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Candida Morvillo, ”Nel mio libro racconto l’intreccio italiano tra gossip e politica”

Direttrice di Novella 2000 dal 2008 al 2011, Candida Morvillo ha assistito da quell'osservatorio privilegiato ad anni in cui il gossip è stato drammaticamente centrale nella vita politica del nostro Paese. Della fatale attrazione tra belle donne e uomini potenti l'autrice racconta nel suo libro di recente uscita, ''Le stelle non sono lontane''...

La giornalista, che firma sul Corriere.it la video rubrica “Pernientecandida”, presenta “Le stelle non sono lontane, il suo primo romanzo

MILANO – Direttrice di Novella 2000 dal 2008 al 2011, Candida Morvillo ha assistito da quell’osservatorio privilegiato ad anni in cui il gossip è stato drammaticamente centrale nella vita politica del nostro Paese. Della fatale attrazione tra belle donne e uomini potenti l’autrice racconta nel suo libro di recente uscita, “Le stelle non sono lontane” (Bompiani), suo primo romanzo. A 25 anni, Astrid è la stella del pomeriggio Tv e aspirante moglie di Giangi di Settembrini, giovane aristocratico con la fama del playboy che la sera si addormenta sul divano senza neanche guardarla. Arrivare a condurre lo show del sabato sera sarebbe per Astrid la svolta di un’intera carriera, ma per ottenere ciò che vuole dovrebbe riuscire, contro altre agguerrite aspiranti conduttrici, a guadagnarsi i favori del presidente Cesare Gallia, capriccioso padrone della casta al governo. L’arrivo di una misteriosa busta verde sgretolerà in un attimo le speranze di Astrid, costringendola ad affrontare i suoi segreti e le sue paure.

Com’è avvenuto l’incontro con il personaggio di Astrid?
È avvenuto a una festa, vera, in un altolocato salotto in cui nobili decaduti e illustri volti noti celebravano un evento di charity. Di Astrid ce n’era più d’una, ovvero ragazze venute dal nulla cui era capitata l’avventura di conquistarsi un posticino in Tv e il miraggio dell’accesso a un mondo solo all’apparenza dorato. Erano cenerentole spaesate e ambiziose, che mascheravano come potevano la loro paura d’inadeguatezza. Sono tornata casa e ho cominciato a scrivere una storia. Venticinque pagine, che poi ho dimenticato, finché anni dopo, Elisabetta Sgarbi di Bompiani mi ha chiesto se me la sentivo di scrivere un romanzo. Aveva in mente una storia ed era proprio quella storia.
 
Perché all’inizio del libro decide di farci fare la conoscenza con l’Astrid bambina, di presentarcela quando è ancora soltanto Carmela?
Perché tutte le Astrid sono state bambine. Tutte hanno vissuto una stagione in cui si è consumata la loro perdita dell’innocenza.

Il libro ritrae un’immagine non molto lusinghiera dell’Italia, un’immagine che purtroppo negli ultimi anni siamo stati abituati a vedere spesso. Crede che la vita e i sogni di Carmela sarebbero andati diversamente se fosse vissuta in un altro Paese?
La questione del “velinismo” come specifico italiano è stata affrontata da tanti media internazionali, che osservandoci da fuori, hanno una visione più disincantata della nostra, che in questa realtà siamo calati. Il magazine americano Newsweek, in pochi anni, ha dedicato a questo fenomeno due copertine. Ma al di là dello “specifico italiano”, io racconto in questo romanzo una “costante italiana”. Se fosse vissuta negli Anni Cinquanta, Astrid sarebbe stata un’attrice di Cinecittà che sposava un produttore, se fosse nata negli Anni Settanta, un’attrice di B-movie che sposava un industriale. Poi, se cerca a Hollywood, magari trova tuttora delle omologhe. L’irresistibile attrazione dei potenti per le belle donne e delle belle donne per i potenti è un eterno storico.

Per raccontare il mondo di questo romanzo si è ispirata al mondo che ha incontrato nella sua esperienza come giornalista?
Ho diretto Novella 2000 dal 2008 al 2011, tre anni non qualsiasi, perché sono stati anni in cui il gossip è stato centrale nella vita politica. Quella commistione a tratti drammatica per il nostro Paese io l’ho vissuta da un osservatorio privilegiato. Questo romanzo è anche la patria in cui trovano luogo esperienze, vicende, riflessioni, personaggi di quel periodo e dei vent’anni in cui da giornalista mi sono occupata di costume, società, attualità.  

Quali sentimenti prova nei confronti del suo personaggio? Com’è stato vivere questa storia attraverso i suoi occhi?
Io ad Astrid voglio bene, come voglio bene a tanti personaggi di questo romanzo, che pure fanno cose spregevoli e sono persi a se stessi. Scrivendo, ho dovuto imparare a entrare in empatia con lei e con gli altri, figure all’apparenza lontanissime da me e tuttavia mosse da paure, complessi, condizionamenti che appartengono a tutti noi.

6 marzo 2014

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