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Camilla Baresani, “In Italia si legge poco perché il bel tempo distrae dalla lettura”

Intervista a Camilla Baresani, scrittrice, critica letteraria e curatrice di recensioni narrative per La Domenica de Il Sole 24 Ore. Dai piaceri nascosti in un libro all’avvento degli ebook passando per la crisi economico-cultura che sta vivendo il nostro Paese: Camilla Baresani racconta in che modo l’Italia può ripartire, quanto possa aiutare in questo senso la formazione dei giovani e ci dà tre buoni motivi per leggere…

Secondo la scrittrice e critica de Il Sole 24 Ore in Italia servirebbero meno Festival e più investimenti nella scuola

MILANO – Abbiamo intervistato Camilla Baresani, scrittrice, critica letteraria e firma prestigiosa di importanti riviste come Sette de Il Corriere della Sera e La Domenica de Il Sole 24 Ore. Partendo dal suo rapporto con mondo intenso della lettura, fatto di emozioni e profondità di analisi, abbiamo cercato di capire perché in Italia non si legge abbastanza e in che modo il nostro Paese può uscire da questa condizione di crisi economico-culturale in cui è sprofondato.
 

Cos’è per lei un libro e come sceglie le sue letture?
Il libro è una forma di svago intellettuale, che può voler dire anche apprendimento. Il motivo per cui finito il tempi degli studi e della scuola mi sono avvicinata a un libro è perché volevo saperne di più. E al tempo stesso gli riconosco una capacità di intrattenimento alta in grado di riempire con contenuti veri tempi morti. Io personalmente nello scegliere le mie letture leggo prima le critiche, guardo la casa editrice e la collana. A volte mi capita anche di aprire a caso e provare a vedere com’è scritto un libro ma tendenzialmente la prima scelta la faccio tramite le critiche che ho letto.

Perché gli italiani sono dei lettori pigri?
Perché sono favoriti dal bel tempo. Cioè è più facile essere un buon lettore se cresci in Finlandia, dove piove sempre e non sai dove andare a mangiare. In Italia c’è un surplus e una overdose di offerta culturale, tante piazze, tanti musei, tanta natura, tante spiagge per cui è più difficile stufarsi. Un altro motivo per cui gli italiani sono pigri è perché si legge sempre meno: l’attenzione è frantumata da telefonate, computer, blog. E’ molto più difficile rispetto a un tempo oggi mantenere l’attenzione necessaria alla lettura. Infine perché la scuola forma molto poco.

 

Cosa impedisce la lettura?
In Italia c’è una situazione paesaggistico-climatica artistica per cui qui si sta fuori molto più volentieri di quanto non capiti negli altri paesi. Poi ci sono delle situazioni oggettive mondiali che vanno contro la lettura o comunque contro il genere di lettura come l’abbiamo vista finora, cioè la lettura concentrata su un libro che ha almeno cento pagine.

La lettura può regalare lo stesso piacere di un film o di un concerto?
Per me è maggiore, non c’è confronto. Indubbiamente il piacere è maggiore rispetto a film e telefilm, perché la lettura è molto più profonda  e più tridimensionale. Un buon romanzo batte qualsiasi altra forma di intrattenimento culturale. Le canzoni sono più facili e di accompagnamento: la musica non è esclusiva, si può correre, cucinare e intanto ascoltare musica mentre la lettura richiede concentrazione. Potendo scegliere preferirei il libro.

I libri oggi riescono a formare i giovani?
Forse chi legge libri sciocchi e superficiali un domani potrà smettere del tutto di leggere. Non è colpa totalmente della scuola: non è che nelle scuole private si insegni a leggere meglio che nelle scuole pubblica. La questione piuttosto è relativa ai tempi: nulla aiuta più la scuola a formare i lettori. Forse prima ancora che la scuola sono le famiglie: i lettori sono figli di lettori, quasi sempre, come diceva un sondaggio letto un po’ di tempo fa e forse il primo luogo in cui bisognerebbe educare alla lettura dovrebbe essere la famiglia.

Un buon libro è quello che vende copie o quello che lascia qualcosa nel lettore?
E’ ovvio che sarebbe quello che lascia qualcosa in chi legge ma purtroppo non è così. Questa letteratura sciocca è l’equivalente di quella che era la lettura rosa di un tempo, solo che una volta la letteratura rosa era specifica delle donne e adesso ci si son buttati anche gli uomini. Non è che prima tutti leggessero  solo Proust, c’è sempre stato spazio anche per la letteratura che oggi chiameremmo trash. Il buon lettore è quello che non cerca quello che sa già, ma quello che cerca la qualità, la profondità del pensiero, della psicologia, delle trame, delle scelte lessicali. Il mercato oggi purtroppo è quello ma il cinema è così: il bel cinema degli anni ‘60 e ‘70 è non c’è più e oggi è tutto blockbuster.

Il futuro sarà più orientato verso gli ebook. Potrà soppiantare il cartaceo?
Attualmente no. Possono essere un compendio alla lettura classica. Per chi fa lunghi viaggi e non può portarsi tonnellate di libri è comodo avere un lettore di ebook. Io preferisco la carta perché comunque finché non avranno migliorato la tecnologia resterà sempre superiore. Prendere degli appunti su un libro, capire a che punto si è con la lettura, è più facile farlo con un libro di carta che con un device. Poi l’ebook a un lettore forte dà anche angoscia: la mia libreria è lì e anni di letture sono lì. Perdere un lettore ebook, almeno in un lettore forte, può significare perdere le proprie letture di una vita. Ed è terribile pensarci.

 

L’Italia oggi affronta una grave crisi. Com’è possibile uscirne?
Chiaramente io farei meno Festival e investirei di più nelle scuole, cercando di creare alunni più colti e più appassionati. Si spinge tanto per l’eventizzazione della cultura e troppo poco sulla scuola. In ogni caso l’alfabetizzazione si fa lì, non certo ai festival letterari. Chi è lettore rimane lettore e non è che perché c’è un festival di libri lo diventa di più. Chi non lo è  invece ha bisogno di diventarlo e secondo me sarebbe opportuno lavorare in quella direzione. La formazione, degli alunni come degli insegnanti, è molto importante oggi.

Tre buoni motivi per leggere
1) Perché è la forma di intrattenimento e svago più a buon mercato che esista, dopo la pura contemplazione. I tascabili ormai hanno dei prezzi talmente piccoli per cui è possibile anche rinunciare a un panino per un buon libro.
2) Perché è la lettura è più comoda di altri passatempi. Non ha bisogno di un attacco elettrico né di un trasporto fisico come può essere per un televisore, un computer o un kindle.
3) Perché se un libro non ti piace lo chiudi e lo regali a un’altra persona. C’è sempre un lettore per ogni libro che quindi non va sprecato. Se un film non ti piace ti alzi dal cinema e hai sprecato il tuo biglietto mentre un libro trova sempre il suo destinatario.

 

18 maggio 2012

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