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Clara Sánchez, ”La letteratura permette di svelare molti punti oscuri della nostra realtà”

''La letteratura talvolta è come una lanterna posta in un angolo oscuro''. E' con queste parole che Clara Sánchez ha descritto l'impegno ed il valore che ancora oggi, in un mondo moderno e tecnologico, ricopre un'arte nobile ed antica come quella della scrittura...

  In questa intervista, la  scrittrice di “Entra nella mia vita” ci parla della sua passione per la lettura e dell’esperienza di scrittrice

 

MILANO – “La letteratura talvolta è come una lanterna posta in un angolo oscuro”. E’ con queste parole che Clara Sánchez ha descritto l’impegno ed il valore che ancora oggi, in un mondo moderno e tecnologico, ricopre un’arte nobile ed antica come quella della scrittura. Classe 1955, laureata in filologia spagnola, la Sánchez è stata da sempre appassionata di lettura e scrittura Nel 2010 ha vinto il Premio Nadal per il suo romanzo “Il profumo delle foglie di limone”, un thriller psicologico dal forte impatto emotivo. In questa intervista la scrittrice ci racconta la nascita del suo amore per lettura e scrittura e ci descrive la sua esperienza di autrice, con un focus particolare sul suo ultimo libro “Entra nella mia vita”. 

 

Come è nata la sua passione per la lettura? C’è un libro a cui è particolarmente legata?

La scrittura e la lettura entrarono nella mia vita quando ero ancora bambina. Sentivo che quando avessi saputo leggere non avrei più provato timidezza, né paura, che sarei stata grande. Ma scoprii anche che quando avevo un libro con me mi dimenticavo di tutto, della scuola e delle tristezze, ero felice, soprattutto se era estate e potevo leggere coricata all’ombra di un albero. Uno dei miei libri preferiti è “The turn of the screw” di Hanry James, poiché descrive come la nostra mente si rapporta con il mondo. 

 

Come descriverebbe la sua esperienza di scrittrice? C’è un aneddoto particolare relativo alla sua attività di autrice?

Ultimamente domande come questa mi hanno fatto ricordare che, quando ero piccola, avevo una  tata praticamente cieca, a cui dovevo raccontare tutto ciò che vedevo. Quando non mi accorgevo di qualcosa, lo inventavo. Ha vissuto in un mondo di immaginazione. 

 

Nel suo ultimo libro “Entra nella mia vita” tratta di un argomento molto delicato come la vendita di neonati e le adozioni illegali. Cosa l’ha spinta a scrivere riguardo un argomento così difficile e toccante?

Un bambino che è stato rubato ha intorno a sé due famiglie: quella naturale, che non conosce, e quella adottiva, che conosce molto bene. Se va a conoscere la sua vera famiglia, smetterà di voler sapere? Potrà desiderare  immediatamente quella naturale? Intorno a lui vi sono avidità, e anche amore delle persone che lo cercano. Vi sono molti intrighi, segreti, c’è la ricerca privata di madri e padri che non hanno mai smesso di cercare, e quella della polizia. Vi è tuttavia lo smascheramento di queste persone che hanno indossato gli abiti dei buoni, quali suore, sacerdoti, medici, ostetriche, funzionari, che hanno fatto tutto ciò per arricchirsi. Nel furto di un bambino vi è un romanzo criminale, che non avrei potuto evitare di descrivere. 

 

I personaggi di “Entra nella mia vita” , ed in particolare la protagonista, sono inventati o ispirati a persone reali?

I personaggi sono inventati, ma sempre basati su persone vicine a me o che mi hanno colpito particolarmente, come Veronica, fortemente ispirata a mia figlia, o Ana, ispirata ad una amica. 

 

La maggior parte dei suoi libri tratta di argomenti piuttosto delicati e di denuncia. Ritiene che la scrittura possa ancora servire a svelare alcuni punti oscuri?

A mio avviso la letteratura talvolta è come una lanterna posta in un angolo oscuro. 

 

5 giugno 2013

 

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