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Caro libri, ecco come risparmiare sulla spesa scolastica. I consigli degli editori

Ricorrere ai fondi stanziati da Miur e dai diversi istituti scolastici ed enti locali per le famiglie con un basso reddito per ammortizzare le spese relative ai libri scolastici. E' questo il parere di Gianni Cicognani, vice presidente del Gruppo Educativo dell'AIE...

MILANO – Ricorrere ai fondi stanziati da Miur e dai diversi istituti scolastici ed enti locali per le famiglie con un basso reddito per ammortizzare le spese relative ai libri scolastici. E’ questo il parere di Gianni Cicognani, vice presidente del Gruppo Educativo dell’AIE, relativamente al tema del caro libri. Dopo aver raccolto il punto di vista degli insegnanti, ecco quello degli editori, secondo i quali il rischio di un elevata spesa per i libri può dipendere dal mancato aggiornamento dei tetti di spesa diramati dal Miur.

Secondo l’Osservatorio nazionale della Federconsumatori, uno studente di prima media arriverà a spendere 484 euro tra libri di testo e dizionari mentre un alunno di primo liceo spenderà 799 euro tra libri di testo e dizionari. A cosa sono dovute queste cifre? Di chi sono le principali responsabilità?

Sulla stampa, appaiono cifre diverse che vengono segnalate dalle associazioni dei consumatori, che partono da presupposti non corretti: nelle scuole vigono i tetti di spesa. Se essi non vengono aggiornati, rimangono quelli, indipendentemente dai prezzi dei singoli libri. Per quanto riguarda il 2014, i tetti di spesa non sono stati definiti, e quindi i tetti di spesa di riferimento sono quelli del 2012.

Abbiamo la certezza che questi tetti di spesa vengano effettivamente rispettati?

Questo è un controllo che spetta al MIUR. Credo che per il 2014 il controllo sia difficile, in quanto non ci sono riferimenti precisi e fanno riferimento al 2012, tra l’altro non definite per quanto riguarda le classi di quarta e quinta superiore e diversi indirizzi scolastici post riforma non venivano considerate, come il liceo delle scienze applicate, il liceo musicale coreutico, quello sportivo e altri ancora. Si tratta, in sintesi, di tetti di spesa abbastanza lacunosi.

Secondo lei, quindi, è eccessivo parlare di caro libri?

Non saprei quali cifre smentire. Basta vedere sui vari siti delle associazioni di consumatori per notare come ci siano prezzi e cifre completamente diversi tra loro. Già tra Codacons e Federconsumatori ci sono differenze intorno ai 200 euro. Se ai tetti di spesa, poi, aggiungiamo il costo dovuto all’acquisto di dizionari, e se ipotizziamo che tutti comprano dizionari nuovi ogni anno, cosa che mi sembra abbastanza improbabile, è chiaro che la spesa aumenta.

Qual è l’impegno dell’editoria scolastica per contrastare il caro libri?

L’editoria scolastica ha investito notevolmente sul digitale, anche perché oggi tutti i testi adottabili devono essere o in versione mista digitale-cartacea, oppure in versione totalmente digitale. Gli editori, da questo punto di vista, sono allineati. Il problema è che non tutte le scuole sono in grado di utilizzare questi materiali.

Poi esiste un errore di fondo: la convinzione che il digitale costi meno del cartaceo, mentre esso richiede investimenti ulteriori rispetto a quelli che già venivano sostenuti riguardo alla produzione dei libri scolastici. Quindi è facile intuire come gli investimenti da parte degli editori siano notevolmente cresciuti negli ultimi anni: animazioni, video, mappe ed esercizi interattivi, sono tutte cose che hanno un costo.

In qualità di rappresentate dell’editoria scolastica, cosa si sente di consigliare alle famiglie?

Consiglio di cercare di utilizzare tutte le provvidenze che sono previste:  il Miur ha stanziato 103 milioni per le famiglie con i redditi più bassi, ai quali si aggiungono i contributi di tante regioni ed enti locali; la Regione Lombardia, ad esempio, prevede sostanziali contributi indipendentemente dal reddito. Nel loro insieme, tutte queste misure rappresentano il 50% del fatturato complessivo della scolastica. Le scuole sono in  grado di dare queste informazioni attraverso le rispettive segreterie. 

La possibilità di contenere la spesa per la scuola c’è, il problema è che questa spesa arriva al rientro dalle ferie estive, un periodo dell’anno in cui le famiglie hanno tanti problemi in più. Occorrerebbe arrivare ad uno scaglionamento di questa spesa, magari attraverso uno scaglionamento ad hoc da parte degli istituti di credito o di altri enti.

28 agosto 2014

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