“Breve storia della bibliofilia femminile” storie di donne che amano i libri

3 Novembre 2025

Esplora la passione di donne straordinarie per i libri in questa breve storia della bibliofilia femminile.

"Breve storia bibliofilia femminile" storie di donne che amano i libri

Ci sono storie che non fanno rumore. Non perché non siano importanti, ma perché per troppo tempo sono state lasciate ai margini. Una di queste è la storia delle donne che hanno vissuto per i libri, non solo leggendoli, ma collezionandoli, stampandoli, rilegandoli, pubblicandoli. Questa è una breve storia bibliofilia femminile.

A dare finalmente voce a questo esercito silenzioso è il volume “Breve storia della bibliofilia femminile (XIV–XXI secolo)” di Massimo Gatta, pubblicato da Graphe.it Edizioni. Un’opera breve ma densissima, che attraversa otto secoli di storia libraria dal punto di vista delle donne. È un libro che non si limita a riportare fatti: riscrive una genealogia sommersa e potentissima. In quelle pagine ci sono le mani che hanno costruito la cultura del libro senza comparire nei manuali ufficiali.

La breve storia bibliofilia femminile è un tema che merita di essere esplorato e celebrato, evidenziando il contributo unico delle donne nel mondo del libro.

“Breve storia bibliofilia femminile”: Una Storia Segreta di Bibliofile, Rilegatrici, Libraie e Editrici

Una nuova storia del libro, finalmente inclusiva “Breve storia della bibliofilia femminile (XIV–XXI secolo)” non è solo un saggio da scaffale: è una mappa, una presa di posizione, una voce necessaria in un discorso storico ancora troppo spesso raccontato al maschile.

È il libro perfetto per chi ama i libri e vuole capire meglio chi ha reso possibile che quei libri esistessero. Perché dietro ogni grande biblioteca, dietro ogni volume salvato dal tempo, potrebbe esserci il gesto silenzioso di una donna.

Oltre la lettura: la bibliofilia come gesto politico

Quando pensiamo alla figura della bibliofila, l’immaginario è spesso ancora appiattito su quella del “collezionista raffinato”, quasi sempre uomo. Ma la bibliofilia femminile, come dimostra Gatta, ha avuto una funzione non solo culturale ma emancipativa. Collezionarli, restaurarli, stamparli, significava prendersi cura del sapere, custodirlo e trasmetterlo.

Il libro ci accompagna in questo viaggio poco esplorato, dal Medioevo all’età contemporanea, restituendoci figure incredibili: dame, calligrafe, copiste, editrici, libraie, bibliotecarie, rilegatrici. Tutte protagoniste di una civiltà del libro che è anche una civiltà del gesto, del lavoro invisibile, della tenacia.

Da Eleonora d’Aragona a Vittoria de Buzzaccarini: otto secoli di nomi da ricordare

Il volume inizia con Eleonora d’Aragona, nobile del XV secolo celebre per le sue raffinate rilegature: libri-arte che portavano in sé la memoria e il prestigio familiare. E arriva fino a figure come Vittoria de Buzzaccarini, editrice padovana recentemente scomparsa, che ha lasciato un segno nel panorama culturale contemporaneo.

In mezzo, un susseguirsi di nomi spesso dimenticati, eppure fondamentali per comprendere come la storia del libro sia anche una storia femminile. Non si tratta solo di “presenze marginali” o di “casi curiosi”, ma di un sistema complesso di donne che hanno lavorato dentro e intorno al libro, spesso senza riconoscimento ufficiale. Massimo Gatta restituisce loro visibilità e dignità, con una scrittura limpida, colta, appassionata.

Oltre la collezione: donne tipografe, editrici, imprenditrici

Uno dei meriti maggiori di questo libro è l’ampiezza dello sguardo: non si limita alle collezioniste, ma amplia il campo alle professioniste del libro. Le donne non erano solo lettrici appassionate, ma anche tipografe, stampatrici, rilegatrici, artigiane. Alcune hanno fondato case editrici, altre hanno tramandato tecniche di legatoria, altre ancora hanno costruito biblioteche.

Hanno curato manoscritti, catalogato volumi, organizzato eventi culturali. Tra queste, compaiono anche le bibliotecarie e le libraie , due figure chiave per la diffusione della lettura tra le donne. Ed è emozionante scoprire quante di loro abbiano contribuito alla trasmissione del sapere in contesti ostili, spesso sfidando norme religiose, economiche e sociali.

Una preziosa ristampa: Donne bibliofile italiane (1926)

Il libro è impreziosito dalla ristampa anastatica di Donne bibliofile italiane di Giuseppe Fumagalli, del 1926. Un documento storico di enorme valore, oggi quasi introvabile, che rappresenta uno dei primi tentativi di raccontare sistematicamente il contributo femminile alla bibliofilia.

Gatta lo ripropone non come oggetto da museo, ma come fonte viva di riflessione, da leggere in parallelo al suo lavoro critico. A rendere il volume ancora più ricco sono la prefazione di Hans Tuzzi, scrittore e bibliofilo di culto, e uno scritto di Carmen Verde, che aggiunge una voce contemporanea al dialogo tra passato e presente.

Perché leggere oggi un libro sulla bibliofilia femminile?

Perché oggi, nell’epoca degli ebook e dei feed veloci, Breve storia della bibliofilia femminile ci ricorda qualcosa di fondamentale: i libri hanno un corpo, una materia, una storia fatta di mani che li hanno toccati, salvati, curati. E molte di quelle mani erano femminili.

Leggere questo libro significa riscoprire il valore del gesto culturale, lento e appassionato, e fare memoria di chi lo ha reso possibile. Inoltre, è un libro necessario per tutte le donne che si occupano oggi di libri, come lettrici, scrittrici, libraie, editor, critiche, artigiane, perché racconta una genealogia, una storia da cui trarre forza, consapevolezza, continuità.

Nell’Ottocento, molte donne collezionavano libri erotici “proibiti” in edizioni rare, a dispetto della censura moralista dell’epoca.

In epoca moderna, le prime biblioteche fondate e gestite interamente da donne si diffusero grazie ai movimenti femministi di inizio Novecento.

La legatoria è stata per secoli un mestiere artigianale in cui le donne erano centrali, ma raramente firmavano le proprie opere.

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