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Carlo Freccero al Festivaletteratura di Mantova, “Internet non è meglio della finta tv”

Il più curioso tra gli eventi del primo giorno di Festivaletteratura 2013 è stato quello tra l'uomo della televisione Carlo Freccero ed il filosofo Maurizio Ferraris. Un incontro sulla carta impossibile, due mondi all'opposto. Argomento della dissertazione il rapporto tra “Tv ed internet: per andare oltre il muro della maggioranza”...

MANTOVA – Il più curioso tra gli eventi del primo giorno di Festivaletteratura 2013 è stato quello tra l’uomo della televisione Carlo Freccero ed il filosofo Maurizio Ferraris. Un incontro sulla carta impossibile, due mondi all’opposto. Argomento della dissertazione il rapporto tra “Tv ed internet: per andare oltre il muro della maggioranza”.  Quindi il confronto era tra la comunicazione di massa ed il pensiero di elite. Freccero ha criticato pesantemente la tv generalista di oggi ritenendola “falsa, ingessata e non più spontanea. Oramai la vera tv si vive solo nei momenti delle papere, dei fuori onda”.

PENSIERO CRITICO – Il concetto base esposto da Freccero è lo spostamento della fonte del pensiero critico della massa, passato dai giornali alla fiction televisiva. Un esempio spiazzante? “La serie americana 24, sul patriottismo, ha esordito nella tv statunitense sei mesi prima dell’attentato alle torri gemelle”. Freccero non ha paura di dire il suo pensiero, la sua verità sul declino della televisione. “Il grande fratello è stata una rivoluzione limitata alla prima edizione, le telecamere che indugiano sulle vite altrui. Poi però la replica, il rifacimento, hanno reso l’idea noiosa come il programma stesso”. C’era un’altra Italia di comici/conduttori a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, che hanno tentato in tutti i modi di scardinare l’establishment politico: Luttazzi, Guzzanti, Chiambretti. “A loro modo sono stati tutti in qualche modo emarginati. L’esempio eclatante è l’Ottavo Nano di Guzzanti. Inizialmente accusato di essere un programma pro PD e poi chiuso perché D’Alema non gradiva la caricatura di Corrado”.

IL DIO AUDIENCE – Il medium è il messaggio diceva Marshall McLuhan, perché “riesce ad inquadrare il tempo in cui viviamo” aggiunge Freccero. La tv è una maestra, non cattiva, ma impassibile, che risponde ad un solo Dio: l’audience. “La televisione ha un funzionamento matematico. Oggi il rapporto tra televisione e spettatore è un corpo a corpo infinito. Dove la prima deve incollarti allo schermo ed il secondo ha bisogno della pillola rossa di Matrix”. La televisione di oggi , per il fresco ex direttore di Rai4, è culturalmente collocabile a prima del ‘900, equiparabile a merce. “Per ergersi dalla mediocrità mass mediatica è necessario creare un evento, che attiri l’attenzione. – afferma Freccero – ed è quello che ho fatto con Paolini ed il Vajont”. Nessuno voleva fare lo spettacolo in televisione, per la cronaca fece il 17% di share.

INTERNET UGUALE ALLA TV – Il filosofo Ferraris ha faticato a contenere il vulcanico Freccero, il quale ha detto che “internet si sta ormai uniformando alla televisione, in una moltiplicazione di canali infinita e dispersiva”. La televisione è la cultura della massa, ma anche lo specchio di una società in balia dei social network. “Gli scivoloni dei presunti personaggi dello spettacolo sui social network, in particolare twitter sono inspiegabili. Come non possono capire gli evidenti riflessi sul pensiero sociale? E’ una sorta di reality virtuale”.

SANTORO E UNIVERSITA’ – Impossibile non parlare di Santoro, con il quale Freccero nel maggio 2012 annunciò ufficialmente le candidature alla guida della RAI rispettivamente come Presidente e Direttore Generale. “Santoro è un fulgido esempio di teledemocrazia. E’ il fuori campo della politica, quella che non si trova nei telegiornali. La forza di Santoro è far interagire i suoi ospiti in un talk camuffato da reportage inedito”. L’incontro si è concluso con un’ultima stoccata di Freccero all’Università italiana. “L’Università non è più dispensatrice di cultura, perché dovrebbe tenere unito il presente con il passato, ma ormai è solo proiettata nel futuro”.

 

Alessandro Tanassi

 

5 settembre 2013

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