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Barbara Schiaffino, ”La narrativa di qualità per ragazzi primeggia sui fenomeni del momento”

Basta con fenomeni, trilogie e saghe. Oggi all’interno del panorama editoriale per ragazzi sono protagonisti la narrativa di qualità ed i romanzi di formazione. E’ quanto emerge dalla scelta dei finalisti della trentaduesima edizione del Premio Andersen 2013...

Presentati nel corso del Bologna Children’s Book Fair i finalisti del Premio Andersen 2013. La direttrice della rivista Andersen commenta il fil rouge che accomuna i libri scelti dalla giuria

MILANO – Basta con fenomeni, trilogie e saghe. Oggi all’interno del panorama editoriale per ragazzi sono protagonisti la narrativa di qualità ed i romanzi di formazione. E’ quanto emerge dalla scelta dei finalisti della trentaduesima edizione del Premio Andersen 2013, annunciati ieri durante un incontro pubblico alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna. Barbara Schiaffino,  direttrice della rivista Andersen e membro della giuria insieme ai fondatori della Libreria dei Ragazzi di Milano, commenta il fil rouge che accomuna i libri scelti dalla giuria e analizza il settore editoriale rivolto ai ragazzi.

Quali caratteristiche hanno i libri finalisti del Premio Andersen 2013?
Il Premio Andersen rappresenta una riflessione sull’annata editoriale, guardando al settore per fasce d’età, tipologie e contenuti. Ogni anno in Fiera presentiamo la shortlist di una serie di categorie, che vanno dai libri per più piccoli fino alla narrativa per adolescenti.  Ogni anno ci sono delle linee di tendenza che si intravedono all’interno dei vari titoli. Quello che è risultato più evidente quest’anno, all’interno delle 3 categorie della narrativa, è un ritorno alla narrativa di qualità, al romanzo d’autore, di formazione. Questi libri toccano diversi generi come il fantastico, il romanzo storico, la detective-story, ma sullo sfondo rimangono storie dove i protagonisti attuano un’evoluzione importante. Dopo tanti anni in cui a dominare sono stati i fenomeni, le saghe e le trilogie, oggi viene rivalutata l’importanza del libro singolo, che magari non diventerà un best seller, ma potrà ambire a diventare un titolo con una qualità intrinseca, capace di incontrare generazioni differenti di lettori. Una buona base per tornare a ragionare più che su fenomeni sulla buona qualità, sul romanzo d’autore.


Dagli ultimi dati emerge come i ragazzi leggano più degli adulti. Secondo lei ciò dipende dal fatto che l’abitudine alla lettura si va perdendo col passare degli anni, oppure ciò significa che oggi si stanno ponendo le basi per creare i lettori forti di domani?

I dati hanno sempre mostrato una percentuale più alta di lettori tra i ragazzi. Confrontando questi numeri rimane l’idea che i bambini leggano più degli adulti. La fascia d’età più alta si ha nel corso dell’adolescenza, dopodiché avviene un po’ di dispersione, dovuti alla scuola superiore e ai maggiori impegni di studio. Nelle scuole elementari e medie occorre difendere la lettura come piacere, svincolata da qualsiasi obbligo di studio. Questo in Italia avviene nonostante ci siano delle enormi mancanze, come quello relative alle biblioteche scolastiche, le quali costituirebbero una base solida. Grazie però all’intervento delle strutture bibliotecarie locali, che da tempo attuano una sana politica di promozione alla lettura, e all’iniziativa singola di insegnanti ed educatori, si ottengono comunque risultati positivi.

Con il termine “nativi digitali” vengono etichettate le nuove generazioni di oggi. Crede che il digitale favorisca la passione per la lettura già in tenera età?
Penso che il nativo digitale legga, bisogna capire su che supporti. Le occasioni di lettura sono aumentate rispetto a quando le nuove tecnologie non avevano ancora preso piede. Di certo è una lettura diversa, ma è pur sempre lettura, che non si va a sovrapporre con quella su supporti cartacei. Sono ritmi diversi, delle componenti che entrano in gioco in maniera differente. Digitale e cartaceo sono due realtà che possono benissimo coesistere, in alcuni casi si è visto come il nativo digitale sia anche un forte lettore. I ragazzi di oggi sono multitasking, fanno tante cose contemporaneamente. Tra esse, c’è anche quella di usare le nuove tecnologie e sfruttare le nuove opportunità di lettura del digitale, ma anche di mantenersi sul libro cartaceo. Molto spesso, chi fa molto una cosa fa anche l’altra.


26 marzo 2013

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