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Caffè la Cupola, il bookbar dove i libri ”appartengono a chi ha voglia di leggerli”

Uno spazio dove i libri possono essere letti, portati via e, se possibile, riportati indietro, senza burocrazia e regole che caratterizzano la “fruizione istituzionale” dei libri. E’ questo che rende speciale il Caffè La Cupola...

A Varese esiste uno spazio unico, nato per “uscire dal quotidiano”, un locale che va oltre i meccanismo classici della biblioteca e del fenomeno del bookcrossing. A presentarci come è nato e ad illustrarci iniziative e riscontro da parte del pubblico è Alessandro Campi, titolare del locale insieme a Massimiliano Condello.

 

MILANO – Uno spazio dove i libri possono essere letti, portati via e, se possibile, riportati indietro, senza burocrazia e regole che caratterizzano la “fruizione istituzionale” dei libri. E’ questo che rende speciale il Caffè La Cupola, uno spazio nella città di Varese nato per “uscire dal quotidiano”, un locale che va oltre i meccanismo classici della biblioteca e del fenomeno del bookcrossing. Uno spazio unico, che da poco tempo si è sdoppiato in due sedi. Uno dei bookbar italiani che vale la pena visitare. A presentarci come è nato e ad illustrarci iniziative e riscontro da parte del pubblico è Alessandro Campi, titolare del locale insieme a Massimiliano Condello.

 

Come nasce il Caffè La Cupola?

Il locale nasce dopo un’iniziale esperienza in un altro locale, fuori dal centro varesino. L’idea dei libri è nata per gioco: io ed il mio socio, appassionati di lettura, abbiamo pensato di mettere a disposizione dei clienti qualche libro dei nostri, insieme ad un cartello con scritto “Questi libri appartengono solo a chi ha voglia di leggere. Se volete, potete portarli a casa e condividere i vostri con altre persone.” Dopo un’iniziale perplessità generale, l’iniziativa è letteralmente esplosa, tanto che abbiamo dovuto comprare una libreria che potesse ospitare i numerosi volumi. Il Caffè La Cupola nasce dopo questa prima iniziale esperienza: volevamo creare un posto che fosse accogliente e che offrisse qualcosa in più del semplice caffè. Abbiamo aperto un secondo locale con la stessa idea, ovvero che i libri appartengono solo a chi ha voglia di leggerli, senza burocrazia e regole. Un passo ulteriore rispetto alla biblioteca ed al fenomeno del bookcrossing: diamo al libro la totale libertà di essere quello che è, un oggetto che va preso, letto e condiviso.

 

In che modo i vostri clienti usufruiscono dei libri presenti all’interno del locale?

I libri sono liberi di girare dove vogliono: si possono trovare nelle librerie come sui tavoli, posso uscire, entrare, vengono presi e riportati indietro. Il protagonista è il libro: non ci sono regole precise e ferree. Da noi ciascuno è libero di entrare per un caffè, per leggere un libro, portarselo a casa e, se vuole, restituirlo. Un concetto che esula dai classici meccanismi ed abitudini. inizialmente, mettevamo un adesivo per far capire alle persone come funzionasse la fruizione dei libri all’interno del Caffè La Cupola. Sull’adesivo c’era scritto “Ho trovato casa al Caffè La Cupola. Quando hai finito di leggermi, riportami lì oppure passami ad un amico”. I libri ritornano quasi sempre, e quotidianamente ne arrivano di nuovi, tanto che siamo costretti a collocare i libri “in doppia fila” all’interno delle nostre librerie.

 

Quali iniziative organizzate?

Organizziamo presentazioni di libri, coinvolgendo anche personaggi ed autori conosciuti in tv. Ora abbiamo lanciato un piccolo contest dal nome “Racconto al caffè”; prendendo spunto da una leggenda legata ad Hemingway, secondo la quale lo scrittore ha realizzato il romanzo più breve al mondo di sole sei parole, chiediamo alla gente di scrivere un brevissimo racconto, utilizzando al massimo 25 parole, il tempo di un caffè. In palio c’è una penna stilografica d’epoca. Il nostro scopo è quello di raccogliere fondi a favore di Acquamondo, una onlus di Varese che si occupa di nuoto per disabili.

 

Qual è il riscontro da parte del pubblico?

Siamo un locale molto frequentato da stranieri, per via della scuola europea e delle realtà aziendali vicine al nostro locale. Qui gli stranieri trovano un atteggiamento ed una cultura che spesso ritrovano nei loro paesi, senza burocrazie ed obblighi sciocchi. Una volta una signora mi ha detto: “Qui non è come entrare in un locale, ma uscire da tutto il resto”. Una definizione che abbiamo fatto molto nostra. Il Caffè La Cupola è vissuto come un locale piacevole da tutti. Una signora anziana, dopo aver letto un libro che le era piaciuto tantissimo, ci chiese come fare per poterlo comprare. Io le risposi: “Non posso venderglielo, ma se vuole posso prestarglielo per tutta la vita”. In questo locale regna la totale libertà di movimento. I più pessimisti credevano che la gente, col tempo, ci avrebbe portato via tutti i libri. Ciò non è avvenuto. Abbiamo grandissima fiducia nella gente che frequenta il Caffè La Cupola. Il motivo? Sono dell’idea che uno che ama i libri e la lettura proprio cretino non è…

 

28 maggio 2015

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