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Anna Masera, ”Nell’era digitale, il rapporto tra editori e scrittori deve cambiare”

Migliorare l'accesso al digitale, colmare il divario tra chi ce l'ha e chi no, quindi portare avanti norme che aiutino l'editoria ad aggiornarsi senza morire. Sono queste le leve su cui puntare per valorizzare la cultura moderna in Italia con l’avvento delle nuove tecnologie secondo Anna Masera...

La social media editor de lastampa.it interviene sul dibattito lanciato sui media internazionali riguardo alle ripercussioni del digitale per gli scrittori di media notorietà

MILANO – Migliorare l’accesso al digitale, colmare il divario tra chi ce l’ha chi no, quindi portare avanti norme che aiutino l’editoria ad aggiornarsi senza morire. Sono queste le leve su cui puntare per valorizzare la cultura moderna in Italia con l’avvento delle nuove tecnologie secondo Anna Masera. Abbiamo contattato la social media editor de lastampa.it in seguito all’articolo uscito a firma di Giuseppe Granieri che analizza e risponde al dibattito lanciato dall’avvocato, autore di bestseller e presidente dell’Authors Guild americana Scott Turow  sulla crisi che sta colpendo gli autori di media notorietà a causa della digitalizzazione del libro e del conseguente comportamento degli editori. Secondo Grazieri, non serve a nulla lavorare su posizioni di retroguardia, ma occorre invece “cominciare a costruire una consapevolezza di come stiano davvero cambiando le regole del gioco, iniziando a elaborare uno scenario più realistico dei tempi contemporanei.” Abbiamo quindi chiesto ad Anna Masera di darci la sua opinione in merito.

Un articolo uscito ieri di Giuseppe Granieri analizza da vari punti di vista il mestiere dello scrittore con l’avvento del digitale. Concorda con il suo parere “evoluzionistico” nei confronti della professione?

L’articolo l’ho commissionato io a Granieri perché ho letto il pezzo di Turow prima su Bbc lunedì e poi l’altro ieri tradotto su Repubblica e volevo che noi pubblicassimo una risposta: è un tema nelle sue corde (Granieri tiene da tempo per noi a La Stampa un blog proprio sul mondo ebook. Io concordo con lui totalmente, mentre capisco il punto di vista di Turow, ma non sono d’accordo con lui.

Le ultime novità in ambito digitale, come l’avvento degli “ebook usati” ed il prestito in biblioteca, ritiene che stiano complicando o semplificando l’evoluzione del mondo dell’editoria mondiale?
Penso che sia un grande vantaggio per i lettori, i consumatori finali dei libri… per cui evviva…. certo che complica la vita agli editori che non si evolvono.

Cosa ne pensa dell’affermazione di Scott Turow, secondo il quale il compenso degli autori debba aumentare in seguito alle nuove opportunità che l’ebook offre alle case editrici?
Penso che il rapporto di forza tra autori e editori debba cambiare nell’era digitale, che permette agli autori di incontrare il loro pubblico direttamente online senza bisogno di intermediari.

L’articolo analizza i diversi punti di vista di giornalisti e blogger internazionali in merito alla valorizzazione della cultura moderna. Secondo lei cosa occorrerebbe fare in Italia in questa direzione?

In Italia bisogna innanzitutto che l’accesso al digitale migliori, che si colmi il divario digitale tra chi l’accesso ce l’ha e chi no… poi si può e si deve fare tutto, anche norme che aiutino l’editoria ad aggiornarsi senza morire.

Self Publishing e aumento di titoli pubblicati, sono un bene o un male per il mondo editoriale?

Il self-publishing è un bene, democratizza l’editoria permette a tutti di pubblicare: poi la naturale selezione fatta dal pubblico di lettori farà emergere i libri più meritevoli e gli editori hanno solo che da scegliere, in questo nuovo mercato digitale, su chi puntare!  

11 aprile 2013

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