lady Caroline, giovane ereditiera di una bellezza sopraffina in cerca di requie dalla vita mondana e dagli innumerevoli spasimanti.
Le quattro donne, che si conoscono a malapena, si lasciano così alle spalle la grigia e piovosa Inghilterra per godersi un mese di vacanza in Italia.
Immergendosi nel calore della primavera italiana e nella bellezza placida del luogo, avvolte nei profumi dei glicini e dei narcisi che aiutano a mettersi a nudo, le signore imparano ad apprezzarsi, mentre ognuna, a turno, sboccia e ringiovanisce, riscoprendo l’amore e l’amicizia, ritrovando la speranza.