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Chiara Parenti, ”Il mio libro è la versione femminile di ‘Una notte da leoni’, con un pizzico di romanticismo”

Prendete questi ingredienti: il mare della Versilia, quattro amiche, un addio al nubilato e un incontro inatteso che viene dal passato. Mescolate il tutto con una buona, anzi generosa dose di mojito...

MILANO – Prendete questi ingredienti: il mare della Versilia, quattro amiche, un addio al nubilato e un incontro inatteso che viene dal passato. Mescolate il tutto con una buona, anzi generosa dose di mojito, ed otterrete il cocktail più spassoso dell’estate. C’è tutto questo nel libro ”Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)”, primo romanzo dell’autrice lucchese Chiara Parenti, edito da Rizzoli nella nuova collana digital tutta al femminile You Feel, e disponibile in tutti gli store online. Una storia romantica e divertente ambientata sulle spiagge della Versilia: dai locali più esclusivi di Forte dei Marmi al Carnevale Estivo di Viareggio, la storia si snoda su due piani narrativi descrivendo la Perla del Tirreno dei giorni nostri e di quindici anni fa.

Come nasce la tua passione per i libri, e quindi per la scrittura?

Dunque, so che in questi casi bisognerebbe rispondere che leggo libri fin da quando ero una blastula nell’utero di mia madre e scrivo romanzi da quando ho iniziato a gattonare. Però non è così. È vero che a scuola ho sempre preferito l’italiano alla matematica (e infatti ho scelto il liceo scientifico per puro masochismo), ma ovviamente scrivere un tema o un romanzo non sono proprio la stessa cosa.
Ho sempre inventato storie, questo sì.
L’idea di scriverle, queste storie, è nata per caso: per gioco, in realtà. Un pomeriggio d’estate del 2008, scherzando con mio marito sul mutuo da pagare, mi disse che avrei dovuto mettermi a scrivere le mie storie, così sarei diventata famosa come la Rowling e ci saremmo trasferiti in un castello senza più il mutuo da pagare. Ora, ovviamente non abitiamo in un castello (e il trasferimento non pare neanche tanto imminente, per la verità) e la rata del mutuo arriva puntuale ogni mese come le mestruazioni, però ho scoperto che scrivere mi piace sopra ogni cosa. Oggi i libri sono diventati la mia più grande passione e ora non so più come si fa a smettere.

 

Da cosa hai tratto ispirazione per il tuo primo romanzo?

Dal film “Una notte da leoni”. Ho riso fino alle lacrime la prima volta che l’ho visto e mi sono chiesta cosa sarebbe successo se fossero state quattro ragazze le protagoniste di una sbornia colossale come quella del “Branco”. Poi, siccome sono una romanticona, ci ho infilato anche una sostanziosa parte romance, con il ritorno del primo amore, quello mai davvero dimenticato, che vive ancora nel cuore di ognuno di noi. E il cocktail – è il caso di dirlo ‒ era fatto!

 

La storia si snoda su due piani narrativi, descrivendo la Versilia dei giorni nostri e di quindici anni fa. Come sono cambiate le vacanze degli italiani nell’arco di questo periodo di tempo?

Ora bisognerebbe sentire Federalberghi su questo, però mi verrebbe da dire che con la crisi e tutto il resto, le vacanze estive oggi si sono accorciate e concentrate in poche settimane. Insomma, probabilmente ci spostiamo meno e per meno tempo, rispetto a quindici anni fa. Ma credo che in Versilia l’atmosfera magica dell’estate non sia mai davvero cambiata. Ogni anno, da maggio a settembre, questo tratto di costa toscana torna a sfoderare il suo fascino più intenso, quello unico, che continua a richiamare visitatori e turisti da ogni dove. Oggi come quindici anni fa.
Solo che magari nel 2014 è assai probabile sentire parlare russo nel lettino accanto al tuo.

 

“La lettura è consigliata agli astemi, perché cambino idea!” ci puoi spiegare l’affermazione ironica che accompagna la sinossi del libro?

Non tutto il male vien per nuocere, in pratica. Nemmeno una sbronza colossale. La mia protagonista vive una vita misurata in ogni senso: è perennemente a dieta, rigorosamente astemia, ma anche tanto (inconsapevolmente) infelice. Maia, infatti, non si rende conto che quella che sta vivendo non è la vita che vuole, ma quella che vorrebbero gli altri per lei, e le ci vuole una pazza serata con le amiche in Versilia – dove scolano fiumi di mojito (non uno solo com’è nel titolo del libro, in realtà!) – per farle finalmente perdere il controllo. E a volte uno scossone è proprio quello che ci vuole per far crollare ogni certezza e uscire dagli schemi. Solo allora possiamo renderci conto di chi siamo e cosa vogliamo davvero. Per Maia, almeno, è così.

2 agosto 2014

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