Sei qui: Home » Libri » Cesare Pavese e la #twitteratura

Cesare Pavese e la #twitteratura

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A TORINO - Si può riscrivere un classico della letteratura italiana in 140 caratteri? Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Cesare Pavese ha promosso questa impresa di #twitteratura. Dopo ''La luna e i falò'', è stato il turno di uno dei libri più difficili dello scrittore cuneese, ''Dialoghi con Leucò''

Al Salone del Libro, la Fondazione Cesare Pavese ha presentato i risultati del progetto di riscrittura dei “Dialoghi con Leucò” in 140 caratteri, che ha coinvolto migliaia di utenti di Twitter. Il prossimo anno toccherà “Scritti corsari” di Pasolini

TORINO – Si può riscrivere un classico della letteratura italiana in 140 caratteri? Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Cesare Pavese ha promosso questa impresa di #twitteratura. Dopo “La luna e i falò”, è stato il turno di uno dei libri più difficili dello scrittore cuneese, “Dialoghi con Leucò”. Nello Spazio Incontri del Salone del Libro, gli ideatori del progetto Ernesto Aloia, Michele Aquila, Paolo Costa, Hassan Pautàs di TorinoAnni10 e il moderatore Pierluigi Vaccaneo hanno parlato della loro esperienza con #Leucò.

IL PROGETTO – Ventisette dialoghi per ventisette sessioni di riscrittura, è stato questo, in sintesi, il progetto #Leucò. Migliaia di utenti si sono cimentati, da gennaio ad aprile, in questa opera di #twitteratura, per un totale di 40.000 tweet. C’è chi ha inteso il compito in chiave riassuntiva, chi ha preferito scegliere una parola-chiave e scrivere di quello, chi si è lanciato in complicati parallelismi con altri autori ed opere. “Riscrivere un testo può significare 40 cose diverse – ha commentato oggi, sul palco di Lingotto Fiere, Paolo Costa, esperto di comunicazione e docente universitario. – Ognuno interpreta il compito a proprio modo e ogni scelta va bene”. Creatività applicata alla letteratura, insomma. Un modo innovativo per far uscire i classici dagli armadi e rilanciarli in chiave contemporanea.  “Quello che conta è non dimenticare la differenza tra testo e commento – ha continuato Costa -. Al tempo di Internet ci sentiamo tutti un po’ commentatori, ma non si può mai prescindere dalla parola scritta. Meno che mai in progetti come #Leucò”. “La #twitteratura è un’operazione di scrittura ai margini del testo”, gli fa eco Pierluigi Vaccaneo.
Ma il progetto #Leucò è anche la dimostrazione che avvicinare i classici a un pubblico ampio e ai giovani, oggi, si può. In questo senso ha le idee chiare Hassan Pautàs di TorinoAnni10: “Usare Twitter, usare i social è la chiave giusta. Arricchiamo i modi di fruizione dei testi e così facendo avviciniamo il pubblico”. Per non parlare del buon ritorno in termini di vendite editoriali.

NUOVE IMPRESE TITANICHE – Si parte da un libro, si passa per un tweet, si finisce con un TweetBook. E il successo di pubblico sembra dar ragione a questo modo nuovo di parlare di letteratura. Dato che le buone idee non si devono arrestare, dopo #Leucò al Salone del Libro c’è giusto il tempo per lanciare la nuova impresa.Dal 4 giugno la squadra si metterà a lavoro su un nuovo testo, “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini. Chiudiamo con una battuta di Vaccaneo, sul futuro. “Che ne sarà di noi? Lo scopriremo solo tweettando!”.

Roberta Turillazzi


16 MAGGIO 2013

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata