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Andrea Camilleri, ”Scrittori e gente comune, tutti dobbiamo avere un ruolo nel futuro del nostro paese”

L’illustre scrittore siciliano in esclusiva parla del suo ultimo libro 'La relazione' e ci spiega l'importanza di tutti, giornalisti, scrittori e comuni cittadini, per la costruzione di un Italia migliore

MILANO – ”Come cambiare l’Italia? Credo che l’impegno debba essere di tutti, ognuno nel modo e nella maniera che più gli compete”. Parola di Andrea Camilleri, lo scrittore e sceneggiatore italiano amato in tutto il mondo. Nel suo ultimo libro, uscito in libreria il 2 gennaio, “La relazione”, l’autore siciliano trae spunto dalla realtà quotidiana per raccontare la storia di un uomo, Assante, la cui vita così razionale riesce ad essere sconvolta e scardinata dall’irrazionale. Dopo averci spiegato i segreti della sua scrittura, abbiamo nuovamente raggiunto Camilleri per parlare della sua ultima opera, ai primi posti da inizio anno nella classifica di vendite italiana, ed approfondire quale contributo, intellettuali e scrittori, possono portare affinchè l’Italia possa diventare un Paese migliore.

Quanto c’è dell’Italia di oggi nel suo nuovo romanzo ‘La relazione’?

Tutti i miei romanzi traggono spunto da articoli, notizie riflessioni su quello che mi circonda. Nel caso specifico, mi interessava a provare a scardinare tutte le certezze di un uomo come Assante nell’Italia di oggi. Un uomo perbene, realizzato, con una famiglia e una vita più che serena. Bene, volevo capire come una vita così strutturata, così razionale possa essere sconvolta e scardinata dall’irrazionale.

 

Che ruolo possono dare intellettuali e scrittori come lei nel cambiare il nostro Paese, o comunque nel far riflettere l’opinione pubblica?

Io credo che tutti noi, intellettuali o no, scrittori, giornalisti o analisti finanziari dobbiamo avere un ruolo nel futuro del nostro paese. L’ho sempre pensata così. Ritengo che l’impegno debba essere di tutti, ognuno nel modo e nella maniera che più gli compete.

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