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BiblioPride, i bibliotecari d’Italia scendono in piazza per rivendicare il proprio ruolo culturale

E' stata presentata lunedì a Roma la terza edizione del BiblioPride (4-31 ottobre), che da sempre punta a riportare l’attenzione delle Istituzioni e dei cittadini sul ruolo delle biblioteche e dei bibliotecari...

MILANO – E’ stata presentata lunedì a Roma la terza edizione del BiblioPride (4-31 ottobre), che da sempre  punta a riportare l’attenzione delle Istituzioni e dei cittadini sul ruolo delle biblioteche e dei bibliotecari. Dopo Napoli nel 2012  e Firenze nel 2013 quest’anno sarà  Lecce la città di riferimento dalla quale si irradierà in tutta la penisola l’orgoglio bibliotecario durante il mese di ottobre. Per il terzo anno consecutivo le biblioteche di tutta Italia scendono nuovamente in piazza per riproporsi come “agitatrici di coscienze”, e ribadire il proprio valore sociale per lo sviluppo espressivo ed emotivo di ogni individuo, assi di rotazione per la creazione di società più eque.  

IL LEGAME CON I CITTADINI – Ma soprattutto il BiblioPride riconsegna all’opinione pubblica il legame sempre più stretto fra biblioteche e cittadini: un’occasione di sorprese e di scoperte per tutti, lettori e non lettori, frequentatori di biblioteche e non; un’affermazione d’orgoglio non solo dei bibliotecari, ma di tutti coloro che hanno compreso le biblioteche come servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese, presidi di democrazia fondati sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee, vere e proprie “fabbriche” del sapere e “colonne” del Welfare, dove l’utopia diventa possibile, dove si possono ridefinire i concetti di uomo e cittadino, di umanità e società, di uguaglianza e diversità. Concetti concisi e limpidi ribaditi in conferenza da Simonetta Buttò direttore Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma, Rossana Rummo direttore generale per le biblioteche, gli istituti culturali ed il diritto d’autore del MiBACT, ed infine da Enrica Manenti presidente nazionale AIB. Concetti ribaditi anche dal videomessaggio di Corrado Augias e dal cortometraggio “Voltare pagina” di Fulvio Di Meo, quest’ultimo un meraviglioso affresco su quanto oggi la lettura possa essere irragionevolmente considerata “tossica e dannosa”.

Simonetta Buttò (direttore Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma): “Il BiblioPride è una manifestazione fondamentale per la cultura, per richiamare innanzitutto le Istituzioni a una maggiore attenzione verso le biblioteche, ma anche per chiamare i cittadini a una maggiore “responsabilità collettiva”, perché le biblioteche hanno bisogno di un maggiore agire pubblico per potersi imporre. In Italia c’è un innegabile deficit di lettura e una grossa incomprensione dei testi. Aspetti che vanno combattuti e sconfitti tutti insieme.”

Rossana Rummo (direttore generale per le biblioteche): “La scelta di Lecce significa puntare sul Sud, da sempre penalizzato nella lettura, e quindi nella stessa diffusione delle biblioteche sul territorio. Sotto questo aspetto il sud è una chiara un’emergenza. Il BiblioPride accende un faro sui bibliotecari, non solo “terminali intelligenti” della conoscenza, ma anche indispensabili intermediari culturali, di fronte a una diffusione della cultura sempre più superficiale, ciome dimostra l’uso massiccio di Google o Wikipedia. La crisi attuale ha toccato tutti, la cultura ha subito tagli devastanti, e naturalmente biblioteche archivi e musei non sono stati risparmiati. In particolare nelle biblioteche la mancanza di risorse economiche ha avuto una ricaduta sull’impossibilità di acquisire nuovi titoli da parte delle biblioteche. E siccome le biblioteche sono animate dai libri, se mancano decade la linfa vitale e le biblioteche muoiono. Inoltre mancano risorse da investire nelle risorse umane, addirittura non abbiamo quell’esiziale ricambio generazionale che è fondamentale per l’esistenza della cultura. La verità è che l’Italia è un paese imballato sotto molti aspetti, primo quello della diffusione  della cultura. Le strategie nel mondo della cultura ci sono ma lo Stato ha tagliato le gambe, quindi è impossibile rialzarsi.  Di fronte a ciò bisogna creare rete, mettere insieme le poche risorse che si hanno. Il sud è l’espressione più evidente della mancanza di attenzione istituzionale alle biblioteche. Inoltre l’abolizione delle Province pone la domanda “che fine faranno le biblioteche provinciali? E come verranno ricollocati i bibliotecari?” Lo Stato deve prendersi la responsabilità. E ancora le nuove tecnologie: si è speso molto negli anni passati, ma con quale criterio? In Italia manca un piano organico di digitalizzazione. Infine la dispensabile estensione dell’SBN, strumento di Democrazia. Le biblioteche combattono tutti questi problemi ogni giorno. Il BiblioPride va in questa direzione, ma il suo merito maggiore è che va nelle piazze e non nei luoghi tradizionalmente deputati alla cultura. Nelle piazze si chiede direttamente al cittadino di contribuire e di rendersi conto di ciò che si sta vivendo.”

Enrica Manenti (presidente nazionale AIB): “Il BiblioPride rappresenta l’insofferenza del biblitecario verso un suo ruolo in partenza stigmatizzato. Scendere in piazza significa parlare col cittadino vis a vis, chiedergli maggiore responsabilità, perché sono i cittadini gli interlocutori finali delle biblioteche. Perché il problema delle biblioteche e dei bibliotecari in Italia è un problema collettivo, che riguarda tutti noi. Nessuno escluso.”

2 ottobre 2014

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