«Il nome di Balzac si mescolerà alla traccia luminosa che la nostra epoca lascerà nell’avvenire», disse Victor Hugo nel discorso funebre del 1850. E aveva ragione: pochi scrittori hanno saputo incarnare la loro epoca e allo stesso tempo anticipare il futuro come Honoré de Balzac.
Il suo nome è legato a un’opera monumentale, La Comédie humaine, che raccoglie più di novanta romanzi e racconti, popolati da centinaia di personaggi che si muovono in un mondo riconoscibilissimo: la Francia dell’Ottocento, con le sue ambizioni, le sue miserie, i suoi sogni e le sue contraddizioni.
“Balzac”, La biografia di Francesco Fiorentino, pubblicata da Laterza, ci restituisce l’immagine viva e complessa di un uomo che ha fatto della scrittura non solo un mestiere, ma un destino.
Uno scrittore che, come gli eroi dei suoi romanzi, ha inseguito senza sosta il successo, la gloria e il riconoscimento, pagando un prezzo altissimo in termini di salute e serenità personale.
Curiosità su Balzac: Lo sapevi che…
Il caffè come carburante: Balzac beveva fino a 50 tazze di caffè al giorno per riuscire a scrivere senza sosta. Disse che il caffè “scava le viscere come una vanga”.
Debiti infiniti: morì lasciando passività economiche enormi, perseguitato dai creditori. Nonostante il successo letterario, non conobbe mai vera stabilità finanziaria.
Un matrimonio tardivo: dopo anni di corrispondenza, sposò la nobildonna polacca Éveline Hanska poco prima di morire, coronando il sogno di un amore romanzesco.
Un monumento parigino: la statua di Balzac realizzata da Auguste Rodin, inizialmente rifiutata perché considerata troppo audace, è oggi una delle sculture più celebri dedicate a uno scrittore.
Honoré de Balzac: il romanziere che ha inventato la modernità
Balzac non è solo un classico da studiare a scuola: è un autore vivo, che continua a interrogarci e a farci specchiare nelle nostre contraddizioni.
La sua ambizione smisurata, la sua capacità di dare voce a un’intera società, la sua scrittura febbrile lo rendono ancora oggi una guida preziosa per capire non solo la letteratura, ma anche il mondo in cui viviamo.
La biografia di Francesco Fiorentino ci ricorda che Balzac era prima di tutto un uomo che, come i suoi personaggi, ha inseguito un sogno impossibile: raccontare tutto, abbracciare il reale con le parole. Ed è proprio questo che lo rende immortale.
Una vita da romanzo
Nato a Tours nel 1799, figlio di una famiglia della media borghesia, Balzac si portava addosso l’ombra del suo cognome d’origine, “Balssa”, che il padre decise di nobilitare in “Balzac”.
Quel gesto simbolico segna già la tensione che accompagnerà tutta la sua vita: il desiderio di salire, di appartenere a un mondo aristocratico che spesso lo guardava con sospetto. Non fu un percorso facile. Prima di diventare il “padre del realismo”, Balzac accumulò debiti enormi per colpa di attività imprenditoriali fallimentari, come quella di tipografo ed editore.
La sua esistenza era scandita da ritmi estenuanti di lavoro: scriveva fino a sedici ore al giorno, sostenuto da litri di caffè nero, nel tentativo di realizzare la sua impresa titanica, quella di raccontare “tutta la società francese” in un solo grande libro. La Commedia umana: un universo letterario. Non un semplice ciclo di romanzi, ma un universo narrativo che, come sottolinea Fiorentino, prefigura la serialità moderna.
I personaggi ritornano da un romanzo all’altro, invecchiano, cambiano, rinascono in nuove avventure: una sorta di “universo condiviso” ante litteram, che oggi potremmo paragonare a ciò che fanno le grandi saghe televisive o cinematografiche.
Ne fanno parte capolavori come Eugénie Grandet, ritratto indimenticabile di avarizia e sacrificio, o Papà Goriot, con il suo protagonista travolto dall’amore paterno e dall’avidità di una società spietata.
In ogni storia Balzac osserva con lucidità chirurgica i meccanismi del denaro, del potere, dell’ambizione, offrendo uno specchio della sua epoca che, sorprendentemente, parla ancora al nostro presente.
Tra realismo e visione
Balzac viene tradizionalmente considerato il campione del realismo, colui che ha raccontato la società con precisione quasi sociologica. Ma fermarsi a questa definizione sarebbe riduttivo.
Come nota Fiorentino, Balzac fu anche un visionario, capace di cogliere le forze oscure, quasi mitiche, che si agitavano dietro la vita quotidiana.
Non a caso, autori diversissimi come Baudelaire, Proust o Flaubert lo hanno amato e criticato allo stesso tempo: per alcuni era un genio del dettaglio, per altri un artista ossessionato dal successo più che dall’arte.
Ma proprio in questa tensione tra osservazione realistica e ambizione visionaria sta la sua forza. Un autore moderno, più che mai attuale.
Perché leggere Balzac oggi?
Perché i suoi libri parlano ancora di noi. Nei suoi romanzi incontriamo la corsa al denaro, le disuguaglianze sociali, l’ossessione per l’apparenza, le lotte per il potere e il riconoscimento: temi che appartengono tanto alla Parigi dell’Ottocento quanto alla nostra società globalizzata.
La sua capacità di raccontare i rapporti umani con crudezza e compassione insieme lo rende vicino ai grandi narratori contemporanei.
E la sua struttura narrativa, con personaggi che si intrecciano e ritornano, anticipa le logiche della narrazione seriale di cui oggi siamo spettatori su Netflix o in grandi saghe letterarie.
5 romanzi di Balzac da leggere assolutamente
Papà Goriot (1835). La parabola tragica di un padre divorato dall’amore per le figlie e dall’avidità di una società spietata. Uno dei capolavori della Commedia umana.
Eugénie Grandet (1833). La storia di una giovane donna segnata dall’avarizia paterna, un romanzo indimenticabile sull’oppressione familiare e sociale.
Illusioni perdute (1837-1843). Forse l’opera più moderna di Balzac: un ritratto del mondo della stampa e della corruzione morale, che anticipa i romanzi sul potere mediatico.
La cugina Bette (1846). Un dramma familiare e sociale che intreccia rancore, vendetta e passione, rivelando il lato più oscuro dei rapporti umani.
La Commedia umana. Più che un singolo romanzo, un ciclo sterminato di oltre 90 opere: un affresco totale della società francese dell’Ottocento.