Sei qui: Home » Libri » Clara Sanchez al Salone di Torino, ”Il coraggio di uno scrittore sta nel raccontare verità scomode”

Clara Sanchez al Salone di Torino, ”Il coraggio di uno scrittore sta nel raccontare verità scomode”

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A TORINO - ''Il mio romanzo ha avuto tanto successo perché parla d'amore. Anche se, devo dire, io non credo nell'amore''. Il pubblico del Salone del Libro ha accolto con un misto di stupore ed entusiasmo le parole di Clara Sanchez...

La scrittrice spagnola, unica autrice che abbia vinto tutti e tre i più importanti premi letterari del suo Paese, ha incontrato il pubblico al Salone Internazionale del Libro di Torino per parlare del suo ultimo romanzo ”Le cose che sai di me”

TORINO – ”Il mio romanzo ha avuto tanto successo perché parla d’amore. Anche se, devo dire, io non credo nell’amore”. Il pubblico del Salone del Libro ha accolto con un misto di stupore ed entusiasmo le parole di Clara Sanchez, arrivata a Torino per presentare il suo ultimo romanzo, ‘Le cose che sai di me” (Garzanti). Sono accorsi numerosi lettori per ascoltare l’unica autrice che ha vinto tutti e tre i più importanti premi letterari spagnoli: il premio Alfaguara nel 2000, il premio Nadal nel 2010 e il premio Planeta nel 2013, proprio per questo libro.

IL LIBRO – La vicenda ha inizio durante un volo turbolento. Patricia, modella spesso in giro per il mondo, sta tornando a casa, a Madrid. Ma proprio durante quel viaggio la rivelazione della vicina di posto, che si professa veggente, la sconvolge: qualcuno vuole la sua morte. Ha inizio a questo punto un vero e proprio thriller dell’anima, in cui la protagonista si trova a mettere in discussione tutta la sua vita: suo marito, il suo lavoro, le persone che ha attorno.

IL CANNIBALISMO DELL’AMORE – ‘Per questo romanzo ho preso spunto in particolare da una scena di ‘Dracula”, racconta Clara Sanchez. ‘L’ho letto e all’inizio non capivo: non capivo perché la protagonista Lucy provi piacere a farsi succhiare il sangue, non capivo perché i vampiri piacciano tanto ai lettori. Poi ho avuto l’illuminazione: tutti noi abbiamo bisogno che il nostro sangue piaccia a qualcuno, tutti noi vogliamo piacere agli altri, vogliamo essere amati. E in tutti i rapporti c’è del vampirismo, della dipendenza. Tutti abbiamo bisogno di ‘succhiare’ qualcosa dagli altri. E’ così anche tra Patricia ed Elia: il loro rapporto è molto complesso dal punto di vista psicologico. Dipendono l’uno dall’altra: lei dipende da lui sentimentalmente e lui dipende da lei economicamente’. 

PATRICIA, UNA MODERNA ANNA KARENINA – ‘Patricia è vittima di quell’amore che ci insegnano a inseguire a tutti i costi fin da piccoli, è vittima dell’idea che chi non incontri quella passione nella vita sia un miserabile’, prosegue l’autrice. ‘E’ un po’ come Anna Karenina, che è disposta a morire per il desiderio ossessivo, per la passione travolgente. Certo, Anna Karenina è una donna dell’Ottocento, viene da un mondo diverso. Patricia è una donna dei nostri tempi, lei sceglie la vita anziché la morte. E per vivere deve affrontare le sue paure: la paura dello sguardo degli altri, la paura di non piacere. Pian piano riuscirà a liberarsene’.

UN ROMANZO INTRISO DI SPERANZA – Il romanzo rispecchia esperienze personali dell’autrice, vissuti vicini a quelli della protagonista. si può sopravvivere a uno ‘tsunami emotivo’ di questa portata, che travolge la propria intera esistenza? ‘Tutto il romanzo è fortemente intriso di speranza. Scrivere l’ultima pagina è stato come aprire una finestra e far entrare una ventata d’aria. Anche io ho affrontato e superato le paure di Patricia insieme a lei’. Tra queste la paura dell’amore forse… ‘Sono stata forse un po’ drastica a dire che non ci credo’, ammette la scrittrice. ‘Credo dell’amore, ma mi fa molta paura’.

L’IMMAGINAZIONE CAMBIA LA NOSTRA VITA – Il romanzo è anche intriso di una dimensione ‘spirituale’ che torna nelle opere dell’autrice e nella sua vita. ‘Mi considero una persona molto spirituale. Tutto quello che chiamiamo magia, religione, trascendenza, altro non è che immaginazione. Viviana, la veggente, è una persona che mi sarebbe piaciuto incontrare nella vita. Lei appartiene a un mondo di streghe, di magia, a un mondo dell’infanzia. E porta tutte queste cose nell’esistenza di Patricia. Mi piacevano queste favole da piccola, per il loro elemento malvagio più ancora che per quello edulcorato. Delle favole, nel libro, ci sono anche certi oggetti simbolici – come lo specchio in Biancaneve o la scarpetta in Cenerentola – che sono veicoli di significati benevoli o malevoli e dicono qualcosa a Patricia della sua vita”, spiega la scrittrice. “Io credo molto nell’immaginazione dell’essere umano. Il messaggio di Viviana per Patricia è esattamente questo: usa l’immaginazione per cambiare la tua vita. Grazie all’immaginazione, possiamo essere più felici: non sempre riesco a metterlo in pratica, ma ne sono convinta”.

IL CORAGGIO DELLO SCRITTORE – Dal pubblico le domandano anche se non abbia paura delle critiche, riferendosi in particolare, più che alle critiche letterarie, ai fatti seguiti alla pubblicazione de “Il profumo delle foglie di limone”, quando l’autrice aveva subito minacce da alcuni nazisti. “Quel libro è basato su un’esperienza che avevo davvero vissuto. Come la protagonista, anche io ero andata a vivere di fianco a una famiglia di nazisti. Mentre scrivevo quella storia non mi è passato per la testa che avrei potuto ricevere delle minacce. Solo verso la fine del romanzo ho capito che c’erano dei rischi e ho deciso di premettere che si trattava di fatti reali ma che i nomi erano stati cambiati”, spiega Clara Sanchez. “Ma quando noi scrittori vogliamo a ogni costo raccontare qualcosa nei nostri libri, anche se ‘scomodo’ diventiamo molto coraggiosi”.

10 maggio 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata