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Caso Amazon, ecco il punto di vista degli editori italiani

Amazon, il colosso dell’e-commerce, è il vero tormentone di questa estate. La polemica è partita negli States e non si è ancora fermata, arrivando anche in Italia con l’intervento del Ministro Dario Franceschini, e non solo....

Continua la querelle, almeno sui media, sul caso Amazon. In Italia si mettono in prima fila le case editrici: parere negativo per Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale della Bompiani, Gianluca Foglio della Feltrinelli, Stefano Mauri, AD del gruppo Gems, e il ministro Dario Franceschini

MILANO – Amazon, il colosso dell’e-commerce, è il vero tormentone di questa estate. La polemica è partita negli States e non si è ancora fermata, arrivando anche in Italia con l’intervento del Ministro Dario Franceschini, e non solo. La questione principale è lo scontro sul prezzo degli e-book, che per Amazon non deve superare i 9.99 dollari, e che mette a dura prova l’editoria tradizionale. Sebbene, al momento, nessuna delle grandi case editrici italiane abbia mai avuto reali problemi con Amazon, in molti sono scesi in campo per dire la loro. In primis, in Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini

UN PROBLEMA NON SOLO PER L’EDITORIA – Per il Ministro Franceschini il tempa è molto più ampio e certamente non si riferisce solo al mondo dell’editoria: ma anche al settore alberghiero e quello musicale. “Penso al settore alberghiero, con portali come Booking che vincolano gli alberghi a non offrire i propri servizi a prezzi più bassi attraverso altre agenzie o il proprio sito, o al caso dei produttori musicali indipendenti, che hanno problemi con YouTube, da quando il portale video è controllato da Google; YouTube, infatti, nei contratti propone condizioni economiche difficili da sostenere”.

UNA NORMATIVA COMUNE EUROPEA – Il ministro Franceschini ha annunciato una battaglia per una posizione comune europea sostenendo che in Italia bisogna abbassare al 4% l’iva degli ebook equiparandola a quella dei libri cartacei, come già vi avevamo anticipato in questo articolo.

LO SCONTRO SUL PREZZO DEGLI E-BOOK – Amazon indica (nel caso di Hachette) nel 35% la quota che dovrebbe essere sufficiente all’editore, pagato l’autore, che a sua volta dovrebbe tenere per sé il 35%, mentre il restante 30% andrebbe ad Amazon (per cui un e-book non dovrebbe costare più di 9,99 dollari). Decisamente contro Stefano Mauri, AD del Gruppo Gems : “E chi paga l’editor, la correzione delle bozze, il redattore, il responsabile marketing, l’illustratore, il grafico, l’ufficio legale, l’ufficio stampa, la promozione, la direzione commerciale, l’ufficio e-book (dato che lo facciamo noi), il fiscalista, l’amministrazione?”. Della stessa opinione Gianluca Foglia, direttore editoriale della Feltrinelli: “Secondo me è giusto che il prezzo lo indichi chi produce il libro, non chi lo vende o lo distribuisce. Perché è chi produce che rischia le proprie risorse su un titolo e sul suo lancio. E soprattutto perché è chi produce che mette a disposizione dell’autore una serie di figure professionali”.

IL FILM DI ELISABETTA SGARBI – “Un libro è merce tra le merci oppure è qualcosa di diverso?”, si chiede il direttore editoriale della Bompiani: “A questo proposito ho realizzato un film,  ‘Se hai una montagna di neve tienila all’ombra‘, un’indagine sul mondo della cultura in Italia… In Francia e Germania, per mille ragioni e in mille occasioni, hanno resistito a questa tentazione’.

22 agosto 2014

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